Il mondo economico/finanziario è finito in una sorta di “sottosopra”, di realtà parallela?
Ci chiediamo questo perché negli ultimi mesi abbiamo assistito a mosse e contromosse sui mercati che non lasciano traspirare una gran chiarezza di fondo. Si naviga a vista.
Il quadro macro
Pensate, era solo lo scorso dicembre che la FED operava un rialzo dei tassi e ne annunciava almeno altri due nel corso del 2019. Allo stesso tempo la BCE concludeva gli acquisti del QE e l’inflazione sembrava avvicinarsi sempre più al target del 2% ricercato. Poco più di sette mesi dopo la realtà è decisamente cambiata.
Come ampiamente atteso, la FED nella riunione del 31 luglio ha operato il primo taglio dei tassi dal dicembre del 2008 di 25 punti base, portando l’intervallo dei FED Funds tra il 2% e il 2,25%. A sorpresa dei più, è stato deciso di concludere il processo del Quantitative Tightening, ossia il processo di riduzione del bilancio dell’istituto. “Una protezione dai rischi al ribasso” ha dichiarato Powell durante la conferenza stampa.
Nell’Eurozona invece la BCE non ha ancora toccato i tassi, ma le aspettative sono tutte per la riunione del prossimo 12 settembre, dove si stima una probabilità di ritocco al ribasso di 10 punti base del 98%. Inoltre, è stata dichiarato che nuove misure di stimolo monetario (QE) potranno essere prese in considerazione se l’inflazione non inverte la rotta.
Insomma, su entrambe le sponde dell’Atlantico si è passati da un politica restrittiva, ad una più accomodante, in risposta ai rischi presenti sul mercato.
Il quadro finanziario
L’economia come sta invece? Bene, ma non benissimo. Non a caso il Fondo Monetario Internazionale nelle sue ultime stime di metà luglio ha corretto, nuovamente al ribasso, le stime di crescita. “La crescita globale resta modesta”, con una crescita attesa del 3,2% per l’anno in corso, lo 0,1% in meno della stima di aprile. Soliti i fattori di debolezza: Trade war e Brexit con l’aggiunta delle pressioni deflazionistiche, dichiara il Fondo.
La crescita rimane, parlare di recessione (come abbiamo già detto) ci pare eccessivo, tuttavia qualche segnale di rallentamento non possiamo non vederlo. Infatti, come dichiarato da Mario Draghi, “l’outlook economico dell’Eurozona non fa che peggiorare, soprattutto per i paesi in cui pesa il settore manifatturiero”. Produzione industriale e fiducia delle imprese del Vecchio Continente continuano a rallentare, soprattutto per la Germania, dove pesano particolarmente le tensioni della Trade war sulle esportazioni del Paese.
Fronte Brexit, Boris Johnson è il nuovo Primo Ministro a Londra. I timori di una Hard Brexit sono aumentati, ma rimane comunque uno scenario di difficile realizzazione: per passare un simile scoglio è necessario il voto del Parlamento, che al momento risulta poco incline ad una tale soluzione.
Sul mercato la corsa dell’azionario prosegue, alimentato anche dai risultati delle trimestrali in fase di pubblicazione che segnalano risultati migliori delle attese per la maggior parte dei settori. L’obbligazionario rimane stabile, mentre lato materie prime, oro e petrolio vengono rinvigoriti dalle continue tensione geopolitiche con l’Iran.
La nostra view
La corsa dei mercati di questo primo semestre sta rendendo più complicate le decisioni di asset allocation. Nonostante le correzioni primaverili, le valutazioni dei mercati rimangono mediamente alte, e non vediamo grandi opportunità all’orizzonte.
Complessivamente meglio l’azionario dell’obbligazionario. Tra i Paesi Sviluppati l’Europa e l’Asia-Pacifico si confermano come i mercati migliori, sia in termini di valutazioni che di momentum. Per gli Emergenti positiva la dinamica per la Russia, supportata anche da una Banca centrale sempre più accomodante.
A livello settoriale i ciclici registrano una migliore fase rispetto ai mercati difensivi, mentre tra le materie prime, oro e petrolio corrono, in scia alle recenti tensioni geopolitiche. Sull’obbligazionario invece è possibile trovare del valore sul mercato statunitense, sia corporate che governativo, rispetto a quello dell’Eurozona.
In questo contesto le nostre soluzioni d’investimento, ben diversificate ed esposte sui premi al rischio più importanti, stanno registrando ottime performance, ragion per cui non abbiamo ritenuto necessario al momento operare modifiche in chiave strategica. Tatticamente invece abbiamo sostituito l’esposizione alla Germania con una sulla Russia nelle soluzioni più rischiose dei portafogli “Tattici”, dato il contesto favorevole per questo mercato.
Duncan / Agosto 2, 2019
Vista la vostra strategia di aiutare i lontani dalla finanza a comprenderla, e questa è una cosa lodevole, vorrei sottolineare la complessità delle modifiche dei portafogli. Ad esempio in questo asset allocation di Agosto scrivete di modifiche generiche nei portafogli tattici, di un cambio immagino di etf tra Germania e Russia, senza specificare quale vendere e quale comprare con tanto di isin, quindi in questo caso chi segue i vostri portafogli tattici come comprende di preciso come muoversi? Cito questo tipo di portafogli per capire meglio, ma potrei fare gli stessi esempi per gli altri. Vi prego di modificare questo lato. Per il resto è un sito eccellente, fate un gran bel lavoro, complimenti.
/
Redazione AdviseOnly / Autore / Agosto 5, 2019
Grazie per i consigli e l’apprezzamento, cercheremo di migliorare l’esperienza degli utenti.
/
Matteo / Agosto 7, 2019
Concordo pienamente, sarebbe molto utile avere indicazioni più precise su come eseguire operativamente le correzioni ai portafogli, nonché darne maggiore risalto.
Per il resto ottimo servizio!
/