C’è forte attesa sui mercati finanziari per il Consiglio Europeo del 28 e 29 giugno. Molti commentatori ritengono che sia un (ennesimo) incontro decisivo per la tenuta dell’euro e forse per la maggioranza parlamentare in Italia.
Per quanto riguarda i temi che verranno analizzati, abbiamo avuto un primo assaggio nel gruppo di lavoro tenuto a Roma tra i 4 leader dei maggiori Paesi (Germania, Francia, Italia e Spagna).
Si parlerà:
- di crescita e probabilmente verrà annunciato il piano da 130 miliardi di euro discusso a Roma e, per il quale, forse si è trovato un compromesso;
- di unione politica e fiscale, ossia di dare più poteri all’Europa per quanto riguarda le politiche economiche dei singoli Stati, prerequisito fortemente voluto dalla Germania al fine di procedere con la realizzazione di un piano di Eurobond;
- di unione bancaria.
Accanto alle speranze che da questo Summit emergano soluzioni chiare e credibili, restano le preoccupazioni, prima fra tutte quella che si continui a concentrare l’attenzione sull’austerità quando è chiaro a tutti che il primo obiettivo dell’euro non può essere la riduzione del debito fine a se stessa, ma il tornare a crescere.
In secondo luogo è il tema della fiducia che va affrontato e risolto. Tassi di interesse oltre al 6% non sono sostenibili a lungo.
Dal grafico, che ovviamente non vuole essere esaustivo, emerge chiaramente dove risiedono i problemi dell’euro.
Il Paese che presenta bassa crescita ha un elevato rapporto debito/PIL, chi ha stretto maggiormente la cinghia ora ha crescita negativa e livelli di debito/Pil ancora elevati.
Senza crescita e senza un cammino di riforme che ripristinino la fiducia dei mercati, il debito non può essere arginato. Perseguire caparbiamente con maggiore austerità senza concentrarsi su un piano credibile per fare crescere le economie europee conduce con certezza ad un maggiore debito.