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HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'Se al Governo Renzi non piace risparmiare per la pensione

Se al Governo Renzi non piace risparmiare per la pensione

Una bella legnata sui risparmi e, in particolare, su quelli di natura previdenziale.

Così si possono sintetizzare i provvedimenti della Legge di stabilità 2015 del Governo Renzi che, se confermati (cosa piuttosto probabile), riguarderanno le “rendite finanziarie” e i risparmiatori italiani. In questa sede ve li elencherò uno per uno e vi spiegherò perchè obbediscono a una sola logica: quella di Esaù.

matteo renzi risparmio previdenziale

I provvedimenti del Governo

1. TFR in busta paga

La monetizzazione delle quote di TFR sarà possibile, a richiesta del lavoratore che ne ha diritto. Ma, se richiederete il TFR in busta paga, verrà tassato all’aliquota marginale IRPEF. Dunque non è mai fiscalmente conveniente, a meno di non avere un reddito lordo inferiore a €15.000. In pratica, la monetizzazione è da consigliare solo se si è davvero con l’acqua alla gola, forzati da una situazione di oggettiva difficoltà economica. Non pensate, tuttavia, di sfuggire alla strizzatina del fisco lasciando il TFR in azienda: sui redditi derivanti dalla rivalutazione del TFR la tassazione sale infatti al 17%.

2. Aumento della tassazione sui fondi pensione

Passa dall’11,5% al 20%, un salto degno di un quanto. Ad aggiungere magia al provvedimento, esso avrà efficacia retroattiva dal 1° gennaio 2014. Tuttavia, il fisco terrà magnanimamente conto dei riscatti avvenuti nell’anno, per i quali varrà quanto già versato.

3. Aumento della tassazione dei Piani di Previdenza Assicurativi (PIP)

Le plusvalenze di questi prodotti di previdenza complementare saranno tassate al 20% (anziché all’11,5%) fatta salva, ovviamente, la componente investita in titoli di Stato e assimilabili, tassata al 12,5%.

4. Tassazione delle polizze vita

Dal prossimo Capodanno, le plusvalenze delle polizze vita incassate dagli eredi dell’assicurato saranno tassate al 26%. Prima erano esenti, quindi dimenticate quanto scritto sui contratti che avete firmato. Le polizze resteranno tuttavia esenti dalle tasse di successione.

 

Quello che mi lascia sconfortato è la visione di breve termine, miopica, che ha portato all’aumento della tassazione sui fondi pensione e, in generale, l’atteggiamento nei confronti del risparmio previdenziale. Una filosofia a mio parere imprudente e incosciente nei confronti dei grandi rischi sociali e demografici dell’Italia.

La logica di Esaù

I viaggi nel tempo non sono ancora possibili. Tranne che per il denaro: con il TFR in busta paga il reddito del futuro, destinato alla vecchiaia, è spostato nel presente. Il che implica che non sarà più disponibile nel momento in cui servirà davvero, a meno che l’incremento dei consumi derivante da questa manovra faccia partire a razzo l’economia italiana, consentendovi futuri aumenti di reddito e nuovi risparmi tali da garantirvi una vecchiaia serena. Questo evento, però, è probabile quanto la scoperta di una base aliena nel sottosuolo di Carate Brianza.

Interessante notare poi come la Legge di stabilità 2015 comporti anche spostamenti di denaro dal passato al presente, vista la retroattività di alcune norme (ad esempio la tassazione dei fondi pensione). Isaac Asimov sarebbe molto fiero di questa Legge di stabilità e dei suoi trasferimenti intertemporali.

La Legge di stabilità 2015 pare dimenticare che il risparmio previdenziale (e non solo quello) è l’altra faccia degli investimenti, importante componente del PIL. Il risparmio a lungo termine (sottolineo: a lungo termine, cioè almeno 5-10 anni) potrebbe essere incentivato, detassato e indirizzato a iniziative di sviluppo dell’economia italiana, prendendo così due piccioni con una fava.

Invece, si considerano “rendite finanziarie” gli investimenti previdenziali di un lavoratore metalmeccanico che ha aderito al fondo pensione Cometa o di un operaio del settore chimico che ha aderito a Fonchim. Peccato che non si tratti di rendite, bensì di reddito da lavoro accantonato e differito nel tempo, messo da parte per quando ce ne sarà verosimilmente bisogno: da vecchi.

L’atteggiamento del Governo Renzi nei confronti del risparmio previdenziale, quello per la pensione, è chiaro: non interessa. Se non per la sua spremitura.

Non importa se nel 2055 secondo l’Istat il rapporto tra ultra 65enni che non lavorano e la popolazione attiva (nella quale sono inclusi anche i quindicenni) sarà superiore al 60% (vedi grafico seguente). L’Istat si attende che sia al 50% nel 2035.

Non importa se, con elevata probabilità, ci saranno moltissimi anziani con reddito insufficiente e non ci saranno i mezzi per sostenerli.

Quello delle pensioni future non è un problema di congiuntura economica: è un problema strutturale. Che pare non interessare gli attuali piani governativi.

rapporto_tra_pensionati_e_lavoratori_-_previsioni_per_l'Italia

Tutto ciò è ragionevole come lo fu Esaù, che cedette la primogenitura a Giacobbe per un piatto di lenticchie (Genesi 25,29-34).

È ragionevole come l’atteggiamento della cicala che, nella favola di Esopo, canta tutta l’estate ma quando giunge l’inverno resta senza cibo. E attenzione:

L’inverno sta arrivando

G.R.R. Martin, “Cronache del ghiaccio e del fuoco”

PS: Se voi siete come le formiche e volete risparmiare per la vostra pensione, potrebbero interessarvi questi due portafogli, studiati apposta per quell’obiettivo: Ob. Pensione e Ob. Pensione PAC. Sono portafogli semplici, equilibrati, gratuiti, che vi danno indicazioni puntuali su dove investire (poi attuate il tutto con la vostra banca).

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    “L’atteggiamento del Governo Renzi nei confronti del risparmio previdenziale, quello per la pensione, è chiaro: non interessa. Se non per la sua spremitura.”

    Perché interessano forse al governo Renzi altre forme di risparmio?! Se non anche quelle in un’ottica di SPREMITURA.

    Poi ai politici di certo non mancherà la pensione, visto gli stipendi e privilegi che hanno.

    Ed il CETRIOLONE Renziano che si gusterà chiunque resti residente in Italia è solo all’inzio! 🙂

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    bravo Raffaele complimenti per l’ articolo, che come scritto , mi son divertito,
    amaro sapere che quello che hai detto è la verità.

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    non sono qui a difendere Renzi e non ne ho alcun interesse, ma il TFR non rientrerà nell’Irpef (quindi l’articolo NON è corretto nei contenuti) e avrei gradito un’informazione di stampo più finanziario e meno politico, ci perdete in credibilità.

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    MI sfugge in parte il discorso di chi prende meno di 15.000 euro e cioè: conviene farselo dare in busta paga perché ci guadagno, è comunque meglio lasciarlo nel fondo o accantono talmente poco che la scelta è indifferente?

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      Sopra i 15k c’è un differenziale di tassazione sfavorevole a incassare subito il Tfr. Ma, più in generale, il mio parere è che convenga investirli sempre per i momenti difficili: gli anni della vecchiaia. Motivazioni più legate alla prudente gestione dei rischi della vita che alla tassazione.

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    Che al Governo Renzi interessi solo spremere i contribuenti è chiaro. Oltre all’inasprimento della tassazione su Fondi pensione, PIP e TFR va ricordato che si aggiunge l’aumento capestro della tassazione sui risparmi (chiamati subdolamente “rendite fiscali”) dal 20% al 26% e la conferma dell’imposta di bollo sui deposito titoli dello 0,2% per il 2014

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      Sarebbe “rendite finanziarie” (anche se per lo stato idrovora divengono “rendite fiscali”). E dì buona grazia che per il 2014 il bollo è stata confermato (per ora) a 0,2%, visto che se non lo confermano, non sarebbe per abbassarlo. 🙂

      In Italia da tassare è rimasto solo il risparmio, visto che i redditi: imprese, lavoratori ed autonomi è dura riuscire a tassarli più di così (62-65%).

      Vedrete, tra 10 anni l’Italia sarà oggetto di studio da parte degli economisti su come appunto “un uomo dentro un secchio non sia riuscito a sollevarsi tirando il manico”.

      http://www.goodreads.com/quotes/192219-i-contend-that-for-a-nation-to-try-to-tax

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