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HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'I mercati danno la fiducia al Governo Letta

I mercati danno la fiducia al Governo Letta

Le assurdità della vita non hanno bisogno di parer verosimili,
perché sono vere.

(Il fu Mattia Pascal, Pirandello)

Tra urla e strepiti delle varie parti sociali di questo curioso Paese, il Governo Letta si è insediato.

Come saprete questo blog guarda alla politica attraverso la lente dell’economia e della finanza. Concentriamoci dunque sulla reazione dei mercati finanziari, ovvero quella massa indistinta di creditori dell’Italia, operatori professionali e risparmiatori che detengono i titoli del debito pubblico italiano. Osservando quanto successo dalla nomina a Enrico Letta a presidente del Consiglio incaricato, sembra che i mercati abbiano dato la loro fiducia: in asta, i rendimenti dei BTP a 5 e 10 anni sono andati ai minimi dal 2010, con il BTP decennale sotto la soglia psicologica del 4% e quello quinquennale sotto il 3%. Lo spread, importante termometro della fiducia, si mantiene intorno a 275.

La democrazia non c’entra nulla con i mercati finanziari? Beh, non proprio: la fiducia dei creditori dell’Italia conta (checché ne dicano i soliti attivisti della disinformazione e il loro seguito di disinformati).

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Rendimenti aste BTP quinquennali e decennali

Rendimenti aste BTP quinquennali e decennali

Il meglio che potrà fare questo Governo, che beneficia dell’ombrello protettivo creato nel 2012 dalla BCE, sarà metter mano ad alcune riforme urgenti. In primis la riforma elettorale, poi la riforma della pubblica amministrazione e della politica, andando incontro a quelle istanze emerse chiaramente durante le elezioni di febbraio. Vedremo se riuscirà ad affrontare anche la riforma del lavoro, così come pronunciato nel discorso alla Camera, azione fondamentale per offrire chance occupazionali agli italiani (specie ai più giovani) e competitività alle imprese italiane.

Al di là di un premier giovane e preparato (Letta ha 46 anni, un dottorato in Diritto Internazionale, parla correntemente inglese, è già stato Ministro, ha una famiglia, cosa che non guasta), di un Gabinetto dei Ministri più difendibile di tanti altri visti nella storia italiana, la mia impressione è che il principale collante di questo Governo sia la paura che i partiti nutrono nei confronti del M5S. Fronteggiare lo tsunami di Beppe Grillo può essere l’enzima che tiene insieme e mette d’accordo PdL e PD.

Camera Deputati, fiducia governo Letta

Enrico Letta eredita un Paese fresco di “negative outlook” da parte dell’agenzia di rating Moody’s, con un’economia-zombie in contrazione da otto trimestri e un tasso di disoccupazione al 12% (il più elevato da vent’anni a questa parte). Il neo-premier  ha dichiarato che l’austerity non è più sufficiente. Si unisce quindi a quel filone di pensiero, sempre più vigoroso tra le file dei leader politici europei, che vuole maggior attenzione ai problemi della crescita economica. Il Presidente della Commissione Europea Barroso ha infatti affermato:

“Abbiamo raggiunto il limite dell’attuale strategia basata sull’austerità”.

Persino il Ministro delle Finanze tedesco Schaeuble ha dichiarato:

“Capisco l’allentamento dei vincoli di  budget della Spagna” e… “supporto la linea del premier spagnolo Rajoy”.

Germania e Spagna stanno avviando un piano di rilancio per le imprese spagnole, in Francia François Hollande si prepara a ridurre la tassazione sui “capital gain. Vedremo nei prossimi mesi se e come questa primavera del pensiero economico europeo riuscirà a tradursi in fatti credibili (la strategia attuativa non è, in effetti, molto chiara – non basta dire “meno austerity”) e se l’Italia, terza economia dell’euro-zona, riuscirà ad esserne parte.

Da risparmiatori, sia che abbiate creduto nei titoli di Stato italiani fino ad ora, sia che non l’abbiate fatto, beh… potete rimanere fermi sulle vostre convinzioni, perché i presupposti e lo scenario di fondo non sono cambiati granché: i problemi più gravi e strutturali del Vecchio Continente e dell’Italia sono ancora tutti lì, anche se lentamente e tortuosamente si procede (dovrei dire “si striscia”) verso l’uscita dal tunnel.

Se siete in cerca di indicazioni d’investimento in questa situazione i portafogli Anti-Crisi possono essere per voi un ottimo spunto:

  • Euro Tsunami: portafoglio pessimista sulla crisi europea,
  • Euro OK: portafoglio ottimista sulla risoluzione della crisi europea,
  • Intermedio: portafoglio che fonde le due visioni precedenti,
  • Euro Rinascita: portafoglio positivo sulla risoluzione, ma meno rischioso.

I portafogli sono stati creati all’interno del sito Advise Only a novembre 2011, nel pieno della crisi dell’euro zona, ma sono attualissimi e aggiornati. Il loro andamento riflette l’evoluzione dello scenario italiano ed europeo di quest’ultimo anno e mezzo.

PS: per consultare i portafogli anti-crisi (e tutti gli altri numerosi portafogli di investimento condivisi all’interno di Advise Only) devi solo accedere o iscriverti (se ancora non l’hai fatto): www.adviseonly.com. Le idee di investimento sono gratis al 100%!

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    Comunque è pazzesco che EuroRinascita (richio 15) con il 46% di azioni sia alla fine (anche se di poco) meno rischioso di EuroOK (rischio 16) che ha però solo il 34% di azioni.

    Presumo sia dovuto al fatto che in EuroOK sono tutte azioni Euro, mentre nel primo si tratta di azioni diversificato a livello internazionali.

    Comunque se è vero che la “matematcia non è un opinione” speriamo che anche per la statistica valga lo stesso detto.

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      Ti sei dato la risposta da solo: è questione di diversificazione. EuroOK è superconcentrato sul fattore di rischio “l’euro ce la fa”. EuroRinascita e Intermedio sono diverisifcati da tutti i punti di vista.

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    Analisi puntuale e attenta. Credo che sarebbe interessante valutare anche lo scenario EuropaUpgrade: un’Europa che trasforma la BCE in un’organismo come la FED e omogeneizza i trattamenti fiscali e di ammortizzazione sociale.

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      Giustissimo, ma non è credo, uno scenario di breve periodo.

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