Tra i numerosi “cantieri aperti” del Governo c’è anche quello sulle pensioni. Sul tavolo ci sono numerosi provvedimenti, dall’anticipo pensionistico alle quattordicesime. Ma senza fretta.
Procedono i lavori sull’Anticipo pensionistico – l’APE di cui abbiamo parlato in un precedente post – e sul resto del piano pensioni allo studio del Governo: misure di flessibilità in uscita per chi ha svolto mansioni usuranti, per i lavoratori “precoci” e discontinui, ed estensione della quattordicesima per le pensioni più basse.
AAA piano pensioni cercasi
Nel corso dell’ultimo incontro tra il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il sottosegretario Tommaso Nannicini e i segretari di CGIL, CISL e UIL – tenutosi lo scorso 29 luglio – è stata affrontata soprattutto la questione dei costi, su cui restano alcune divergenze di vedute. Secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, i sindacati ritengono che sarebbero necessari almeno 2,5 miliardi di euro per risanare la previdenza italiana, mentre stime non ufficiali indicano le risorse utilizzabili nella prossima Legge di Stabilità intorno agli 1,5 miliardi di euro, di cui 600 milioni di euro da destinare all’APE.
Una soluzione che sta prendendo corpo per far tornare i conti sarebbe quella di suddividere in due tranche gli interventi previsti, portando a termine quest’anno solo quelli più urgenti: l’anticipo pensionistico fino a 3 anni e la ricongiunzione gratuita per chi ha versato contributi a più enti previdenziali. Potrebbero invece essere rimandati al prossimo anno l’ampliamento della quattordicesima per chi ha una pensione bassa (aumentando l’assegno, oppure la platea) e la flessibilità per i lavori usuranti e i lavoratori precoci.
Governo e sindacati dovrebbero incontrarsi nuovamente il 6 settembre sui temi del lavoro, il 7 sulle pensioni, per chiudere il 12 con il piano per pensionandi e pensionati.
Anticipo pensionistico (APE)
L’anticipo pensionistico con prestito bancario riguarderà inizialmente i lavoratori “over 63”, che potranno decidere di smettere di lavorare fino a tre anni prima del raggiungimento dei requisiti di vecchiaia, accendendo una sorta di mutuo sulla loro stessa pensione. Gli anni di anticipo saranno finanziati infatti con un prestito bancario, gestito dall’INPS, che il pensionato dovrà restituire nel giro di 20 anni. È prevista inoltre un’assicurazione a copertura del rischio di morte del pensionato prima dell’estinzione del prestito.
I costi di questo “mutuo” varieranno a seconda della categoria di appartenenza dei singoli lavoratori: disoccupati di lungo corso, lavoratori interessati da processi di ristrutturazione aziendale e uscite volontarie. Anche l’entità dell’assegno anticipato potrà variare per effetto di vari parametri: l’anticipo richiesto (fino a un massimo del 95% della pensione di vecchiaia maturata), l’entità della pensione potenziale, il tasso annuo nominale (TAN) sull’APE stesso, l’assicurazione contro il rischio di decesso prematuro. Secondo quanto stimato dal Sole 24 Ore, la rata del prestito per chi anticipa l’uscita dal lavoro di 3 anni potrebbe arrivare fino al 15% della pensione per 20 anni.
Non solo APE
Il piano del Governo sulle pensioni prevede anche di rendere sempre gratuita la ricongiunzione dei contributi versati in gestioni diverse. Più nel dettaglio, scrive il Sole 24 Ore, l’obiettivo è quello di cancellare la norma secondo cui è necessario aver versato una soglia minima in una stessa gestione per poter ottenere la ricongiunzione gratuita.
Per quanto riguarda i lavoratori “precoci” cioè coloro che hanno iniziato a versare contributi prima dei 18 anni di età, il piano prevede la possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi, grazie a un bonus che il Governo dovrebbe riconoscere per i contributi versati fra i 14 e i 18 anni di età. Ma questa misura, che riguarderebbe tra 3,5 e 4,8 milioni di persone, potrebbe slittare in avanti nel tempo. Stesso discorso per chi ha svolto lavori usuranti: l’idea sarebbe quella di congelare per loro i calcoli legati all’aspettativa di vita (impedendo così ulteriori scatti in avanti dell’età pensionabile). Infine sul fronte delle quattordicesime, le opzioni per estenderle sarebbero due: rafforzare di 80-100 euro l’assegno a quanti già lo incassano (cioè quei pensionati che percepiscono 750 euro al mese), oppure estenderlo anche agli assegni fino a 1.250 euro.
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Insomma, la via pare tracciata. Risposte puntuali e numeri definitivi arriveranno solo con la prossima Legge di Bilancio, ma il sottosegretario Nannicini ha assicurato che già a settembre ci sarà un quadro complessivo degli interventi sulla flessibilità in uscita. I sindacati per ora si dicono soddisfatti. Ma il momento della verità si avrà al rientro dalle vacanze.