Sono molti i fattori che rendono incerta la situazione sui mercati: tensioni internazionali, valutazioni “tirate”, politiche monetarie che cambiano. Ma la volatilità resta bassa e i mercati nel complesso sono positivi.
- Sta per scoppiare una guerra nucleare per graziosa iniziativa della Corea del Nord? Nessuno lo sa.
- I mercati azionari stanno per crollare? Prima o poi succederà, fa parte del gioco… ma nessuno sa quando.
- L’uscita dal Quantitative Easing sarà indolore? Bah. Espansioni monetarie di questo tipo non ci sono mai state: l’impressione è che si navighi a vista.
La lista dei fattori d’incertezza che incidono sui mercati è lunga e a prima vista per nulla rassicurante. Allo stesso tempo, non è successo nulla di tanto radicale da perturbare il clima favorevole che si respira sui mercati. Dopo il “piattume” di agosto, le Borse sono tornate a toccare dei massimi storici e gli indici obbligazionari cominciano a risentire della graduale risalita dei rendimenti (specialmente negli USA). In controtendenza rispetto all’abbrivio di mercato, il dollaro USA si è rafforzato rispetto all’euro e il petrolio è risalito in modo deciso, toccando quota 58 dollari al barile, ai massimi da marzo 2015.
Nell’aria, tra gli operatori, si avverte una sensazione di precarietà: è sempre più difficile trovare opportunità d’investimento decenti tra le maggiori asset class, eppure tutti continuano ad investire in asset rischiosi. Questo perché la domanda di ritorni è elevata (e quando mai non lo è?) e la volatilità continua ad essere bassissima.
In casi come questi, occorre mantenersi razionali e attenersi a numeri e fatti, senza farsi influenzare da sensazioni. E questi sono i numeri e i fatti principali:
- i nostri Barometri del Rischio dicono chiaramente che di stress finanziario in giro ce n’è davvero poco (i rischi ci sono, certo, ma sono più o meno gli stessi di alcuni mesi fa – inclusa la potenziale instabilità italiana);
- le valutazioni sono tirate sia sull’azionario che sull’obbligazionario, ma non sono eccessive, e comunque tirate lo sono state anche in passato, quando i mercati hanno retto per periodi sorprendentemente lunghi (rammentiamo che dal 1992, allorché la Borsa USA iniziò ad avere valutazioni ben superiori alla media storica, fino allo scoppio della bolla dot.com che mise fine al periodo di “esuberanza irrazionale”, la Borsa USA guadagnò oltre il 250%, non esattamente bruscolini);
- la liquidità, tradizionale parcheggio in situazioni fumose, ha un costo opportunità elevato, come dimostra il nuovo minimo toccato dai rendimenti dei BOT di poco superiori a -0,40% (quindi con un rendimento reale decisamente più basso);
- l’atteggiamento delle banche centrali, FED e BCE in testa, sembra piuttosto equilibrato, e pare che la linea di comunicazione instaurata con i mercati sia buona, sia per la BCE che per la FED; difficile ex-ante immaginare grossi scossoni su questo fronte;
- i cigni neri possono piombarci addosso, sì, ma sono imprevedibili per definizione, sicché il massimo che possiamo fare è mantenerci vigili.
Al momento, continuiamo a navigare secondo la rotta impostata nei prossimi mesi, con gli occhi fissi su indicatori di rischio, valutazioni e momentum, seguendo un po’ la corrente come quasi tutti gli operatori.
Come vanno i nostri portafogli?
[accordion title=”Portafogli Obiettivo”] Questi portafogli sono stati costruiti con uno scopo ben preciso: investire per i figli, per ottenere un reddito integrativo da un capitale disponibile, per accumulare un capitale a lungo termine, oppure per quando si andrà in pensione. Sono composti principalmente da ETF e puntano ai più solidi premi al rischio offerti dai mercati finanziari, ricercando gli attivi con il miglior rapporto tra valore e prezzo, in modo bilanciato e diversificando i rischi. Sono portafogli che non badano molto alla volatilità di breve periodo, perché mirano ad obiettivi più lontani nel tempo.Clicca qui e prova a configurare il tuo portafoglio ad obiettivo!
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Questi portafogli condividono la filosofia d’investimento a medio e lungo termine dei portafogli ad obiettivo, ma puntano su temi ben precisi (ad esempio i grandi trend della nostra società), oppure sono legati a un evento (ad esempio il destino dell’euro). Sono portafogli fedeli alla strategia d’investimento, che non si fanno condizionare troppo dalla volatilità di breve periodo e dal “rumore” dei mercati finanziari: badano al segnale, cioè a ciò che conta davvero.
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[/accordion] [accordion title=”Portafogli Tattici”] Questi sono portafogli dall’anima più “dinamica” rispetto agli altri. Investono prevalentemente in ETF e sono soggetti a revisioni e aggiornamenti periodici più frequenti, sulla base dei nostri indici di valutazione e del variare del rischio.Clicca qui e prova a configurare il tuo portafoglio tattico!
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Come si acquistano i Portafogli AO?
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