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HomeECONOMIA E MERCATIGRAFICO DELLA SETTIMANAIl grafico della settimana: obbligazioni Euro – a che punto siamo?

Il grafico della settimana: obbligazioni Euro – a che punto siamo?

Dinamica delle quotazioni dei CDS (strumenti derivati del mercato del credito).

Fonte: elaborazione Advise Only Il Blog su dati Bloomberg.

Il rischio di credito percepito dai mercati (desunto dalle quotazioni dei CDS) dei Paesi europei è vicino ai massimi, il grafico è eloquente. E così pure la probabilità di fallimento scontata dagli attuali tassi d’interesse sui titoli di Stato: infatti da qui a 5 anni la probabilità di default secondo i mercati è di 59% per la Grecia, 40% per l’Irlanda, 36% per il Portogallo, 18% per la Spagna e 13% per l’Italia.

Ora, con questo clima, e in vista della ratifica ufficiale del 24 e 25 marzo, è il caso di fare il punto su ciò che è stato deciso nel vertice europeo del 11 marzo – di grande importanza anche per il risparmiatore privato e le sue scelte d”investimento.

Cosa è stato deciso?

  • E’ stata ampliata la capacità di “prestare” dei diversi fondi e meccanismi europei di salvataggio (EFSF e ESM).
  • Il costo dei prestiti erogati sarà abbassato a tassi meno punitivi di quelli attuali. Ciò sarà applicato anche ai tassi dei prestiti già concessi alla Grecia, il cui costo del debito scenderà dell1% e la cui scadenza sarà allungata a 7 anni e mezzo. Non varrà invece per l”Irlanda, che pare non aver consentito ad armonizzare le imposte sulle aziende, incrementandole dall”attuale 12.5% al 23% (media europea).
  • E’ stata concessa ai fondi di salvataggio (in circostanze eccezionali) la possibilità di acquistare titoli degli Stati in difficoltà, ovviamente ad alcune condizioni: gli Stati in questione devono aver già aderito ad un piano di salvataggio e l”acquisto dovrà riguardare solo titoli di nuova emissione (mercato primario), non debito esistente.
  • Il debito emesso sul mercato dopo il 2013 dovrà già contenere clausole di rinegoziazione per facilitarne l’eventuale ristrutturazione.
  • In sintesi: ossigeno agli Stati in difficoltà.

E la reazione dei mercati?

  • Sebbene le manovre vadano nella giusta direzione, puntando a migliorare la solvibilità di medio termine dei sistema europeo, piuttosto che soddisfare sbrigativamente necessità di liquidità a breve termine, il giudizio della comunità finanziaria si sintetizza nella frase: “si poteva fare di più”.
  • Inoltre gli sforzi di correzione delle finanze pubbliche richiesti agli Stati sono enormi, in un contesto macroeconomico di scarsa crescita. Le agenzie di rating paiono essere della stessa opinione (per quanto possa valere) e in questi giorni hanno punito gli “anelli deboli”, Grecia e Portogallo, adducendo come motivazioni principali le scarse prospettive di crescita future, oltre alla Spagna, il cui rating è stato abbassato per via della necessità finanziarie a cui va incontro il paese, per riuscire a ricapitalizzazione il suo sistema bancario.

Nonostante il rischio di credito e le relative tensioni percepibili sui mercati, il consiglio all’investitore accorto è di non generalizzare e non farsi cogliere dal panico: perché nell”Europa e nei cosiddetti Stati PIIGS non siamo tutti uguali.

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