In un contesto in cui i tassi di interesse delle banche centrali si sono stabilizzati, fermi dalla metà del 2023 eccezion fatta per la Reserve Bank of Australia, che ha operato un rialzo di 25 punti base a novembre, e della Bank of Japan, che invece ha aumentato i tassi a marzo abbandonando la sua NIRP, la politica di tassi negativi, S&P condivide le sue stime sull’economia globale.
Le maggiori modifiche alle previsioni di crescita del Prodotto Interno Lordo in questa tornata, spiega l’agenzia, sono state apportate agli Stati Uniti e all’India.
Abbiamo aumentato di un intero punto percentuale le previsioni di crescita degli Stati Uniti. L’aumento delle previsioni riflette soprattutto il buon finale del 2023, che si è protratto nella prima parte del 2024, innalzando il livello di produzione per il resto dell’anno. È importante notare che non abbiamo modificato la nostra previsione di un rallentamento della crescita al di sotto del trend negli ultimi tre trimestri dell’anno. Inoltre, l’aumento dell’attività statunitense si è riversato sul Messico, per il quale abbiamo anche rivisto al rialzo le nostre previsioni di crescita nel 2024.
L’altra forte revisione al rialzo della crescita riguarda, come detto, l’India. In questo caso, S&P ha aumentato le previsioni di crescita del PIL nell’anno fiscale 2024 (terminato a marzo 2024) di 1,2 punti percentuali, portandole al 7,6%.
Ora prevediamo che la crescita dell’anno fiscale 2025 aumenterà di 40 punti percentuali rispetto alla nostra precedente previsione, raggiungendo il 6,8%. Queste revisioni riflettono i forti investimenti del settore privato in corso, gli aumenti di produttività derivanti dalla transizione digitale e la maggiore fiducia. L’agricoltura e i consumi privati crescono più lentamente del PIL complessivo. La combinazione dell’aumento della crescita degli Stati Uniti e dell’India aumenta di 40 punti percentuali la nostra previsione di crescita del PIL globale, portandola al 3,2%.
Ma torniamo alle banche centrali
I banchieri centrali sono stati risoluti nell’annunciare che intendono tornare ai loro obiettivi di inflazione e che su questo fronte si stanno compiendo progressi. Tuttavia, finora hanno rinunciato a tagliare i tassi in attesa di prove più solide che l’inflazione si stia muovendo verso i rispettivi obiettivi. Questa la situazione attuale, in attesa dei primi tagli, forse, a giugno. Forse.
