Il voto dei cittadini c’è stato. La pandemia però ha creato enormi sfide logistiche per il processo elettorale, causando ritardi nel conteggio dei voti anche a causa dell’elevato volume di schede elettorali. Donald Trump ha perfino minacciato di voler ricorrere contro il voto postale in Pennsylvania, in particolare con la possibilità che vengano conteggiate schede spedite prima del 3 novembre ma arrivate venerdì. Si è trattato in ogni caso delle elezioni con più affluenza da oltre un secolo, con oltre 101,1 milioni di voti espressi di persona e per posta prima ancora che le urne si aprissero il giorno delle elezioni, secondo i dati riportati dal New York Times.
Biden è in testa ma i democratici non sono riusciti a dare la spallata e di conseguenza la possibile «onda blu» non c’è stata. L’atmosfera d’incertezza non gioverà ai mercati, che molto probabilmente registreranno una crescente volatilità, specialmente del comparto azionario, che potrebbe protrarsi fino anche a gennaio. Il rischio, insomma, è che si verifichi una situazione simile a quella vissuta con la Florida nel 2000.
The day after: come hanno reagito i mercati?
Sui mercati finanziari pesa e non poco l’incertezza sulla vittoria alla Casa Bianca. Secondo un’analisi del Financial Times, gli investitori si aspettavano un ampio pacchetto di stimoli fiscali portati dalla probabile «ondata blu», che avrebbe risollevato l’economia americana travolta nuovamente dai contagi di covid. Spazio quindi alla volatilità, che ha coinvolto soprattutto i futures sulle azioni statunitensi. Quelli sullo S&P 500 sono scesi mercoledì dell’1% prima di salire dell’1,1% dopo che Biden ha preso il comando in Arizona. Questo ha aumentato le sue possibilità di vittoria in quello che è diventato un testa a testa serrato e scaldato i mercati Usa, che hanno accolto con un rialzo il susseguirsi di dati e dichiarazioni sulla sfida elettorale più contrastata. L’indice Dow Jones è salito dell’1,34%. Meglio l’S&P 500 (+2,20%, al termine della miglior seduta dal 5 giugno) e il Nasdaq (+3,85%, la performance più brillante dal 14 aprile).
L’Asia festeggia il sorpasso dem
L’allungo di Biden nella serata di mercoledì è stato salutato positivamente anche dall’Asia, che spera in un Presidente più accomodante. Si riprende anche Alibaba (+5% dal -7% di ieri dopo lo stop alla quotazione di Ant Group). Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen segna +1,1%, il Nikkei di Tokyo +1,3% (massimo degli ultimi nove mesi); Kospi di Seul +1,8%, BSE Sensex di Mumbai +1,4%.
Facebook vola, tregua per il petrolio
La prospettiva di un Congresso troppo debole per imporre regole più stringenti ai Big della tecnologia ha messo le ali a Facebook (+8%) e alla tripla A (Apple, Amazon e Alphabet), in ascesa del 4%. Si apprezzano anche le obbligazioni, vendute perché si ridimensionano le aspettative di un nuovo piano di maxi-aiuti all’economia basato sull’aumento della spesa pubblica. Si ferma stamane anche il petrolio Brent, in ribasso del 2%, a 40,4 dollari il barile.
Paura iniziale, poi l’Europa prende il volo
Dopo un avvio al ribasso, le Borse europee accelerano: gli investitori hanno trovato evidenti spunti di ottimismo sia nel listino che nei dati macro. L’Eurozona manifesta segnali di stagnazione nel quarto trimestre, ma inferiori alle attese: l’indice Pmi relativo al settore dei servizi si è contratto per il terzo mese di fila, in attesa della chiusura delle città. Anche in Europa però la prospettiva di giorni di lotte prima del risultato finale e la quasi certezza di un continuo stallo al Congresso, ha pesato sulle Borse che hanno aperto volatili, inizialmente con perdite prima di riguadagnare il terreno perduto.
Mentre l’esito delle elezioni presidenziali statunitensi ha molte implicazioni per gli americani e per la politica estera, l’attuale incertezza, con la percezione del mercato di un governo diviso, è un freno per i listini.
Nel lungo termine, la divisione del potere può comportare maggiori rischi, in particolare per le azioni. Uno scenario di questo tipo abbassa le probabilità di cambiamenti nella politica fiscale, ma potrebbe anche ridurre quelle di un maggiore stimolo fiscale, un fattore che potrebbe essere alla fine più importante. Negli ultimi anni, c’è stato un solo caso (1996) con un Presidente Dem (Clinton), e un Senato Repubblicano. Per i mercati è stato uno scenario positivo, soprattutto per le azioni europee, che hanno superato quelle americane del 21% nei 4 anni seguenti.
Cosa aspettarti sui mercati per il futuro
La volatilità era attesa e l’esito di stallo non ha fatto altro che alimentarla. Ma a più lungo termine, i fondamentali economici sono probabilmente più importanti per gli investimenti rispetto alla vittoria.
Una presidenza Biden potrebbe significare più stimoli economici di un secondo mandato Trump, ma anche maggiori tasse sulle imprese, persone con un reddito più alto e guadagni in conto capitale.
Mentre il presidente Trump si è concentrato sulla deregolamentazione, un’amministrazione Biden probabilmente ri-regolamenterà alcuni settori tra cui i combustibili fossili, servizi finanziari, assistenza sanitaria e big tech.
Per chi investe però la chiave di lettura è sempre la stessa: rimanere concentrati su ciò che si può controllare – i propri obiettivi personali e l’orizzonte temporale, e assicurarsi di avere un piano per arrivarci – indipendentemente dalle elezioni e dai mercati.