L’ingresso nell’ultimo trimestre permette di iniziare a tirare un primo bilancio su un 2019 che si incammina sul viale del tramonto. Avevamo iniziato l’anno parlando di “economia mondiale in rallentamento” e lo chiuderemo allo stesso modo… con però qualche sprazzo di luce.
Il quadro macro
Tra i maggiori fattori del rallentamento troviamo la Cina che, alle prese con la Trade War e un’economia sempre più globale, ha per prima accusato le incertezze degli ultimi mesi. PMI, produzione industriale e PIL sono calati: a provare ad arginare questa caduta è dovuta intervenire la banca centrale del paese (come avviene nel resto del mondo) che ha operato una nuova iniezione di liquidità per 250 miliardi di yuan, l’importo più grande dallo scorso maggio. Tuttavia, gli indicatori relativi al prezzo dei metalli industriali nel paese e le recenti aperture su una possibile positiva conclusione della fase uno dei negoziati tra Washington e Pechino lasciano sperare per un moderata ripresa nei prossimi mesi, con conseguente beneficio per l’economia globale.
Un risultato di tutto interesse per il Presidente Trump. Infatti, l’appuntamento elettorale principale del prossimo anno saranno proprio le elezioni negli Stati Uniti. Trump, alle prese con lo scandalo Kiev-gate, avrà tutte le intenzioni di arrivare alla campagna elettorale forte di un accordo che dia un po’ di respiro al settore agricolo e manifatturiero del paese, tra i più colpiti della guerra dei dazi.
A beneficiare di una possibile ripresa per la Cina c’è anche l’Europa, dove la Germania è il primo paese ad accusare il calo delle esportazioni verso il gigante asiatico. In questa incertezza la BCE del Neopresidente Christine Lagarde continuerà a seguire l’eredità del nostro Mario Draghi1. Dopo la ripresa degli acquisti del QE e il taglio dei tassi, il mercato ora si attende un ulteriore mossa espansiva con una riduzione del tasso sui depositi già alla prossima riunione di dicembre. Lato FED invece, dopo il terzo taglio dell’anno e a seguito di dati economici migliori delle attese, Powell rimane in posizione attendista, rimandando (con tutta probabilità) al 2020 per un nuovo taglio.
Il quadro finanziario
Sui mercati il dato più rilevante è arrivato sopratutto dalle ultime trimestrali. Guardando al mercato americano, il barometro di quello mondiale, arriva infatti un chiaro messaggio: i risultati registrati hanno sì sorpreso positivamente le aspettative degli analisti, ma si tratta di una sorpresa “amara”. Entrando nel dettaglio, gli utili nell’ultimo anno sono diminuiti del 2,4% in media. A registrare i risultati peggiori troviamo quei settori maggiormente esposti al commercio internazionale, mentre rimane positiva la dinamica per quei settori più “difensivi”. La Trade War sta pesando sulle aziende a più ampio respiro “geografico”.
La nostra view
La recente fase risk-on che perdura dalla fine dell’estate continua a rinvigorire i mercati finanziari. A spiccare su tutti sono i risultati dei mercati più stabili (sia in termini di valutazioni fondamentali che di momentum2): Giappone, Europa e mercati emergenti. Peggiora la dinamica del mercato statunitense, le cui valutazioni continuano ad essere decisamente elevate rispetto alla media storica. In termini di asset class l’azionario rimane da preferire all’obbligazionario, spinto anche dai positivi risvolti in termini di Trade War. Ancora positiva la realtà per i metalli, soprattutto il segmento di quelli “preziosi”.
Le ultime positive settimane per l’azionario si riflettono anche nelle nostre soluzioni d’investimento maggiormente legate a questa asset class. Più deboli le soluzioni difensive, più esposte sull’obbligazionario e sulle materie prime (oro in particolare). In chiave strategica non è stato ritenuto necessario operare modifiche di asset allocation, mentre in chiave tattica abbiamo chiuso l’esposizione sul Canada nei portafogli più rischiosi della famiglia “Tattici”, sostituendola con una sul Giappone.
1 – Draghi se ne va: quale futuro per l’economia monetaria europea?
2 – #ABCFinanza: Cos’è la strategia Momentum?
cosimo Mercuro / Novembre 14, 2019
“…mentre in chiave tattica abbiamo chiuso l’esposizione sul Canada nei portafogli più rischiosi della famiglia “Tattici”, sostituendola con una sul Giappone…” Ovvero? Operativamente come procediamo? Grazie
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Gennaro Botti / Novembre 14, 2019
Nel portafoglio tattico,rischio alto,devi vendere l’etf sul Canada e acquistare l’etf sul Giappone(hedge).Saluti
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antonello reveane / Novembre 15, 2019
mi associo a cosimo mercuro… e quindi?
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Luca A. / Novembre 17, 2019
Scelto un portafoglio, ad ogni pubblicazione di un nuovo articolo “Asset Allocation” da parte della redazione di AO, controllo se l’asset di tale portafoglio è cambiato ?
Ho capito bene ?
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Daniele D'Avino / Novembre 18, 2019
Esatto, ti invito inoltre a leggere i singoli articoli di ogni portafoglio per scoprirne le caratteristiche principali.
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