Con l’inizio della stagione degli utili negli Stati Uniti, notiamo che la crescita annuale aggregata degli utili per azione dell’S&P continua a scendere. Ma c’è un po’ di luce alla fine del tunnel: il costante indebolimento del dollaro registrato a partire da settembre, infatti, dovrebbe presto fornire una spinta agli utili statunitensi. A scriverlo è Simon White, macro strategist per Bloomberg News basato a Londra, nella newsletter “5 things to start your day”.
Taiwan termometro della ripresa
Ciò, sottolinea White, avviene in un momento di nascente ripresa della crescita globale. Ma chi lo dice che siamo in un momento di nascente ripresa della crescita globale? Facile: Taiwan. Si tratta di una piccola economia aperta e, al contempo, di un grande produttore di un prodotto altamente ciclico, i semiconduttori: in quanto tale, “è molto sensibile alle correnti trasversali dell’economia globale. Gli alti e bassi della crescita delle esportazioni taiwanesi sono in genere all’origine degli alti e bassi della crescita globale dell’utile per azione”.
Non solo: i dati di riferimento per il settore manifatturiero statunitense appaiono in rialzo. Il rapporto ISM tra nuovi ordini e scorte di magazzino, che anticipa di poco l’indice principale, ha registrato un netto rialzo. Il settore manifatturiero è altamente ciclico e l’ISM statunitense è la conditio sine qua non degli indicatori macro della crescita globale.
Il principale rischio endogeno? L’inflazione
Tutto ciò favorisce gli utili statunitensi e anche globali, spiega White. E tuttavia, il principale rischio endogeno è l’inflazione. Le aspettative sono che l’inflazione continui a scendere e a rimanere bassa, ma una nuova accelerazione sconvolgerebbe tutto: il dollaro inizierebbe probabilmente a rafforzarsi, mettendo a rischio gli utili statunitensi, mentre l’impatto depressivo che avrebbe sulla liquidità in eccesso metterebbe a repentaglio l’attesa ripresa della crescita globale.
La tendenza alla disinflazione sta creando per il momento un punto di forza per gli asset e l’economia globale, ma una ripresa dell’inflazione renderebbe le prospettive meno favorevoli, conclude White. Come sempre, aspettiamo e stiamo a vedere.