Chi ha famigliarità con le numerose funzionalità del nostro sito, (bisogna iscriversi per fruirne ma è gratis, lo ricordiamo), si sarà reso conto che il Barometro del rischio è peggiorato e che quello legato ai Paesi Emergenti è sotto la soglia critica di 50, soffrendo ormai da qualche mese.
C’è da preoccuparsi?
Secondo noi no. Gran parte di questo calo è dovuto a un aumento della volatilità sulle valute e all’intensificarsi della crisi russa, che ha appena costretto l’agenzia di rating Standard & Poor’s a tagliare in rating del Paese da “Investment Grade” a “Speculativo”, portandolo a BB+ da BBB- (rammentiamo che sul mappamondo finanziario potete consultare la media dei rating delle differenti agenzie assegnati ai vari Paesi).
Ripassiamo qualche concetto
Il Barometro del Rischio sintetizza in un unico indicatore il livello di stress e il rischio di contagio sui mercati finanziari: quando è superiore a 50 il rischio sistemico è nella norma. Al contrario quando è inferiore a 50 sui mercati è più probabile maltempo e maretta.
Da luglio a questa parte, il clima finanziario è peggiorato e il Barometro dei rischio dei Paesi Emergenti è costantemente sotto la soglia di 50.
Perché non è il caso di preoccuparsi eccessivamente?
Il Barometro del rischio dei Paesi Emergenti è il risultato di un aggregato di indicatori, declinati per singoli Paesi. Negli ultimi mesi gran parte del calo del Barometro è riconducibile a due fattori chiave. Analizziamoli.
- L’aumento della volatilità. La fine del QE negli USA, l’apprezzamento del dollaro e il calo del petrolio hanno aumentato in modo sensibile la volatilità implicita delle valute, che ha un peso rilevante nel nostro Barometro.
- La crisi Russa. Infatti, depurando il Barometro dal “rischio Russia” (linea rossa del grafico) e normalizzando a 100 gli indicatori, il calo è meno rilevante ed in linea con quello Mondiale.
Note: il Barometro del rischio è stato normalizzato a 100 a partire dal 15/03/2013
Come abbiamo ribadito nell’ultima asset allocation il nostro atteggiamento rimane piuttosto prudente: le “vere” occasioni d’acquisto sono poche e ci sono molti rischi sistemici. – vedi la Grecia – nonostante la spinta positiva del Quantitative Easing della BCE.
Tuttavia, dal nostro punto di vista i rischi maggiori arrivano dall’Europa e le attuali valutazioni dei Paesi Emergenti sono troppo interessanti per non averli in portafoglio. Senza esagerare però!
Vuoi sapere in che percentuale? Non ti resta che scaricare la nostra asset allocation.
Terenzio / Gennaio 28, 2015
Per farsi un’idea della serietà del rischio registrato dal barometro, sarebbe utile un confronto con il grafico dell’oro nello stesso periodo.
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Gianni / Gennaio 29, 2015
Jacopo parli di azionario quando dici: “le attuali valutazioni dei Paesi Emergenti sono troppo interessanti per non averli in portafoglio”, non di obbligazionario, giusto?
Grazie
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