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HomeECONOMIA E MERCATIGRAFICO DELLA SETTIMANAGrafico della settimana: cala sotto 200 lo spread tra Italia e Germania, e ora?

Grafico della settimana: cala sotto 200 lo spread tra Italia e Germania, e ora?

Non ci sono dubbi, è stato lui il protagonista del 2011, 2012 e 2013: lo spread!

E nel 2014? Forse riusciremo a lasciarlo in soffitta.

In questi  giorni, infatti, lo spread tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi è sceso sotto i 200 punti base. Non accadeva dal 2011. Il calo ha dato il via a un intenso, e a tratti pittoresco, dibattito tra scettici ed esaltati.

Il grafico che vi proponiamo mostra lo spread tra il BTP e il Bund, insieme all’andamento del Barometro del Rischio Advise Only per l’Eurozona, un indicatore del rischio sistemico nel Vecchio Continente.

Clicca per ingrandire

spread e barometro del rischio europa

Come leggere questa situazione?

  1. Il calo dello spread (avevamo realizzato un’apposita infografica: cosa succede se scende lo spread?) è un fatto positivo, non ci piove: significa in primis che i mercati danno maggiore fiducia all’Italia. Ciò è in linea con il calo del rischio sistemico che si evince dal vistoso miglioramento del Barometro del Rischio Europa che, superando quota 0,50, è entrato nella zona di “normalità”.
  2. Lo spread si è ridotto per l’effetto combinato di un aumento del rendimento del Bund e una riduzione di quello del BTP. Ora, se il rendimento dei titoli di Stato si manterrà basso alle prossime aste, questo avrà un impatto benefico sui conti pubblici. Ma attenzione: la spesa per interessi dell’Italia ne beneficerà solo durante il collocamento in asta dei titoli di Stato.
  3. Andando un po’ oltre la superficie degli eventi, questo calo dello spread riflette soprattutto l’operato della BCE da 18 mesi a questa parte e gli incerti segnali di ripresa economica nell’euro zona. A livello strutturale, invece, non molto è cambiato e i problemi alla base della crisi dell’euro zona sono in gran parte ancora lì, irrisolti, nonostante qualche passo avanti. In Italia è anche peggio: l’economia reale versa in pessime condizioni e, a parte grandi dichiarazioni di intenti, a mio parere non si è vista l’ombra di vere riforme strutturali. I mercati finanziari per il momento ringraziano Mario Draghi e guardano altrove. Parafrasando Tolkien: l’occhio di Mordor si è temporaneamente volto altrove, lasciando procedere un po’ i piccoli Hobbit.

In conclusione: bene, ma non esaltiamoci, c’è da lavorare, e anche parecchio.

Se volete tenere sott’occhio lo spread di tutti i Paesi d’Europa (e molto altro), non vi resta che accedere qui.

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    Domanda forse difficile: ma se un decidesse di fare un portafoglio tipo “Euro OK” adesso, posso chiederti se c’è qualche obbligazione che metteresti al posto del Portogallo, avendo gli spread di quest’utlimo già ripiegato parecchio e forse quindi non sono più così remunerativi per il rischio che si corre a comprarali?

    Uno potrebbe forse inserire altri BTP, ma dopo forse diversifica poco, cioè ha tutti BTP in Euro OK.
    Oppure dei BONOS, ma anche gli spread di questi ultimi hanno ripiegato parecchio.

    Boh, grazie!

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      Potendo, un portafoglio in stile Euro OK aspetterei a farlo. Magari mi sbaglio, ma penso che i rendimenti dei periferici possano tornare un po’ indietro, creando opportunità di entrare sul mercato in modo lievemente più favorevole.
      Ciò detto, in un’ottica da cassettista, che da qualche deve pur investire, i rendimenti dei titoli italiani, spagnoli e soprattutto portoghesi (sono scesi molto, ma il decennale rende pur sempre il 5,3%, oggi…) sono ancora interessanti, specie se confrontati con le prospettive di basso aumento dei prezzi, o addirittura di deflazione. Detto altrimenti, i rendimenti reali sono ancora appetibili, anche se molto meno di qualche tempo fa.

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    “Parafrasando Tolkien: l’occhio di Mordor si è temporaneamente volto altrove, lasciando procedere un po’ i piccoli Hobbit”

    Siete troppo avanti 🙂

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