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8 esperti di economia rispondono alle nostre domande sul QE della BCE

Grande è l’attesa dei mercati e dei risparmiatori per la riunione del Consiglio direttivo della BCE del 22 gennaio 2015, nella quale potrebbe essere annunciato l’atteso QE, il programma di acquisto di titoli volto a stimolare la crescita economica e l’inflazione nell’eurozona.

Molte sono le incognite. AdviseOnly ha chiesto un’opinione sulle mosse della BCE a un panel di esperti di economia e mercati (che vediamo nella foto, in quest’ordine):

  • Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di Strategia e Politica Aziendale alla Scuola di Direzione Aziendale (SDA) dell’Università Bocconi;
  • Francesco Daveri, docente di economia all’Università di Parma, redattore lavoce.info ed editorialista del “Corriere della Sera”;
  • Corrado Griffa, fondatore e amministratore presso Griffa & Associati, chief editor del think tank ItaliAperta, collaboratore al blog di AdviseOnly e a “Smartweek”;
  • Mario Moschetta, responsabile obbligazionario per le gestioni patrimoniali di Banca Leonardo;
  • Riccardo Puglisi, economista, ricercatore all’Università di Pavia, redattore lavoce.info, “Corriere della Sera” e “Linkiesta”;
  • Fabio Scacciavillani, capoeconomista del fondo sovrano dell’Oman e blogger del “Fatto Quotidiano”;
  • Mario Seminerio, economista, blogger di Phastidio.net e giornalista economico;
  • Marco Sozzi, gestore obbligazionario di AcomeA Sgr.

BCE farà il QE

Ecco le nostre domande e le risposte degli 8 esperti.

1. Con quale probabilità la Bce annuncerà il QE il 22 gennaio 2015?

Carnevale Maffè: “Alta”.

Daveri: “Alta”.

Griffa: “Media: oltre il 40%. Sarà importante la definizione delle modalità d’intervento. Innanzitutto la tipologia di asset.  Quindi: ci sarà un rating minimo? Quale rating minimo sarà accettato? Su questo punto la mia interpretazione è che ci sarà un minimo, o comunque  un criterio “sintetico” che, ad esempio, includa un mix di rating, scaglionato in base alla solidità percepita delle banche, solidità  che potrebbe derivare dai risultati del recente comprehensive assessment. Inoltre, c’è da domandarsi se l’operazione includerà solo titoli Stato, o anche derivati, come gli ABS. Poi, occorre definire chi saranno i soggetti venditori: certamente banche commerciali, ma quali banche? E le banche centrali? Inoltre: quale sarà l’ammontare venduto da ciascuna tipologia di banca?”.

Moschetta: “Alta”.

Puglisi: “Alta”.

Scacciavillani: “Alta”.

Seminerio: “Ci sarà il 22 gennaio, a mio giudizio”.

Sozzi: “Alta”.

2. Se pensi che la Bce non annuncerà il QE a gennaio, quando potrebbe farlo?

Carnevale Maffè: “Se non agiscono ora, probabilmente lo faranno a febbraio. Ma io credo che a questo punto annunceranno il QE…  sennò li denunciano all’Aja per inadempienza al mandato (scherzo, naturalmente)”.

Griffa: “Politicamente, la BCE potrebbe correre il rischio di annunciare il QE prima delle elezioni in Grecia; questo sarebbe un messaggio fortissimo agli elettori greci. Ma, ovviamente, sarebbe una decisione soggetta a molte critiche”.

3. Se invece pensi che ci sarà il QE, quale sarà il suo ammontare?

Carnevale Maffè:Da 500 miliardi di euro a 1 trilione, ma con mooolta calma”.

Daveri:500 miliardi di euro, pari a 100 miliardi al mese nel primo semestre dell’anno. Così potremo superare le elezioni in Grecia”.

Griffa: “Sino a 500 miliardi di euro”.

Moschetta:500 miliardi di euro, o forse una cifra maggiore”.

Puglisi:750 miliardi di euro, o più”.

Scacciavillani:500 miliardi di euro”.

Seminerio: “Credo indicativamente intorno ai 500 miliardi di euro, ma saranno fondamentali le indicazioni operative: non essendo ‘illimitato’, il mercato potrebbe reagire male, da subito”.

Sozzi: “Io credo 700 miliardi di euro”.

4. L’eventuale QE sarà risolutivo per i problemi dell’eurozona?

Carnevale Maffè: LOL (sonora risata, ndr)

Daveri: “Risolutivo? Servirà per deprezzare ancora l’euro. Ma da solo il QE non basta: serve che i Paesi dell’eurozona con basso deficit usino la flessibilità consentita dalla nuova Commissione europea”.

Moschetta: “Per capirlo, guardiamo al Giappone: fino ad ora, nonostante gli sforzi, il QE non ha sortito grandi effetti, poiché il Paese è ancora in deflazione e il PIL cresce a ritmi modesti. Ma i mercati finanziari hanno reagito bene. Quindi io mi aspetto che un QE nell’eurozona sia molto efficace per quanto riguarda i mercati finanziari (che in parte l’hanno già anticipato). Sull’economia reale, mi aspetto che gli effetti siano assai inferiori e si manifestino più in là nel tempo”.

Griffa: “No. Nel breve termine aiuterà l’economia a patto e condizione che la liquidità derivante dalla vendita sia interamente reindirizzata ai settori economici “prenditori di fondi”.  Seppure auspicabile, un eventuale vincolo in tal senso (funding for lending) è di difficile formulazione ed enforcement”.

Puglisi: “Importante sì, ma non risolutivo: servirebbe un piano di investimenti pubblici pari a tre, quattro volte il piano Juncker”.

Scacciavillani:Non sarà risolutivo, come non lo sono state le altre operazioni straordinarie di politica monetaria, per il semplice fatto che non affrontano le due piaghe purulente da cui si diffonde la cancrena della crisi:

  1. lo stato comatoso del sistema bancario europeo e l’arretratezza del settore finanziario, nel quale è assente di fatto il venture capital;
  2. i disincentivi all’innovazione e all’attività imprenditoriale derivanti da burocrazie demenziali, tasse alte e farraginose, persistenza di ostacoli al mercato interno, durevoli incrostazioni venefiche di socialismo reale nella mentalità delle classi dirigenti.

Seminerio: “Non sarà risolutivo, visto che mancano ancora condizioni di domanda aggregata decenti. I sistemi bancari del sud dell’Eurozona, soprattutto il nostro, potranno liberarsi (forse) di molti titoli di Stato, ma questo non significa che torneranno a prestare in presenza di una congiuntura debole. Se poi il rischio di credito degli acquisti BCE dovesse restare in capo alle banche centrali nazionali, come vogliono i tedeschi, vedo difficile un miglioramento significativo della posizione del nostro Paese. Si rischia una forte delusione, in sintesi. Per i cittadini e per i mercati”.

Sozzi: “No, il QE non sarà la soluzione definitiva dei problemi dell’eurozona”.

 

E voi lettori, cosa ne pensate?

Se volete approfondire il tema o volete chiarire i vostri dubbi, chiedete ai nostri esperti: saranno a vostra disposizione martedì 20 gennaio alle 15:00 in live chat.

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