Come si valuta il premio di liquidità nel mercato obbligazionario italiano? Al tema è dedicato il lavoro “Valutazione del premio di liquidità nel mercato obbligazionario italiano”, proposto in un paper della Banca d’Italia.
Lo studio ha messo sotto la lente gli effetti delle variazioni nel grado di liquidità dei titoli di Stato italiani sui loro rendimenti.
Non solo: ha anche presentato una nuova metodologia per stimare il premio di liquidità. Stimarlo in che modo, quindi? Attraverso l’analisi della relazione tra il differenziale di rendimento dei Btp decennali di recente emissione (cosiddetti “on-the-run”) con gli analoghi Btp emessi in precedenza (“off-the-run”) e varie misure di liquidità proposte in letteratura.
Un nuovo metodo per valutare il premio di liquidità
I due autori del lavoro, Maria Ludovica Drudi e Giulio Carlo Venturi, hanno utilizzato e aggregato sette diverse e consolidate misure di liquidità, al fine di coglierne i vari aspetti. Lo studio ha empiricamente convalidato per il mercato italiano il risultato teorico secondo il quale è la liquidità futura il driver delle differenze di rendimento tra obbligazioni con diversi profili di liquidità.
Spread fortemente influenzato dalle condizioni di liquidità del mercato
I risultati confermano che il differenziale tra titoli on- e off-the-run è fortemente influenzato dalle condizioni di liquidità del mercato, come misurate in particolare dal bid-ask spread, dall’indice di Hui e Heubel (una misura dell’impatto dei volumi dei titoli sui loro prezzi) e dai volumi.
Tra il 2000 e il 2021 il premio di liquidità sui Btp è stato in media contenuto, con picchi raggiunti solamente durante la crisi finanziaria, durante quella del debito sovrano e nel corso della pandemia di Covid-19.
Rendimento e premio di liquidità: la nostra storia recente in breve
Tra il 2000 e il 2007, in particolare, il premio di liquidità del mercato obbligazionario sovrano italiano si è aggirato intorno ai valori minimi registrati sull’intero orizzonte temporale, con scarsa volatilità. Il premio è aumentato significativamente per la prima volta durante la crisi finanziaria globale, poi nuovamente durante la crisi del debito sovrano, raggiungendo il picco massimo nel momento in cui l’allora presidente della Banca centrale europea Mario Draghi pronunciò il famoso discorso del “whatever it takes”.
Quella volta, il cosiddetto “perfectly-liquid yield”, la differenza tra i rendimenti osservati e il premio di liquidità stimato (in media), è aumentato in modo significativo, segnalando che i rendimenti obbligazionari incorporavano altri rischi, in particolare il rischio di credito del Paese.
Le condizioni di liquidità sono migliorate subito dopo il lancio delle Outright monetary transactions (Omt), anche se la volatilità del premio non è mai tornata ai livelli pre-crisi.
Tra il 2012 e il 2015, il perfectly-liquid yield è diminuito in risposta ai tagli dei tassi di interesse da parte della Bce e all’attenuazione del rischio di credito Paese. Dal 2015 fino allo scoppio della pandemia sia il premio che il perfectly-liquid yield sono rimasti piuttosto stabili, anche se il premio ha mostrato una significativa volatilità.
Nel secondo trimestre del 2018 si può notare un moderato peggioramento delle condizioni finanziarie legato all’incertezza politica sulla formazione del governo. Infine, durante la crisi pandemica del Covid-19 le condizioni di liquidità nel mercato delle obbligazioni sovrane italiane si sono gravemente deteriorate.
Uno strumento interessante, insomma, per avere un punto di riflessione in più sull’obbligazionario italiano e non solo.