Come si sono comportati i mercati finanziari al sempre doloroso cambio della guardia tra estate e autunno? Bé, possiamo dire che le stagioni passano, le giornate si accorciano e i mercati… non cambiano. Ma andiamo con ordine.
Il quadro macro
Le Banche Centrali corrono (di nuovo) ai ripari “in supporto alla crescita economica”. Dalla FED è arrivato il secondo taglio dei tassi, mentre da Francoforte la BCE dell’oramai uscente Mario Draghi non ha deluso le attese. È stato infatti annunciato il taglio del tasso sui depositi (ora al -0,5%), il nuovo QE1 da 20 miliardi al mese e nuova tranche di prestiti alle banche (TLTRO2) per rilanciare la spirale di consumi e investimenti. Misure necessarie anche per sostenere l’inflazione, le cui aspettative degli ultimi mesi continuano a calare, lontano dal target del 2% (circa) perseguito.
Tuttavia, se da un lato la FED ha maggiori margini di manovra avendo avviato negli scorsi anni un processo più restrittivo (tramite il rialzo dei tassi), la nostra BCE potrebbe aver meno cartucce da sparare. Non a caso nelle ultime settimane Draghi ha ricordato che (ora più che mai) è necessario affiancare alla politica monetaria la politica fiscale, individuandola come “la grande differenza tra Europa e Stati Uniti”. Ora tocca ai governi dei paesi dell’Eurozona.
Anche sul capitolo geopolitico non ci si annoia mai. Dagli Stati Uniti tornano insistenti le voci di un possibile impeachment per il presidente Trump: accusa di corruzione a seguito del ribattezzato scandalo “Kievgate”. Ad un anno dalle presidenziali il clima si fa sempre più bollente.
Caso Brexit: dichiarata illegale la sospensione del Parlamento, il Primo Ministro britannico si ritrova senza maggioranza al Governo. Ad oggi lo scenario più probabile rimane quello di una nuova tornata elettorale e conseguente slittamento della deadline per la Brexit, fissata al prossimo 31 ottobre.
Non solo USA e UK: in Spagna si tornerà al voto il 10 novembre, per la quarta volta in quattro anni. In Italia non si vota ed il nuovo Governo “giallo-rosso” è alle prese con manovra di bilancio.
Il quadro finanziario
Un’altro grande tema degli ultimi mesi, lo spauracchio della recessione, è oggetto di attente analisi. I punti di debolezza li conosciamo: Germania, con il settore manifatturiero sempre più indebolito, la Trade War, con i suoi effetti diffusi globalmente e l’immancabile e oscura Brexit. A sottolineare le infelici ripercussioni di questa incertezza è arrivato negli ultimi giorni anche l’outlook dell’agenzia di rating3 Fitch, che ha abbassato le stime di crescita del PIL mondiale dello 0,2%, ora al 2,6% per l’anno in corso. Ad accompagnare il report di Fitch arriva anche quello del WTO, che segnala il peggior calo negli scambi commerciali dal 2009: +1,2% la crescita attesa per il 2019 oggi, quando solo sei mesi faceva segnare il +2,6%.
Banche centrali, economia, e le società sui mercati? Un rapido sguardo ai primi risultati delle trimestrali negli Stati Uniti certificano i segnali di preoccupazione sopra riportati. Al momento il calo atteso degli utili su base annua si attesta al -3,7%, valore guidato dal settore energetico, tecnologico e dei materiali. Discorso analogo per la crescita dei ricavi, il cui valore attuale (2,8% annuo) è inferiore alla media degli ultimi 5 anni.
La nostra view
L’ultimo mese si chiude positivamente per i mercati finanziari. Tutte le piazze principali hanno ben assorbito l’effetto dettato dalle azioni delle banche centrali. Più contrastato lo scenario per il mercato obbligazionario invece, che risente maggiormente delle incertezze presenti.
Di conseguenza anche le asset class mostrano questa dinamica: l’azionario è da prediligere all’obbligazionario, dato che presenta sia migliori valutazioni fondamentali che momentum4. Bene anche le materie prime. Più nel dettaglio, il mercato asiatico (guidato dal Giappone) si conferma tra le migliori realtà, seguito dal mercato europeo. Caro il mercato statunitense. Tra gli emergenti la Russia si conferma in ottima forma, grazie alla spinta del petrolio.
Sul fronte obbligazionario, migliora la dinamica per il segmento governativo, più recettivo alle decisioni delle banche centrali, rispetto a quello societario, che sconta i timori sopra discussi.
Dato il contesto descritto, le nostre soluzioni d’investimento non hanno necessitato di modifiche. I portafogli più caratterizzati dalla componente azionaria hanno ben performato nell’ultimo mese, al contrario di quelli più difensivi e maggiormente obbligazionari.
1 – #ABCFinanza: che cos’è il Quantitative Easing?
2 – #ABCFinanza: cosa sono le aste TLTRO e che effetti hanno sull’economia reale?
3 – #ABCFinanza: le agenzie di rating, cosa sono e a cosa servono
4 – #ABCFinanza: Cos’è la strategia Momentum?
Cosimo / Ottobre 17, 2019
Salve.
Sono un vostro vecchio follower.
Avevo aderito tempo fa al servizio AO Tutor (a pagamento) che trovavo interessante ad un prezzo più che equo.
Poi avete deciso di cessarlo rimandando tutto al sito web dove continuano ad essere pubblicati portafogli e con cadenza mensile aggiornamenti sull’asset allocation.
A mio parere quello che manca è un servizio puntuale che avvisi quando un portafoglio cambia.
Ci siamo sentiti altre volte via mail e mi era stato detto che bastava iscriversi alla newsletter per ricevere periodicamente un’informativa su eventuali cambi nei portafogli.
Io sono regolarmente iscritto ma non ho mai ricevuto questo tipo di comunicazione.
Ricevo mail che riguardano articoli (sempre interessanti) pubblicati sul sito web ma nulla di specifico sull’asset allocation e sulle eventuali sue variazioni.
Mi permetto di suggerire che sarebbe estremamente utile ricevere segnalazioni precise e tempestive relative ai portafogli di proprio interesse anche dietro sottoscrizione a pagamento.
Allo stato attuale,infatti, trovo difficile individuare per tempo le variazioni dei portafogli che seguo.
Ho deciso di scrivere proprio perché apprezzo molto le analisi che offrite ed in generale il vostro lavoro.
Vi ringrazio anticipatamente se vorrete introdurre in futuro questo importante upgrade.
Cordiali saluti
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Redazione AdviseOnly / Autore / Ottobre 22, 2019
Buongiorno,
ti ringraziamo per il prezioso feedback fornito. Tuttavia al momento non è previsto un simile “upgrade” del servizio.
Il cambio strategico effettuato è stato pensato in modo da dare maggiore rilevanza all’aspetto di educazione finanziaria che vogliamo fornire tramite gli articoli sul blog e anche attraverso la nostra gestione delle soluzioni d’investimento.
Grazie ancora e buona giornata
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Simone / Ottobre 23, 2019
Salve,
concordo con le osservazioni di Cosimo.
E quindi, pur consapevole della vostra attuale scelta, mi aggrego alla richiesta di riconsiderare la possibilità in futuro di un servizio, a pagamento, di notifica degli aggiornamenti dei portafogli.
Sarebbe utile sia per chi implementa portafogli più “dinamici”, sia per chi si orienta su quelli più “pigri” (potendo essere pigro fino in fondo nel restare in attesa della “campanella” che gli suggerisce la necessità di un ribilanciamento…).
Cordialmente,
Simone
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Paolo Carra / Novembre 2, 2019
Sono d’accordo con Cosimo e Simone: Adesso è più scomodo aggiornare i portafogli.
Per quanto mi riguarda leggevo gli interessanti articoli anche prima quando c’era il servizio via mail di cambio di asset allocation quindi secondo me una cosa non esclude l’altra.
Cordiali saluti
Paolo
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