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Qual è la differenza tra l’Italia di Renzi e la Grecia di Tsipras? Intervista a Nikos Frangos

Sono moltissimi i post realizzati su questo blog che hanno come argomento la Grecia. Dal 2010, quando il faro dei mercati finanziari ha puntato il suo cono di luce su questo piccolo paese balcanico, la nostra redazione ha più volte analizzato la situazione macroecomica, ha seguito tre elezioni politiche e ha approfondito le politiche di austerity che il paese ha dovuto accettare.

In questi giorni la Grecia è tornata sulle prime pagine di tutti i giornali europei. La vittoria di Alexis Tsipras, quarantenne leader carismatico della formazione politica Syriza (sinistra radicale e anti-austerity) ha scosso le cancellerie dei paesi dell’Europa del nord, segnatamente in Germania.

Tsipras ha promesso in campagna elettorale la rinegoziazione del debito e una forte opposizione alle politiche “lacrime e sangue” della Troika (BCE, UE e FMI) con l’intento di ridare ossigeno alla popolazione, afflitta da ormai 5 anni di durissima crisi.

La Grecia resta un grande debitore delle banche tedesche, francesi e italiane (ebbene sì, anche del nostro paese). Riuscirà il pasionario ellenico a mantenere le sue promesse?

Chiediamolo a Nikos Frangos, un greco-milanese doc. Nikos è un analista politico-economico, Presidente del Centro Ellenico di Cultura – Comunità Ellenica di Milano e ha già collaborato con il blog di AdviseOnly rispondendo ad alcune nostre domande nei momenti più importanti della recente storia della Grecia.

intervista a nikos frangos

1. Allora Nikos, come prima cosa, ti va di farci una fotografia del tuo paese? Come stanno i greci? Qual è la situazione dietro lo spread e i tassi di disoccupazione?

Beh, la situazione per quanto riguarda l’economia reale continua ad essere critica anche se dal punto di vista macroeconomico la Grecia ha migliorato alcuni fondamentali (avanzo primario in primis). Lo scorso dicembre purtroppo le entrate fiscali sono diminuite causa il caos generato dall’annuncio di elezioni anticipate. La popolazione, dopo anni di una così pesante crisi economica, è stremata.

I giovani non vedono un futuro davanti a sé, gli strati sociali più deboli della popolazione (disoccupati e pensionati) stanno soffrendo molto e non sanno più come andare avanti. Negli ultimi tempi non ho più visto la rabbia degli anni scorsi ma, semmai, quasi una rassegnazione. Una rassegnazione che ha avuto un estremo sussulto d’orgoglio con questo risultato elettorale, nella speranza che possa veramente cambiare qualcosa.

2. Tsipras sarà il nuovo premier. Cosa cambierà secondo te? Davvero riuscirà a battere i pugni sul tavolo della Troika?

Tsipras ha un compito difficilissimo: la Troika ha interrotto i negoziati (e la somministrazione degli aiuti economici) con il governo di Samaras in quanto quest’ultimo si è rifiutato di approvare ulteriori misure di austerità. Adesso l’incognita è capire quale sarà l’atteggiamento con un nuovo governo anti-austerità, che ha sempre detto di voler stracciare il memorandum.

Sarà sicuramente una partita a poker “non adatta per cuori deboli”: da un lato i creditori chiederanno il rispetto degli impegni precedentemente presi in cambio di ulteriori aiuti, puntando su due aspetti in particolare:

  • la Grecia non ha attualmente le risorse necessarie per aumentare la spesa pubblica;
  • “accontentare” il nuovo governo greco con un ulteriore taglio del debito ed ulteriori facilitazioni, costituirebbe un pericoloso precedente per altri Paesi europei che si sentirebbero legittimati a chiedere altrettanto.

Dall’altro lato Tsipras chiederà di rinegoziare gli accordi ribadendo di non voler accettare quanto precedentemente sottoscritto dai precedenti governi, confidando che in Europa nessuno realmente sarebbe disponibile a veder uscire dall’area euro un Paese membro. La Grecia, quindi, potrebbe costituire l’inizio della svolta nella politica economica degli ultimi anni in Europa.

L’ideale sarebbe raggiungere un punto di incontro in cui si possa aiutare la Grecia (che da sola non può comunque farcela), riuscendo al contempo a ottenere delle riforme che rendano competitiva e sana l’economia greca eliminando la corruzione, l’impunità, l’evasione fiscale e in generale gli sprechi e le inefficienze del “sistema di potere” che esiste nel paese.

3. Ritieni sia credibile un Governo formato da un partito di Sinistra Radicale (Syriza, appunto) con un partito di destra, Anel (il partito nazionalista dei greci indipendenti)? Oltre alla lotta alla austerity, cosa unisce queste due forze politiche?

Beh, credibile o non credibile la volontà popolare va rispettata, quindi è sacrosanto che chi vince debba governare.

Tra questi due partiti di opposta ideologia i punti in comune sono due in particolare: la lotta all’austerità e l’“odio politico” verso i comuni avversari: il Pasok e Nea Dimokratia, i partiti che hanno governato la Grecia dal 1974 in poi. Syriza, da quando esiste, ha sempre condannato il populismo e la dilagante corruzione all’interno del Pasok, mentre i Greci Indipendenti hanno avuto forti contrasti con Nea Dimokratia, imputando loro di essere “succubi” della Troika e corrotti.

Rimane singolare il fatto che numerosi esponenti di Syriza e di Anel abbiano fatto parte in passato del Pasok e di Nea Dimokratia in qualità di membri e funzionari di partito o addirittura come parlamentari o ministri di precedenti governi, senza mai accorgersi (prima di cambiare partito) di tutto quello che ha portato la Grecia al fallimento.

4. Tsipras in campagna elettorale aveva fortemente marcato le differenze con il premier italiano Matteo Renzi. Ai primi dati sugli exit poll ha dichiarato: «Io sono come Renzi, voglio cambiare verso all’Europa» e ancora: «lo incontrerò molto presto e avremo tanto di cui parlare. La pensiamo alla stessa maniera su molte cose». Chiusa la campagna elettorale Tsipras cerca un alleato forte in Europa?

Se prendiamo in considerazioni le dichiarazioni degli esponenti politici greci prima e dopo le elezioni, possiamo notare differenze assai stravaganti. Per quanto riguarda Tsipras è ovvio e legittimo che cerchi un partner forte in Europa.

Penso che Tsipras cercherà sostegno dai leader progressisti per forzare la mano al blocco nordeuropeo che spinge per la prosecuzione di politiche di austerity. Già adesso in Spagna Tsipras è perfettamente allineato con il movimento “Podemos”. Tsipras cercherà anche l’appoggio del leader del centro-sinistra Renzi.

5. Ad oggi, quali sono le differenze che vedi tra Grecia e Italia?

La Grecia e l’Italia sono abbastanza simili per il fatto di possedere bellezze naturali e un patrimonio culturale dall’inestimabile valore. Inoltre entrambi i Paesi costituiscono la frontiera sud dell’Europa e sono spesso “lasciati soli” ad affrontare il problema degli enormi flussi di immigrazione dai Paesi più poveri o in guerra.

Le differenze le vedo nella struttura dell’apparato pubblico, nel senso che l’Italia, oltre ad essere una potenza industriale, ha un apparato che funziona (anche se non perfettamente) ed un tessuto economico piegato dalla crisi economica ma comunque “vivo”. La Grecia, invece, non ha la ricchezza industriale dell’Italia, ha un tessuto economico gravemente compromesso e ha un apparato statale male organizzato e non adeguato, che deve essere riqualificato per rispondere compiutamente alle esigenze del Paese. Inoltre, entrambi i Paesi purtroppo sono colpiti da una corruzione politica a livelli indecenti. Se però in Italia si ha notizia di arresti e processi di elementi collusi e corrotti anche  livello politico, in Grecia a livello politico permane un’impunità quasi totale che non esiste in nessun altro Paese Europeo.

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