I titoli dei semiconduttori stanno ancora una volta guidando il mercato al ribasso. Come fa notare Cormac Mullen nella newsletter mattutina di Bloomberg “Five things to start your day”, l’indice MSCI AC World Semiconductor è scivolato ai minimi dal 2020 rispetto all’indice più ampio, con una flessione che quest’anno è stata pari a quasi il 40%.
Quante cose ci dice il settore dei produttori di chip
I produttori di chip, considerati spesso un indicatore anticipatore del mercato azionario, erano già abbastanza sotto pressione per l’aumento dei prezzi che si è reso sempre più necessario nell’ottica di contrastare l’incremento dei costi dei materiali e della logistica. Senonché, alla fine, la scorsa settimana Micron Technology – il più grande produttore statunitense di semiconduttori di memoria – ha lanciato un allarme sui profitti (il cosiddetto “profit warning”), segnalando come la domanda di chip utilizzati nei computer e negli smartphone si stia raffreddando.
Non solo. I timori di una recessione hanno colpito le azioni dei giganti asiatici dei chip Tsmc e Samsung.
L’indice del settore è scambiato a poco meno di 13 volte gli utili, rispetto alle 14 volte dell’indice dei titoli globali, quindi le valutazioni sono scese, fa notare ancora Mullen. “Ma gli analisti hanno tagliato le stime sugli utili a 12 mesi solamente del 3%, secondo i dati elaborati da Bloomberg, quindi è probabile che ci sia spazio per ulteriori ribassi“.
Il settore è stato scambiato a sconto per gran parte dell’ultimo decennio, passando a premio solo nel 2019. “È difficile ipotizzare un rimbalzo dell’azionario globale se i titoli dei semiconduttori non vi partecipano”, conclude il deputy managing editor del team Mercati di Bloomberg News a Tokio. Staremo a vedere.
