Nuovi segnali dal mercato Usa. Questa volta, arrivano dall’obbligazionario. Il rendimento del titolo del Tesoro benchmark ha definitivamente rotto il tetto del 3%, muovendosi ulteriormente al di sopra del trend discendente che aveva invece registrato nell’arco di ben quattro decenni. Il che, secondo Cormac Mullen, deputy managing editor del team Mercati per Bloomberg News a Tokio, “suggerisce che una nuova era è iniziata”.
Prossima fermata: rendimenti al 4%
“Un freddo sguardo al grafico a lungo termine mostra che la prossima ovvia fermata dovrebbe essere intorno al 4%“. La qual cosa potrebbe anche essere un po’ troppo ordinaria per un mondo che sta attraversando un periodo straordinario.
Cosa potrebbe spingere i rendimenti? Ma è naturale: la domanda. Più i rendimenti salgono, infatti, più diventano attraenti per molti investitori. E, secondo quanto scrive Mullen, l’aumento dei timori di una recessione globale suggerisce che alcuni potrebbero presto considerare un ritorno alle obbligazioni.
Impennata e marcia indietro
Intanto, sottolinea Mullen nella newsletter di Bloomberg “Five things to start your day” di venerdì 6 maggio, “l’impennata dei rendimenti di quest’anno è dovuta ai trader che scommettono su un piano sempre più aggressivo di aumento dei tassi da parte della Federal Reserve”.
Ma, aggiunge Mullen, “i commenti del presidente Jerome Powell, che ha minimizzato la possibilità di rialzi ancora maggiori, hanno portato a un ritiro delle scommesse più accanite”. Ciò suggerisce anche “che potremmo essere vicini a un top a breve termine nel benchmark obbligazionario globale”. Staremo a vedere.