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Pensaci Oggi a confronto coi “competitor”: quanto pesano davvero le commissioni?

Se una differenza commissionale nell’ordine dello “zero virgola” può incidere poco nel primo anno di investimento, il suo peso cresce con il passare del tempo e l’aumentare del capitale investito: date un’occhiata al grafico qui sotto…

 

Questione di commissioni

Nel  presentarvi Pensaci Oggi vi abbiamo detto che è un prodotto flessibile, con un buon contenuto azionario, con commissioni basse e che è particolarmente adatto a un investimento di lungo termine. Oggi vi spieghiamo esattamente, numeri alla mano, perché e rispetto a cosa è conveniente.

Il fondo lanciato da Zenit Sgr e gestito a quattro mani con AdviseOnly, applica inizialmente – lo ricordiamo – una commissione di gestione dell’1% annuo, pari a quella prevista per le classi istituzionali. Ma in seguito premia la fedeltà, nel senso che, dopo tre anni di versamenti consecutivi (pochi, rispetto all’orizzonte d’investimento ideale del fondo), la società rimborsa il 30% delle commissioni pagate nel corso dei 36 mesi sotto forma di sottoscrizione di nuove quote. Quindi la commissione scende nella pratica allo 0,7%.

Sembra che si stia parlando di poche briciole. Ma non è così: se una differenza commissionale nell’ordine dello “zero virgola” può incidere poco nel primo anno di investimento, il suo peso cresce con il passare degli anni e l’aumentare del capitale investito. E se l’orizzonte temporale è sufficientemente ampio, le differenze sul capitale finale che ci si mette in tasca sono tutt’altro che trascurabili, anzi, pesano come macigni.

Per darvi un’idea di quel che stiamo dicendo, abbiamo calcolato quanto “cuba” pagare commissioni più basse:

  • abbiamo valutato Pensaci Oggi ed altre forme d’investimento che possono costituire un’alternativa, cioè fondi bilanciati, azionari, obbligazionari, absolute return, fondi pensione aperti e PIP;
  • per ciascuna alternativa a Pensaci Oggi abbiamo considerato i livelli commissionali medi (si veda la nota metodologica in calce al grafico);
  • abbiamo calcolato, per ciascuna delle alternative possibili, quanto il più basso livello commissionale di Pensaci Oggi incide sul risultato finale, cioè il montante, di un investimento di 100 euro (per semplicità – se fossero 10mila euro o di un milione il discorso non cambierebbe) per varie durate possibili;
  • il tutto a parità di altre condizioni (la principale è la performance) e al lordo della tassazione;
  • non sono inclusi invece i fondi pensione negoziali, a cui non tutti hanno accesso, e che comunque in genere sono super-convenienti.

In pratica abbiamo calcolato il beneficio sul capitale finale dovuto esclusivamente al costo commissionale.

Il grafico

Ebbene, i risultati sono tutt’altro che scontati. Un esempio? Rispetto a un fondo bilanciato (probabilmente il confronto più corretto), dopo 30 anni si ottiene il 40% di capitale in più, e dopo 40 anni il 56% in più – se avete investito 10mila euro in Pensaci Oggi, per dire, sono  5.600 euro in più imputabili alla differenza di commissioni. Date un’occhiata al grafico qui sotto.

Attenzione: lo ribadiamo, le linee colorate non indicano la progressiva crescita del montante, ma la percentuale di capitale disponibile in più ogni anno con un investimento in Pensaci Oggi, tenendo conto solo dei costi commissionali. In pratica il grafico risponde alla domanda: qual è la percentuale di capitale in più che otterrei se investissi in Pensaci Oggi anziché in un fondo bilanciato, azionario, obbligazionario, absolute return, in un fondo pensione aperto o in un PIP?

Una piccola nota di metodo: abbiamo preso i dati di TER dei fondi comuni da Plus24/Interactive Data: http://www.klers.it/pdf/fondicosti.pdf. I dati di fondi pensione aperti e PIP invece, sono medie dei dati pubblicati sul sito di COVIP. Per il calcolo dell’impatto delle commissioni si veda William F. Sharpe,  “The Arithmetic of Investment Expenses”, Financial Analysts Journal Volume 69 · Number 2 2013 CFA Institute.

I costi sono importanti

Il grafico parla chiaro: una differenza di costo anche piccola si fa sentire, e non poco, su un investimento di lungo termine. Questo perché abbiamo a che fare con la legge degli interessi composti, o meglio, in questo caso, delle “commissioni composte”. Sappiamo che le performance dei singoli prodotti finanziari – positive o negative che siano – sono incerte e ampiamente influenzabili dal caso, quindi per loro natura non prevedibili. Ma i costi sono sostanzialmente certi, e sono indicati sul prospetto informativo di ogni prodotto (la grandezza che li sintetizza è il TER): è quindi importante prestarvi la dovuta attenzione, perché a seconda del valore commissionale, il risultato dell’investimento può variare in modo significativo.

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