In questi giorni di grande volatilità dei mercati, c’è chi sostiene che dietro al crollo dei titoli finanziari europei ed italiani si celi lo spettro di una nuova crisi finanziaria.
In effetti, quello che sorprende maggiormente rispetto alle due crisi più significative degli ultimi anni, quella targata Lehman Brothers e quella del debito sovrano dell’eurozona, è la rapidità del crollo dei titoli finanziari rispetto al contesto: eppure questa volta non si è verificato nessun fallimento di una banca sistemica e nemmeno il riaffiorare del rischio default di un Paese.
Note: il grafico mette in relazione l’indice bancario europeo con il mercato (MSCI). Quando il rapporto sale vuol dire che le banche vanno meglio del mercato. Nel caso opposto, i titoli bancari europei vanno peggio del mercato.
Se confrontiamo il calo dei titoli finanziari italiani con quello delle banche europee, da inizio anno il mercato ha iniziato a differenziare l’Italia dal resto dell’Europa, un po’ come succedeva durante la crisi del debito sovrano. Tuttavia, allora l’Italia stava entrando (insieme alla zona euro) in una profonda recessione e lo spread sui titoli di Stato stava per raggiungere i 500 punti base.
Note: il grafico mette in relazione l’indice finanziario italiano con le banche europee (MSCI). Quando il rapporto sale vuol dire che le banche italiane vanno meglio delle banche europee. Quando scende, i titoli finanziari italiani vanno peggio delle banche europee.
Non vogliamo certo sottovalutare la forza del mercato e il momentum (negativo), ma per ora la situazione globale ci sembra ben diversa da quella del 2008 e dal 2011.