La vendita dei Treasury ventennali che si è consumata lunedì 20 novembre, in un’asta che è andata meglio delle attese, contribuisce ad attenuare i dubbi sui Treasury a più lunga scadenza. Ma secondo un’analisi di Kristine Aquino, managing editor per Bloomberg Markets Today, “questa parte del mercato obbligazionario deve il suo rally soprattutto all’inversione di tendenza dell’inflazione e delle aspettative sui tassi della Fed. E ha spazio per correre finché i mercati rimangono convinti che i rialzi dei tassi siano ormai alle spalle”.
L’asta trentennale di inizio mese, uno dei maggiori flop dell’ultimo decennio, è stata significativa perché ha sollevato serie preoccupazioni sull’appetito degli investitori per il debito a lunga scadenza. Inoltre, è avvenuta nello stesso giorno in cui il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha dichiarato che la banca centrale non esiterà ad aumentare ulteriormente i tassi per contenere l’inflazione.
Da allora, i dati hanno mostrato un calo dell’indice dei prezzi al consumo, che ha spinto i trader a invertire la rotta sulle scommesse di rialzo dei tassi e a iniziare a prezzare i tagli.
Inversione di tendenza sui Treasury?
In seguito, gli investitori sono tornati a investire nel debito a lunga scadenza, alla luce del raffreddamento delle misure dell’inflazione, una tendenza che si è manifestata non solo nei titoli di Stato ma anche nel credito statunitense. “Una mossa forse sbagliata”, commenta Aquino, “visto che i rendimenti reali in calo potrebbero fermare il rally”.
In ogni caso, “i recenti commenti della Fed indicano che la prospettiva di un taglio dei tassi non è affatto imminente”.
Tuttavia, anche solo le speranze di una tale mossa, unite al raffreddamento dell’inflazione e al fatto che il debito a lunga scadenza è diventato più conveniente, sono evidentemente sufficienti a riportare questa parte del mercato obbligazionario dalla parte degli investitori.