A meno che non abbiate a che fare con un adolescente nella vostra vita, potreste esservi persi il nuovo social network che sta spopolando tra i membri della cosiddetta “Generazione Z”, ovvero i nati tra la seconda metà degli anni ’90 e la fine degli anni 2000.
Stiamo parlando di TikTok, una app per mobile dove gli utenti possono creare video clip di 15 secondi su una base musicale: scorrendo i post, ci troviamo davanti a un’infinita serie di ragazzini che ballano cantando in playback o fanno cose sciocche in classe o in camera loro riprendendosi con il cellulare in modalità “selfie”.
Perché mai ne stiamo parlando su questo blog?
Intanto perché Quartz gli ha dedicato un interessantissimo approfondimento e sapete quanto amiamo Quartz. E poi, soprattutto, perché il cuore pulsante di TikTok è fatto di intelligenza artificiale, algoritmi e machine learning1. In pratica il nostro pane quotidiano.
Ma c’è un altro buon motivo per dedicare qualche riga a TikTok: se avete figli teenager, potrebbe essere interessante farsi almeno un’idea di come funziona il social media capace di catturare in modo così magnetico la loro attenzione.
Sì perché i numeri di TikTok sono impressionanti: in circa tre anni di vita è già stato scaricato 1,3 milioni di volte a livello globale, conta 717 milioni di utenti attivi mensilmente (120 milioni solo in India) e, negli Usa, si sono registrati 46 milioni di download solo nel 2019.
In media, segnala Quartz, gli utenti ci passano 45 minuti al giorno e, negli Usa, aprono l’app circa 8 volte al giorno.
Le origini
TikTok è il discendente di Musical.ly, prima app di successo dove gli utenti cantavano o recitavano in “lip sync”. Lanciata nel 2014 da due imprenditori cinesi, Musical.ly è stata rilevata nel 2017 da Byte Dance (la società che sta dietro a TikTok) per circa 1 miliardo di dollari.
A settembre 2018 TikTok ha conquistato il titolo di startup con il maggior valore al mondo (scalzando Uber) e, ad oggi, il 40% dei suoi utenti sono al di fuori della Cina.
Come si differenzia da Facebook e Instagram
A differenza di Instagram, TikTok non è (ancora) stato invaso da influencer e pubblicità: qui le celebrity sono l’eccezione, mentre la maggior parte del “feed” è dominato da video genuinamente amatoriali. Questa situazione però potrebbe essere temporanea visto che gli utenti possono già guadagnare creando contenuti sponsorizzati (cercare l’hashtag #ad per credere).
E a differenza di Facebook, non è frequentato dai genitori – il che tra l’altro lo rende potenzialmente pericoloso.
Come funziona TikTok
La cosa più rivoluzionaria di TikTok è che permette di sbizzarrirsi nella produzione di contenuti realmente creativi – ben oltre il semplice lip sync tanto amato dai suoi giovani frequentatori. Per esempio vanno particolarmente di moda coreografie e “sfide” a colpi di video tra utenti.
The Verge l’ha definito il “successore spirituale di Vine”, applicazione video acquisita da Twitter nel 2012. Come su Vine in effetti, il limite di tempo dei video su TikTok (15 secondi), in loop senza fine, favorisce una cultura frenetica ma florida di meme in rapida mutazione.
Il motore di tutto è l’intelligenza artificiale
Come abbiamo accennato, il social network di ByteDance è fortemente basato sull’intelligenza artificiale. I contenuti sono creati dagli utenti, ma l’intera struttura sottostante è guidata da algoritmi.
Il risultato, scrive il New York Times, è una piattaforma che è “più macchina che uomo”, un punto di discontinuità rispetto ai social network che l’hanno preceduta.
Se con Instagram e Facebook siamo abituati a “circondarci” (virtualmente parlando, s’intende) di persone che già conosciamo o seguiamo, e a vedere contenuti simili a quelli che abbiamo già guardato o basati sui “like” che abbiamo seminato durante la nostra navigazione, l’algoritmo di TikTok genera una “cache” di contenuti (che ipotizza possano piacerci) nel momento del nostro primo login e poi, nel tempo, la “aggiusta” in base ai nostri input inconsapevoli. Con questo metodo, arriva a segnalare contenuti che quasi non sapevamo ci potessero interessare.
In sostanza, si legge ancora in un articolo del Financial Times, TikTok elimina molti dei presupposti su cui sono stati costruiti gli altri social network (e che sono comunque in fase discendente). A tendere, le piattaforme di questo tipo potrebbero arrivare a stabilire che circoscrivere il nostro network alle nostre amicizie reali fosse addirittura limitante.
Sì, ma come si sostiene TikTok?
Stando a un articolo apparso su Il Sole 24 Ore, la piattaforma punta a guadagnare grazie alle aziende, lanciando delle “sfide” virali o hashtag challenge. Sono competizioni online dove si stimolano gli utenti a giocare, ballare o esibirsi a tema: alla creatività (e all’audience da raggiungere) pensa TikTok che intende per questo affidarsi a creativi locali. L’idea è semplice: gli utenti giocano e i brand raggiungono un pubblico piuttosto difficile da intercettare, quello dei giovanissimi (under 25, facciamo anche under 22).
1 – Intelligenza Artificiale, le parole chiave per saperne di più