L’arrivo della primavera ha dato manforte al sorprendente sprint dei mercati di questo 2019. Il primo trimestre infatti si è chiuso con tutte le principali piazze finanziarie in territorio positivo, dati macroeconomici in leggera ripresa e tensioni geopolitiche contenute.
Il quadro macro
Il grande fattore di incertezza degli ultimi mesi è stato sicuramente quello relativo al rallentamento della macchina economica globale. Cina, USA, ma anche Europa e Giappone sembravano tutti paesi “con il fiato corto”. Tuttavia, gli ultimi dati macroeconomici hanno ridimensionato questa lettura.
I timori di recessione negli Stati Uniti sono stati (per il momento) superati1. Il dato sulla crescita del PIL del primo trimestre dell’anno ha segnato un secco + 3,2% a/a, decisamente superiore al 2,5% atteso dagli analisti. A corredo, anche gli indicatori di fiducia hanno fatto registrare un andamento positivo nelle ultime settimane.
Analogo discorso in Cina, dove i PMI hanno ripreso quota, insieme al PIL. Qualche nota dolente arriva dall’Europa: il PMI del settore manifatturiero a marzo si è portato a 47,5 punti, il minimo degli ultimi sei anni. In Germania il Governo ha rivisto le stime di crescita al ribasso (0,5% il PIL atteso del 2019). In Italia la produzione industriale ha sorpreso in positivo ma la revisione al ribasso sulla stima di crescita da parte del FMI (dal 0,7% allo 0,1%) getta nuove ombre sul Belpaese.
Nel mentre i timori che la trade war si siano spostati dall’asse USA-Cina a quello USA-Europa crescono2, dopo le recenti tensioni sulle tariffe automobilistiche e il duello nei cieli tra Airbus e l’americana Boeing.
Il quadro finanziario
Le banche centrali prendono tempo: la BCE ha dichiarato che i tassi non saranno toccati “almeno fino alle fine del 2019”. Dalla FED emerge con sempre più forza l’ipotesi di non toccare i tassi almeno fino all’autunno del 2020. In Giappone la BoJ ha dichiarato che non toccherà i tassi fino alla primavera del 2020.
Con la conclusione del primo trimestre è arrivato anche l’appuntamento con la prima earning season dell’anno, le trimestrali. Dagli Stati Uniti al momento i dati che arrivano sono assolutamente positivi: l’80% dei risultati pubblicati dalle aziende hanno battuto le stime degli analisti e proseguono la crescita, spingendo verso nuovi record le piazze finanziarie americane. Bene anche in Europa e Asia, con il mercato cinese che continua la corsa (+30% da inizio anno in euro) e recupera il terreno perso nel 2018.
La nostra view
Dato questo contesto, il momentum continua a essere un elemento determinante per la crescita del mercato azionario, dove troviamo Europa, Canada e Australia tra i migliori. Obbligazioni più deboli, dove è possibile trovare ancora del valore nel segmento corporate a più alta qualità dei Paesi Sviluppati.
Anche le nostre soluzioni d’investimento proseguono la corsa, e in media da inizio anno la crescita si attesta sull’8,7%. Data la realtà sopra descritta non abbiamo effettuato modifiche di asset allocation. È stato necessario solamente operare un cambio “operativo” nel portafoglio “Intermedio”, in cui abbiamo sostituito un ETF delistato (IE00BMP3HJ57) con uno analogo per esposizione e strategia di investimento.
1 – Grafico della settimana: La curva USA si inverte e la recessione è dietro l’angolo? Non così in fretta
2 – Grafico della settimana: effetto Trade war e Brexit, chi ne pagherà le conseguenze?
gianni catalogna / Maggio 2, 2019
leggo: da inizio anno più 8,7%. Mi sembra un po pochino!!!!. Io ho fatto più 16;46%
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valerio / Maggio 3, 2019
Accidenti, c’è sempre qualcuno che fa più di qualcun altro…..ma è una gara?????
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beppe / Maggio 14, 2019
Direi molto bravo, puoi darci qualche dritta utile per tutti?
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Maurizio / Maggio 21, 2019
Eh grazie… Bisogna vedere quali rischi ti sei preso per portare a casa un 16 e rotti…
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