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Renzi aumenta le tasse sulle rendite finanziarie: cosa cambia per il risparmiatore

Ieri  il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha fatto il punto sulle prossime mosse del Governo in una conferenza stampa nella quale ha sfoggiato le sue indubbie doti mediatiche.

Ha presentato i provvedimenti relativi al taglio del cuneo fiscale, al piano casa e all’occupazione, che dovranno ancora passare il vaglio dell’UE (e, pensiero “volante”, ho la sensazione che in sede europea la “spending review” possa risultare un po’ allegrotta).

Comunque, nessun commento politico da parte mia, solo qualche riflessione a caldo sul provvedimento che tocca i risparmiatori: l’aumento della tassazione delle rendite finanziarie, che passa dal 20% al 26% ed entrerà in vigore il 1° maggio.

Questa è una delle misure che dovrebbe garantire i 2,6 miliardi necessari per finanziare la copertura del taglio del 10% dell’Irap alle imprese, riducendo il cuneo fiscale.

tassazione rendite finanziarie

Cosa cambia per i risparmiatori?

La pressione fiscale sul risparmio cresce più di quanto non appaia a prima vista, perché tra ritenuta d’imposta e bolli, siamo nell’ordine del 36%. E non pensate a patrimoni milionari, qui parliamo anche dei 20-30mila euro su un conto deposito presso una qualunque banca italiana.

Questa percentuale sale ulteriormente se si tiene conto del fatto che la demenziale legislazione italiana non consente di compensare redditi da capitale e redditi diversi.

Quali strumenti finanziari non saranno tassati?

Renzi si è limitato ieri a dire che “i BOT sono esclusi” dalla stangata del 26%, ma è ragionevole supporre che tutti gli strumenti che oggi sono al 12,5% resteranno tali (e quindi BTP, BTP Italia, CCT, BOT, CTZ e risparmio postale).

Insomma i titoli di Stato e assimilati sono salvi. Sui dettagli tecnici, comunque, attendiamo maggiori informazioni per poi approfondire.

Aggiungo solo che il divario tra il 12,5% dell’aliquota che grava sui titoli di Stato e il 26% relativo agli altri strumenti finanziari, potrebbe far storcere il naso in sede UE.

Gli strumenti finanziari colpiti dall’aumento

Fondi comuni, ETF, depositi bancari, conti correnti, polizze unit linked e index-linked, obbligazioni bancarie e societarie, conti deposito e conti corrente sono dunque penalizzati rispetto ai titoli di Stato.

Ma sia chiaro, non vi suggeriamo di cambiare asset allocation dei vostri investimenti: una corretta distribuzione delle asset class in funzione di obiettivi e propensione al rischio viene prima di qualunque questione legata alla tassazione.

Noi di Advise Only consigliamo sempre di provare le nostre idee di investimento super economiche. Ricordate: negli investimenti le performance sono probabili, ma i costi e le tasse sempre certi: provate Portafoglio Express (gratuito, ma necessaria l’iscrizione).

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In definitiva, non è vero che le tasse non aumentano: se avete dei risparmi (e, ripeto, non c’è bisogno di essere Warren Buffet, bastano alcune migliaia di euro su un conto deposito), le tasse aumentano, su capital gain, dividendi, cedole, interessi…

Si tratta, a ben vedere, di una manovra (molto astuta dal punto di vista elettorale) di redistribuzione del reddito, che detassa i redditi più bassi e con maggiore propensione media al consumo. Così facendo, si spera che l’economia italiana riparta. Vedremo.

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Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    Non sono sicura che anche i conti correnti siano inclusi nella manovra, ma sul resto concordo in pieno.

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    Raffaele scusa ma perché parli di 36%. I bolli sono lo 0,2% sull’intero capitale? Come fai a tirare fuori il 36%?

    Più ci penso e più mi domando come farà l’Italia a stare a galla? Tremo pensando al fiscal compact.
    Quello che molti forse non hanno ancora capito è che questo è solo l’inzio, poi arriverà l’aumento sui TdS, poi l’aumento del bollo patrimoniale fino all’1% sicuro e via.

    • Avatar

      Ipotesi: deposito bancario da 50.000 euro, rendimento lordo p.a. 2%.

      => Interessi = 1000€

      Calcoliamo le tasse:
      ritenuta d’imposta 26% => 260€
      +
      imposta di bollo 2 per mille => 100€
      =
      Tasse totali = 360€

      Pressione fiscale = tasse totali/interessi=360/1000 = 36%
      (Spero di non essermi perso pezzi per strada…)

      • Avatar

        Aaaaarrrrgggghhhhh ma hai perfettamente ragione. Mi vien da piangere. 🙁

        Non capivo come ti veniva il 36% perché pensavo al capital gain delle borse che è imprevedibile eccetto per il 26% che paghi di sicuro.

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    Sono inorridito, con un rendimento sul conto deposito inferiore allo 0,27% lordo si ha un rendimento netto NEGATIVO!!!

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