Non di sole azioni vive l’investitore.
I lettori più fedeli del blog sapranno che, da diversi mesi, pensiamo ci sia più valore nelle azioni che nelle obbligazioni. Questo però non vuol dire che in questo momento bisogna ignorare le obbligazioni, tutt’altro: per ragioni di diversificazione le obbligazioni governative sono un elemento fondamentale di ogni portafoglio e devono sempre comparire nella vostra asset allocation. Noi di Advise Only lo facciamo con i nostri portafogli Express (cliccate e accedete al sito per scegliere gratuitamente uno dei nostri portafogli).
Una delle domande più ricorrenti nella live chat di giovedì, in concomitanza con la nostra asset allocation, è stata: quali sono le obbligazioni governative che offrono maggiori opportunità? Proviamo a rispondere in questo post.
La nostra analisi
In perfetto stile Advise Only, sono andato ad analizzare la curva dei tassi d’interesse, utilizzando come metodo di valutazione:
- il “Reversal” per sintetizzare il valore (approccio Value);
- la variazione di prezzo per il momentum (approccio Momentum).
L’idea alla base del Reversal è che i tassi di interesse di un’obbligazione tendono a ricongiungersi a un valore di lungo periodo (fenomeno della “mean reversion”). Perciò, quando i tassi sono inferiori alla media storica ci si aspetta che tenderanno a risalire (calo dei prezzi), mentre quando sono superiori alle media tenderanno a scendere (aumento dei prezzi). Combinando i due approcci, ecco cosa emerge dall’analisi.
Sintesi dell’approccio Value-Momentum
Nota: Ho messo a confronto diverse curve dei tassi d’interesse a scadenza (3, 5, 10 anni). Il momentum considera la variazione di prezzo a 6 e 12 mesi. Lo z-score finale è stato calcolato dando un peso maggiore alla componente value (65%) rispetto a quella momentum (35%).
*Grecia e Paesi Emergenti hanno solo la parte lunga della curva (10 anni). Fonte: Bloomberg, dati aggiornati al 14 aprile 2014.
In base al nostro approccio, i titoli di Stato con maggiore potenziale (quelli a sinistra) sono quelli dei Paesi Emergenti, con in testa i BRICS, la Grecia e infine il Portogallo.
Tuttavia l’analisi non si può fermare a questo punto, perché ogni Paese si trova in una situazione diversa in termini di crescita economica e politica monetaria. Qualche considerazione aggiuntiva di natura qualitativa è perciò doverosa.
USA e UK
Tra i Paesi sviluppati sono quelli con le migliori prospettive di crescita e inflazione. A queste condizioni, sono i Paesi più prossimi a una normalizzazione della politica monetaria e, dunque, a un aumento dei tassi d’interesse che penalizza l’intero comparto obbligazionario.
Zona euro
L’inflazione non è un problema e, in base alle ultime ipotesi di cui si discute sui mercati, la BCE dovrebbe essere pronta a intervenire con ulteriori misure non convenzionali. Vero è che i tassi d’interesse dei Paesi Periferici non sono mai stati così bassi. Tuttavia, se è in atto una convergenza dei tassi d’interesse, allora hanno ancora margini di discesa. Ma il problema è: ci si può riempire il portafoglio di obbligazioni greche oppure portoghesi, dove il rischio default è ancora relativamente alto, nonostante il calo dei rendimenti? Secondo noi, no.
Paesi Emergenti
Nel complesso i Paesi Emergenti sono in migliori condizioni rispetto ai Paesi Sviluppati ma, nel bene o nel male, sono Paesi molto sensibili alle condizioni finanziarie globali. Nonostante nell’ultimo mese sembra sia tornato l’appetito verso questa asset class, vale il discorso fatto per i Paesi Periferici dell’Eurozona: rendimenti interessanti, ma non bisogna esagerare con gli acquisti.
Giappone
Le azioni messe in atto dal premier Abe e dalla Banca Centrale vanno nella direzione opposta: aumentare l’inflazione e incentivare la migrazione dai bond verso le azioni. Se non vi aspettate una catastrofe imminente, non credo abbia molto senso combattere contro la BOJ (la Banca Centrale Giapponese).
Tirando le somme, in un contesto di graduale ripresa economica e stabilità finanziaria i Paesi Periferici e gli Emergenti hanno dei rendimenti reali interessanti, ma non è consigliabile aumentare troppo il profilo di rischio del portafoglio. Un buon grado di diversificazione è d’obbligo.
Come investire in obbligazioni?
Non è un momento semplice per investire in obbligazioni. Da un lato ci sono Paesi che stanno tornando alla normalità (USA, UK) e dall’altro Paesi (zona euro) con tassi d’interesse sempre più bassi e un mix di crescita e occupazione non compatibile con l’ordine dei conti pubblici. A questo scenario, noi di Advise Only abbiamo deciso di rispondere in due modi diversi a seconda del tipo di portafoglio.
Portafogli di tipo Buy&Hold
Sono portafogli con un orizzonte temporale di lungo periodo, ribilanciati 1-2 volte all’anno, come Pensione, Obiettivo Figli, Obiettivo Rendita, Obiettivo Casa. In questo momento, non vediamo grandi opportunità di acquisto e il profilo di rischio/rendimento dell’Italia è tra quelli che ci soddisfa di più. Per questa ragione il cuore della componente obbligazionaria di questi portafogli rimane legata alle obbligazioni italiane, con una buona dose di diversificazione tra Paesi Core, sovrannazionali e inflation linked. Evitiamo inutili movimentazioni.
Portafogli “tattici”
Per questo genere di portafogli, Advise Only propone gratuitamente ai suoi utenti l’app Portafogli Express. Per questi nove portafogli abbiamo optato per una maggiore diversificazione e per una riduzione del rischio:
- con una buona dose di cassa;
- riducendo la duration delle obbligazioni della zona euro;
- diminuendo il peso degli ETF legati ai BTP;
- aggiungendo un ETF legato ai Paesi Emergenti e inflation-linked USA.
Noi abbiamo detto la nostra, ora tocca a voi. Per approfondimenti, siamo sempre presenti su www.adviseonly.com!
Gianni / Aprile 15, 2014
Ci voleva quest’articolo grandioso.
Però non capisco dove avete messo la valuta?
Cioè un bond emergente in euro credo lo si trovi solo su OTC con pezzatura minima da 100K€ esempio Turchia a 10 anni appena emesso al 4.12%
Ma per i comuni mortali, me compreso, se volessero prendere emergenti si trovano costretti ad affrontare il rischio valuta.
So che siamo tutti convinti (eccetto i tedeschi, cosa non trascurabile) che l’Euro sia alto e che calerà, però se non accadesse, il cambio potrebbe tirare una tosata al capitale obbligazionario da far rimpiangere di non aver comprato un bund.
Cioè come si conciglia l’essere “a buon mercato” delle obbligazioni BRIC, con il rischio di cambio?
Grazie
/
Jacopo Caretta Mussa / Aprile 16, 2014
Gianni hai perfettamente ragione, il rischio valuta c’è eccome. Tieni presente però che un investitore retail come noi non ha accesso facilmente alle obbligazioni mercati emergenti (anzi forse nessuno) e l’unico modo è attraverso un fondo comune oppure ETF. Molti dei quali sono in USD.
/