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HomeECONOMIA E MERCATIGRAFICO DELLA SETTIMANAGrafico della settimana: Treasuries americani al ribasso, quanto durerà?

Grafico della settimana: Treasuries americani al ribasso, quanto durerà?

Tra tutte le principali asset class, ce n’è una che in qualche modo fa eccezione: quella dei titoli di Stato emessi dal Tesoro USA, lontanissimi dalle aspettative di fine anno degli strategist. Lo ha segnalato Cormac Mullen, cross-asset reporter ed editor per Bloomberg News a Tokio.

“L’indice S&P 500, lo U.S. Dollar Index, l’euro e il petrolio si distaccano di meno di un punto percentuale rispetto alle previsioni di fine anno, suggerendo che non sono attesi grandi movimenti”, almeno secondo i dati compilati da Bloomberg.

Invece, i rendimenti del Treasury a 10 anni rimangono a circa 26 punti base sotto il loro obiettivo dell’1,83%. Il che equivale a una distanza dal consensus – ossia dalla media delle previsioni espresse dagli analisti – del 14%.
 

treasuries usa | amCharts
 
La discesa più brusca dei prezzi è avvenuta giovedì 22 aprile a seguito della notizia che l’amministrazione Biden sta preparando una proposta per aumentare l’aliquota massima federale fino al 43,4% per gli individui con oltre 1 milione di dollari di reddito. Questa settimana però ci si attende un effetto positivo dalla Fed, che molto probabilmente affermerà nuovamente che l’inflazione non è una preoccupazione per l’economia statunitense. Un ulteriore stimolo per il reddito fisso in generale.

 

Perché la discesa ci fa ben sperare per l’economia globale

I Treasuries statunitensi non sono esattamente una classe di attività per cui la gente dovrebbe voler fare il tifo. Certo, c’è un certo numero di traders obbligazionisti che vede i bassi rendimenti come un elemento permanente di un mondo assediato dall’invecchiamento demografico e dal rapido cambiamento tecnologico. Ma sperare in un’economia globale forte e inclusiva suggerisce un sell-off nei mercati del debito pubblico praticamente per definizione.

Quanto può durare tutto questo? Per molti analisti la tendenza sarà passeggera. I recenti dati macroeconomici degli Stati Uniti segnano il più forte anno di crescita economica degli ultimi decenni, e anche se il rendimento decennale di riferimento è sceso fino all’1,53% giovedì, violando la sua media mobile a 50 giorni per la prima volta nel 2021, è tornato a circa lo stesso livello di una settimana prima dopo un sorprendente e misterioso rally. Guadagni per lo più attribuiti ad una combinazione di flussi di copertura causati da vendite di obbligazioni da record da parte di Bank of America Corp. e JPMorgan Chase & Co, segnali di forti acquisti da parte degli investitori giapponesi e guadagni che hanno mostrato che le banche statunitensi non stanno facendo abbastanza prestiti rispetto ai depositi, il che crea potenzialmente una domanda di attività a reddito fisso come alternativa.

 

La tendenza al ribasso sarà realmente passeggera?

“L’aumento dei casi di Covid a livello globale ha portato gli investitori a concentrarsi sul percorso della pandemia in India, Brasile e altre parti del mondo”, ha notato Ian Lyngen di BMO Capital Markets giovedì. “A differenza di molti mercati dei tassi sovrani, i rendimenti dei Treasury sono molto più direttamente influenzati dalla crescita globale e dalle aspettative d’inflazione, piuttosto che semplicemente da quelle degli Stati Uniti”. Riportare il rendimento del decennale all’1,75%, più o meno il massimo intraday di fine marzo, sembra meno probabile di un movimento verso l’1,5%, ha affermato.
 

Qual è il ruolo degli investitori giapponesi?

Il calo a sorpresa dei rendimenti consumatosi questo mese gioca un ruolo importante in tale divergenza. Intanto, chi sospettava che dietro il precedente rally obbligazionario ci fossero gli investitori giapponesi non ha avuto, al momento, la soddisfazione di una conferma.

Una serie di recenti presentazioni relative alle scelte di investimento da parte degli assicuratori vita del Paese – tra i maggiori investitori al mondo in titoli di debito – ha fornito poche prove del loro coinvolgimento. Gli assicuratori, spiega Mullen, hanno invece fatto sapere che stanno evitando acquisti massicci di Treasury stante il rischio di un’altra flessione e la maggiore volatilità della valuta.

 


 

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