La disoccupazione in Spagna mostra segnali positivi, tornando ai valori di 6 anni fa e confermando i buoni dati sulla crescita del PIL, nonostante l’incertezza politica
6 anni fa…
Una buona notizia arriva dalla penisola iberica, con il tasso di disoccupazione spagnolo che si attesta al 20% nel secondo trimestre dell’anno (aprile-giugno), in calo dal 21% del trimestre precedente. Continua così il periodo positivo per il mercato del lavoro, che torna ai livelli del 2010.
Si tratta certamente di un valore ancora troppo alto, ben superiore alla media dell’Eurozona (10,1%), ma che lascia ben sperare per il percorso di recupero avviato da Madrid e che dovrebbe trovare la conferma nei dati sul PIL, stimato in crescita del 2,6% nel 2016 (secondo la Commissione Europea).
Le sanzioni UE
La Spagna ha da poco evitato il rischio di subire una sanzione da parte della Commissione Europea per non aver rispettato i vincoli sul deficit per il 2015. Se i magnanimi componenti della Commissione non avessero optato per l’indulgenza, a Madrid sarebbe stato chiesto di sborsare fino allo 0,2% del PIL, mettendo di fatto a rischio il delicato percorso di crescita, avviato a cavallo del 2012 con una dieta a base di tagli, licenziamenti e austerity. Decisione accolta con grande gioia dei politici spagnoli, e del ministro dell’economia in particolare, che ha così commentato:
“Ero convinto che non ci sarebbero state sanzioni perché sarebbe stato ingiusto nei confronti della società spagnola. Ora non siamo più nel 2010 e in Spagna non ci saranno altri tagli al budget sociale.”
– Luis de Guidnos
L’impasse politico
Nel frattempo il Paese è caduto in un limbo politico: da 7 mesi ormai a Madrid non c’è un governo e sono già state fatte due elezioni consecutive, entrambe incapaci di decretare un vincitore.
Ad aver ottenuto la maggioranza relativa dei voti è l’ex-premier e attuale premier in-itinere Mariano Rajoy, il quale però non ha un numero sufficiente di seggi per governare il Paese.
Come ben sappiamo, l’incapacità di eleggere un Governo è una grande fonte di incertezza che potrebbe influire negativamente su una crescita economica così faticosamente rincorsa e quasi agguantata.
Nonostante tutti questi grandi punti di domanda, il Governo in carica provvisoria ha ulteriormente rivisto al rialzo le stime di crescita 2016 a +2,9% (più del doppio di quanto stimato per l’intera Eurozona).
Non ci resta quindi che sperare che Madrid trovi una soluzione politica in grado di garantire stabilità alla penisola iberica, per rafforzare i trend positivi di crescita e calo della disoccupazione.