La decisione del governo Tsipras di indire un referendum sull’accordo coi creditori ha spiazzato tutti: creditori, analisti finanziari e anche i greci.
Come ci si poteva immaginare, la notizia è stata accolta con nervosismo dai mercati finanziari ma, se guardiamo alla storia recente, siamo ben lontani dai livelli di stress finanziario dell’autunno 2011.
Il Barometro del rischio è una fotografia di sintesi del clima che si respira sui mercati finanziari: quando è sopra 0,5 vuol dire che il rischio sistemico è nella norma, quando è sotto 0,5 il rischio è superiore alla norma. Ora, stando all’ultimo aggiornamento:
- il rischio a livello mondiale rimane nella norma (leggermente sotto al soglia di 0,5) mentre il Barometro del rischio europeo crolla a 0,42;
- i mercati finanziari sono fortemente interconnessi e quello che succede in Europa produce degli effetti su tutti gli altri mercati.
Tenete presente che il Barometro del rischio sintetizza l’opinione di migliaia di operatori, il che non significa che sia la verità infusa, dato che le opinioni possono cambiare velocemente o rivelarsi semplicemente sbagliate.
Per il momento, le reazione degli spread e della Borse sembra dare ragione a chi è convinto che il rischio contagio in caso di Grexit sia minimo, grazie alla scudo offerto dalla BCE (QE e OMT) ed alla stabilità offerta dalle nuovo assetto europeo (ESM, unione bancaria). Anche a luglio 2011, molti pensavano che il rischio contagio fosse basso, poi, in giro di pochi mesi lo spread BTP-Bund raggiunse i 500 punti base.
In base ai rumors delle ultime ore, sembra che Tsipras sia disposto ad accettare, con qualche modifica, l’offerta dei creditori, pubblicata sul sito della Commissione europea il 28 giugno. Il balletto tra Commissione europea e governo greco sembra infinito.
In caso di accordo definitivo tra le parti e di approvazione del referendum da parte dei cittadini greci, ci potrebbe essere un recupero degli asset rischiosi. In caso, contrario si continuerebbe a navigare a vista.