Analizziamo i tassi d’interesse a lungo termine di tutto il mondo, guardando come si sono mossi dagli anni ’50 ad oggi…
Tassi d’interesse in prospettiva
Un po’ di prospettiva sui mercati finanziari non guasta mai. Analizziamo i tassi d’interesse a lungo termine di tutto il mondo (in questo post riportiamo quelli delle obbligazioni governative decennali), cruciali per la crescita dell’economia: bassi tassi d’interesse dovrebbero infatti incoraggiare nuovi investimenti da parte delle imprese, nonché l’acquisto di beni durevoli e immobili dal lato dei consumatori.
Vediamo allora come si sono mossi, dagli anni ’50 ad oggi, i tassi d’interesse dei principali Paesi (più precisamente, quelli parte dell’OCSE). Si tratta dei tassi d’interesse sui titoli di Stato, e non di tassi sui prestiti alle imprese e alle famiglie, ma, poiché i tassi d’interesse tendono a muoversi in sintonia tra loro, si ottiene un quadro d’insieme assai rappresentativo. Cliccando sulle linee, potete evidenziare i singoli Paesi.
Il sistema capitalistico mostra segni di malessere?
Molti ritengono che gli attuali livelli dei tassi d’interesse, prossimi ai minimi storici quasi ovunque al mondo, siano il segnale di un malessere del sistema capitalistico, legato alla diminuzione generalizzata della produttività e all’invecchiamento della popolazione (uno dei megatrend in azione). Probabilmente è vero. E l’azione espansiva e coordinata delle banche centrali, che ha spinto energicamente verso il basso i tassi d’interesse, ha creato distorsioni importanti sui mercati finanziari. (Se volete leggere un lavoro interessante – corposetto ehhh – sulle grandi forze che agiscono sui tassi d’interesse, questo di Lawrence Summers sulla “stagnazione secolare” merita certamente.)
Oscillazioni imprevedibili
Tuttavia, un’occhiata al grafico è sufficiente per capire quanto varia e a tratti vivace sia stata la dinamica dei tassi d’interesse negli ultimi sessant’anni circa. È anche evidente come i tassi d’interesse fossero molto più bassi prima della loro impennata, iniziata negli anni ’70 con le crisi petrolifere e la stagflazione (cioè una situazione con inflazione elevata, accompagnata da mancanza di crescita economica). Si può pensare che la conseguente discesa dei tassi d’interesse sia parte di un lunghissimo processo di normalizzazione che prosegue ancora oggi. Quello che è certo è che la gamma di valori storicamente assunta dai tassi d’interesse nei vari Paesi dell’OCSE è stata stupefacente. Difficile dunque dire come andrà nei prossimi anni: per ora, vi consiglio di godervi il vostro mutuo a tassi bassissimi…
luca / Ottobre 24, 2016
Oltre a goderci il mutuo, non potremmo anche accumulare etf short sul bund in modo da trarne vantaggio da un rialzo sui tassi BCE nei prossimi anni?
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Jacopo / Ottobre 25, 2016
E’ un’idea ma se sbagli il timing ti può costare caro: https://www.adviseonly.com/instruments/17-795
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Raffaele Zenti / Ottobre 25, 2016
Sì, idea valida in linea di principio (long term mean reversion, normalizzazione, ecc ecc), ma alla lunga nuotare contro corrente nell’acqua gelida ti può uccidere – vedi grafico, e relative metriche di performance e rischio ex-post dell’ETF double short sul Bund (lo trovi qui: https://www.adviseonly.com/instruments/17-795): https://uploads.disquscdn.com/images/ec1f97025768193a22c431ecc0a7276bcb29ab4a54f6ce846514215cc6462743.png
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