La relazione tra sostenibilità e rendimento rappresenta un tema di dibattito sempre più decisivo: se ne discute, con un’attenzione e un interesse crescenti, da almeno due decenni. Le domande che muovono l’investitore sono: cosa significa investire sostenibile e, soprattutto, cosa ci guadagno io? Vediamolo.
La sostenibilità in 3 lettere
L’investimento sostenibile si fonda sui tre pilastri sintetizzati nella sigla ESG. “E” sta per Environmental, ossia sostenibile sul piano ambientale, con particolare attenzione:
- alla lotta ai cambiamenti climatici;
- all’uso di energie pulite e rinnovabili e alla progressiva eliminazione del ricorso ai carburanti fossili;
- alle basse emissioni di anidride carbonica;
- alla gestione responsabile dell’acqua e delle risorse idriche;
- all’impianto e alla conservazione dei terreni boschivi, che negli anni sono stati costretti a subire una riduzione per far spazio alle attività umane.
L’investimento promuove le aziende che tengono conto di queste priorità.
“S” sta per Social: la preferenza, in questo caso, va alle società che promuovono lo sviluppo del capitale umano e che applicano le migliori prassi di produzione e i principi di sicurezza. Passano l’esame quelle realtà che tengono conto dell’impatto sociale e sulla comunità delle loro strategie e/o che prevedono fondi di solidarietà, politiche di imprenditorialità sociale e investimenti in microfinanza.
La “G”, infine, sta per Governance: è la gestione dell’impresa, che deve basarsi su una visione e su un impegno profondamente etici.
Domanda crescente
Le tre lettere mettono a fuoco questioni sulle quali l’opinione pubblica sta maturando, seppur lentamente, una sempre maggiore sensibilità. Questo grazie ad alcuni fattori.
- Chi si occupa di ESG oggi fornisce un’informazione di maggiore qualità e di più vasta portata, cosa che sta sostenendo la crescita degli investimenti socialmente responsabili (SRI).
- Una sempre maggiore consapevolezza dei rischi e dei danni legati al cambiamento climatico sta spingendo gli investitori a evitare aziende che contribuiscono al problema. La questione sta inoltre guadagnando la sempre maggiore attenzione di governi e autorità di regolamentazione.
- Recenti report confermano che le soluzioni ESG possono garantire rendimenti in linea con le altre soluzioni e che anzi, in alcuni casi, riescono a fare anche meglio.
- Gli investimenti socialmente responsabili stanno crescendo rapidamente e ciò implica che l’investitore socialmente responsabile può scegliere tra un’ampia gamma di prodotti, inclusi gli ETF.
- Un sempre maggiore numero di investitori cerca di attuare i propri valori personali, morali ed etici in ogni aspetto della vita, investimenti compresi: gli investitori responsabili riconoscono che un investimento sostenibile può fare la differenza.
- I vari casi di scandali aziendali degli ultimi anni hanno minato la fiducia degli investitori: ecco allora che il tema della governance non è più così periferico come in passato. Al contrario.
- Associato a questo c’è il fattore donna: di recente, molte donne hanno scalato i vertici aziendali, lanciato le loro società, ricevuto grossi patrimoni e assunto ruoli di rilievo come fiduciarie. L’investimento SRI le premia.
- Infine, il ruolo dei nuovi investitori. I Millennials, nati tra i primi anni Ottanta e il 2000, costituiscono una generazione che vuole fare la differenza nella società attraverso il lavoro svolto, i prodotti acquistati e gli investimenti effettuati.
Un mondo che cambia
Oggi un terzo della popolazione mondiale è rappresentata da Millennials. Spaventati dall’ultima Grande Recessione, hanno iniziato a risparmiare prima delle generazioni che li hanno preceduti. Secondo il Forum for Sustainable and Responsible Investment (MSCI, UBS Asset Management), il 67% di chi fa parte di questa generazione sostiene poi che l’investimento “sia un modo per esprimere valori sociali, politici e ambientali”, opinione condivisa dal 36% appena dei Baby Boomers, la generazione di chi è nato tra il 1946 e il 1964.
Ciò che rende questi dati ancora più interessanti è il fatto che nel corso dei prossimi 40 anni 41 mila miliardi di dollari passeranno dai Baby Boomers ai loro eredi: quindi Generazione X (nati tra i primi anni Sessanta e il 1980) e, appunto, Millennials. E, come visto, costoro vogliono più del semplice rendimento.
Come si posiziona UBS
Grandi opportunità risiedono dunque nella capacità degli investment manager di tradurre tutto questo potenziale in strategie convincenti. UBS è da tempo impegnata su questo fronte e i suoi ETF SRI oggi rappresentano il 37% della quota di mercato, con asset in gestione per 2 miliardi di euro. Tra la fine del 2012 e la fine del 2017 il mercato SRI è cresciuto rapidamente, mostrando un tasso di crescita annuale composto (CAGR) dell’86%. Ma UBS ETF ha fatto ancora meglio, con un +137%.
Gli ETF SRI di UBS coprono azionario e obbligazionario e offrono un’esposizione diversificata che comprende mercati sviluppati ed emergenti. L’obiettivo di investimento consiste nel replicare l’evoluzione dei rispettivi indici MSCI Socially Responsible (UBS è il primo a provider di ETF sugli indici MSCI Socially Responsible).
Ricapitolando: gli ETF targati UBS offrono un accesso facile e flessibile agli investimenti sostenibili, una struttura modulare che consente la copertura delle maggiori regioni azionarie, un’ottima diversificazione grazie all’ampio numero di titoli compresi nell’indice e l’adempimento dei criteri di sostenibilità. Tutto quello che serve in un’unica soluzione.