Sono già passati due anni da quando abbiamo creato e proposto i portafogli Anti Crisi, uno per ogni verosimile scenario dell’Eurozona (cliccate sul nome del portafoglio per aprirlo):
- Euro OK, per gli ottimisti, fiduciosi in una soluzione relativamente veloce della crisi;
- Euro Tsunami, per i pessimisti, coloro che hanno un’opinione diametralmente opposta;
- Intermedio, per coloro con un’opinione meno netta.
Il tempo vola e, a quanto dice in giro qualche illustre personaggio, la crisi dell’euro zona è finita… Oppure no?
Quale migliore occasione del compleanno dei portafogli Anti Crisi per confrontare la situazione odierna con quella di due anni fa? Ecco un quadro sintetico.
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Insomma, il collasso dell’euro è stato per ora evitato (benché in Italia la corrente anti-euro sia vivace) e la situazione è nel complesso cambiata in meglio. Tuttavia gran parte dei problemi restano irrisolti: sono finiti sotto il tappeto, e non nella pattumiera, come auspicabile. Inoltre, il quadro economico europeo è sì migliorato, ma dichiarare che la crisi è finita temo significhi avere una percezione alterata della realtà.
In questo contesto i portafogli Anti Crisi hanno compiuto il loro dovere rispecchiando il profilo di rischio e l’obiettivo dei portafogli stessi (si veda il grafico seguente, che mostra l’evoluzione dello spread BTP-Bund insieme ad alcuni eventi rilevanti e alla dinamica del valore dei tre portafogli). Le performance dei due portafogli che sposano un’idea di soluzione positiva alla crisi (Euro OK e Intermedio) riflettono la diminuzione dei rischi sistemici. Il portafoglio pessimista, Euro Tsunami, ha invece avuto un andamento declinante, ma questo è normale per un investimento che va interpretato come una polizza assicurativa sull’implosione dell’euro zona: le polizze si pagano.
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Il fatto che non si possa considerare chiusa la crisi dell’euro zona implica che i portafogli Anti Crisi di Advise Only hanno ancora ragione di esistere (probabilmente per anni). E, guardando avanti, il cammino è costellato di rischi e di opportunità, come sempre.
Rischi. Se la traiettoria dell’economia reale non varia, si rischia un progressivo impoverimento dell’Italia, con conseguenze anche di natura finanziaria: in assenza di crescita economica, il debito pubblico non è sostenibile all’infinito. Ciò mina la solvibilità del Paese. Per quanto poco probabile, quindi, il default e/o l’uscita dall’euro restano per l’Italia nel novero delle possibilità. Un rischio per tutta l’euro zona.
Opportunità. Partendo dal presupposto che il default dell’Italia e la rottura dell’euro avrebbero con buona probabilità conseguenze assai negative, bisogna supporre che si tratta di qualcosa che è nell’interesse generale evitare. Si può allora ipotizzare che il percorso di risanamento continui, anche se lentamente e con errori strategici. Questo è secondo noi di Advise Only lo scenario con maggiori probabilità di accadimento. Uno scenario che lascia spazio ad ulteriori riduzione degli spread dei Paesi Periferici, con impatto positivo sui titoli di Stato e, in varia misura a seconda del settore, sulle azioni.
Tuttavia, questo è anche lo scenario che ingloba l’incerta situazione delle banche europee nei prossimi mesi, soggette ad Asset Quality Review e a Stress Test (un processo volto a diminuire il rischio… ma che paradossalmente nell’immediato costituisce fattore di rischio non da poco). Non dimentichiamo altri rischi a livello internazionale, come la gestione del Debt Ceiling e del Fiscal Cliff negli USA, nonché l’incerta evoluzione della ripresa economica globale.
Coerentemente con questo scenario difficile (…detto fra noi, io faccio fatica a ricordare scenari “facili”), abbiamo variato la composizione dei portafogli, rinnovando le obbligazioni in scadenza e modificando l’asset allocation. Ma altre cose non cambiano: i portafogli Anti Crisi (Euro OK, Intermedio e Euro Tsunami) restano alla portata di tutti perché, oltre ad essere costituiti da strumenti finanziari semplici e “low-cost”, sono sempre disponibili gratuitamente online su www.adviseonly.com.
Non vi resta che andare a curiosare che cosa è cambiato.
Gianni / Novembre 12, 2013
Show time dei portafogli!!!!
Proprio oggi Moodys da buon profeta di sventura ricomincia con la ballata dell’Euro Doom: http://mobile.ilsole24ore.com/sole24orem/post/102?url=ABe2qkc
Ma io compro Intermedio, e me ne frego!!!
Resta però una curiosità: ma perchè Intermedio per coprirsi dal peggio ha tante obbligazioni in valuta straniera piuttisto che tanti Bund a 30 anni (misto OAT per spuntare qualcosina in più) che comunque danno oggi un buon 2.5%?
Le obbligazioni in valuta straniera tormentano il profano come me. Bastano poche variazioni dei cambi e il pianto è subito grande essendo queste comunque una buona fetta del portafoglio.
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Massimo Vicari / Novembre 13, 2013
Rispondo a naso (quindi molto secondo me!) : se il ptf tende a vedere un futuro nero per l’euro, questo si indebolirà, quindi le obbligazioni straniere umenteranno di appeal.
Nell’intermedio le cose si dovrebbero mantenere costanti, quindi le condizioni dell’euro (ad oggi cmq troppo forte rispetto alla reale parità del potere di acquisto) non dovrebbero penalizzare i bond, anzi, la tendenza e’ verso l’indebolimento strutturale dell’euro, e quindi un maggior valore relativo dei bond stessi.
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Raffaele Zenti / Novembre 13, 2013
Ottimo Massimo 😉
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Raffaele Zenti / Novembre 13, 2013
Massimo Vicari diventa sempre più bravo: ha già detto il 90% di quello che intendevo dire prima di avere il tempo di rispondere…
Aggiungo soltanto un paio di cose: in caso di patatrac dell’euro non è chiaro cosa succederà al Bund (per dire, la Germania ha in pancia banche considerate rischiose dal mercato, come Deutsche), anche se è più probabile che nell’immediato si apprezzi, è meglio diversificare. Insomma, l’idea, piuttosto i9ntuitiva, è che in caso di problemi nell’area euro è meglio avere i quattrini fuori dall’area euro.
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Massimo Vicari / Novembre 13, 2013
Grazie, frequento buone compagnie 😉 Quindi, se l’UE dovesse saltare, la germania si comporterebbe all’opposto di un safe heaven, non avendo un buon consumo interno che manterrebbe le teutoniche industrie a pieno regime. Ovvero un fatomatico Deutsche-Euro o un nuovo marco sarebbe destinato a deprezzarsi. E’ corretto? (e se si, qualcosa non mi torna)
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Raffaele Zenti / Novembre 14, 2013
E’ un rischio. Non è detto che vada così, ma non si può escludere.
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Massimo Vicari / Novembre 14, 2013
certo, del resto in economia non ci sono leggi ma solo teorie 😉
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