Buon primo anniversario, presidente Trump. Sabato 20 gennaio 2018, il 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America ha festeggiato i primi 12 mesi dal suo giuramento.
Il clima della celebrazione non è stato dei più sereni: il Congresso non ha approvato la legge che rifinanzia le attività amministrative federali ed è scattato il cosiddetto shutdown. L’ultima volta era successo con il suo predecessore Barack Obama: era l’ottobre 2013 e l’impasse durò 16 giorni.
Fatto sta che le aspettative dei mercati all’elezione di Trump, avvenuta nel novembre del 2016, erano piuttosto alte, alla luce delle politiche economiche e fiscali espansive annunciate nel suo programma. In parte, almeno finora, rimaste sulla carta: l’abrogazione dell’Obamacare non è andata a buon fine e la riforma fiscale è sì arrivata, ma ridimensionata rispetto al progetto iniziale e comunque in ritardo sulla tabella di marcia.
[accordion title=”Più lavoro per tutti”] Durante la sua campagna elettorale, Trump promise 25 milioni di posti di lavoro in 10 anni e che sotto di lui il Prodotto Interno Lordo sarebbe cresciuto del 4% all’anno. Com’è andata nei suoi primi 12 mesi di presidenza? Secondo le stime della Banca Mondiale, nel 2017 gli Stati Uniti dovrebbero crescere del 2,3% (sono cresciuti più del 3% nel secondo e terzo trimestre dell’anno).Intanto i posti di lavoro sono aumentati (circa 2 milioni in più) e il tasso di disoccupazione è ulteriormente sceso arrivando al 4,1%, un livello che non si vedeva dalla fine dell’anno 2000.
[/accordion] [accordion title=”Economia in espansione (grazie anche a Obama)”] Buone notizie, quindi. Ma attenzione: una parte di questo successo si deve alle misure adottate in era Obama, che stanno dispiegando i loro effetti sotto Trump. L’economia USA è in espansione da 42 mesi, ossia tre anni e mezzo, quindi da ben prima che fosse eletto il presidente attualmente in carica.[/accordion] [accordion title=”Rinnovabili? No, thanks”] Il programma elettorale di Trump prevedeva un sostegno all’industria USA del carbone, che – come evidenzia l’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI) in una recente indagine – negli ultimi anni ha perso terreno a beneficio del gas naturale e delle rinnovabili.
Il presidente ha quindi detto “bye bye” agli accordi di Parigi sul clima e proposto sussidi per le centrali a carbone, anche con l’obiettivo di creare posti di lavoro. Questa linea, però, sta incontrando non pochi ostacoli, anche perché, spiega sempre l’ISPI, “molte competenze in tema ambientale ed energetico sono in capo ai singoli Stati federali”.
In compenso, l’amministrazione Trump ha aperto l’Artico alle trivellazioni dei petrolieri e punterebbe a rendere disponibile il 90% delle aree costiere statunitensi alle prospezioni del greggio dal prossimo anno, per la “gioia” di ambientalisti e operatori turistici.
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Se tutto questo serva veramente o no ad abbassare il deficit commerciale degli Stati Uniti, noi ancora non lo sappiamo: l’ISPI evidenzia infatti che i dati aggiornati a novembre 2017 segnano un peggioramento del disavanzo soprattutto nei confronti di Cina, Messico e Canada. Quasi invariato il dato verso l’Unione Europea.
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I critici, invece, temono che l’aumento del PIL ci sarà ma che sarà modesto, con scarsi risultati in quanto a produttività, salari e occupazione. Anzi: secondo i detrattori le maggiori risorse a disposizione delle grandi imprese potrebbero incentivare fusioni, acquisizioni e conseguenti sinergie, con tagli ai posti di lavoro. Senza contare le preoccupazioni per la lievitazione del debito pubblico e del deficit federale.
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La Federal Reserve, dal canto suo, sa che dovrà monitorare la situazione e tenere sotto controllo l’eventuale rialzo dell’inflazione che ne deriverà attraverso un incremento dei tassi di interesse meno graduale di quanto finora annunciato.
Diversi acquirenti primari di Treasury Bond – governi esteri, banche centrali asiatiche e Paesi produttori di petrolio – hanno intanto ridotto i loro acquisti e negli ultimi giorni si è registrato un rialzo dei rendimenti del decennale.
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Giovanni D / Febbraio 2, 2018
Scala temporale dei grafici.
Alcuni grafici parlano solo degli ultimi anni, altri abbracciano un decennio…
Personalmente avrei preferito vedere su tutti i grafici una Scala decennale, magari con evidenza di “dove finisce Obama, e dove inizia Trump”…
Grazie
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