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Megatrend: come investire cavalcando l’onda del futuro – Parte I

I megatrend incarnano la forza del cambiamento: sono le grandi mutazioni che lasciano un segno profondo nel mondo e nella società. E possono essere oggetto di investimenti.

Parliamo di megatrend: grandi mutamenti sociali, tecnologici, economici, politici, naturali che durano per decenni. Forze in grado di plasmare la storia. E sulle quali si può investire. Analizziamo più da vicino i principali megatrend, numeri alla mano.

Demografia

La popolazione mondiale aumenta e invecchia. Dal 1900 al 2000 l’incremento della popolazione umana è stato tre volte superiore a quello dell’intera precedente storia dell’umanità: si è passati da 1,5 a 6,1 miliardi di individui in appena 100 anni. Negli ultimi 200 anni, poi, le migliorate condizioni di salute hanno incrementato sensibilmente l’aspettativa di vita. Il tasso di crescita della popolazione mondiale, seppur in calo, resta positivo, sicché il pianeta sarà sempre più affollato: nel 2050 la popolazione mondiale dovrebbe toccare i 9,5 miliardi di persone, con una quota di ultra-65enni pari al 16% del totale. Tra le numerose implicazioni di tutto ciò, c’è la crescente domanda di servizi legati a:

  • salute, specie degli anziani;
  • biotecnologie (collegate alla salute)
  • tempo libero, poiché una larga porzione di popolazione avrà tempo e denaro da spendere.

Inoltre, una popolazione più vecchia dovrebbe investire maggiormente in obbligazioni, in grado di fornire reddito integrativo, sostenendone la domanda e quindi il valore.

Crescita della classe media

Si dice che la classe media vada scomparendo: dati alla mano non è vero, almeno a livello mondiale. Su scala globale, infatti, il numero di individui che vivono in povertà continua a diminuire.

Questo dato fa il paio con la crescita del reddito pro-capite reale (cioè tenendo conto dell’inflazione), in tutto il mondo – il grafico seguente non lascia dubbi.

Si può obiettare che la crescita economica non è tutto, e che contano tante altre cose, in primis l’istruzione, alla base della mobilità sociale. Certo. Ma l’istruzione è legata al reddito. E infatti l’alfabetizzazione è cresciuta esponenzialmente (si veda il grafico seguente) a livello globale. Aggiungete la diffusione dell’informazione, in particolare di internet, il miglioramento della condizione femminile, la mobilità di beni e persone, e arriviamo all’affermazione progressiva di una classe media mondiale, che cresce soprattutto nei Paesi Emergenti.

L’impatto concreto di una classe media che cresce d’importanza è moltiplice, sostanziandosi per esempio in: 

  • aumento della spesa in beni e servizi legati a salute, benessere e tempo libero, in particolare nei Paesi Emergenti;
  • crescita dei consumi e degli investimenti, specie quelli infrastrutturali, nei Paesi Emergenti, che hanno ancora potenziale di crescita in termini di urbanizzazione e industrializzazione.

Ambiente

Un pianeta con risorse limitate e una popolazione in crescita che consuma sempre di più è un ovvio problema. Significa innanzitutto doversi contendere risorse naturali, l’acqua in testa (secondo l’OCSE circa 3,9 miliardi di persone vivranno in condizioni di severa scarsità di acqua nel 2030). In modo analogo, il fabbisogno calorico aumenta progressivamente su scala globale (vedi grafico seguente). Senza dimenticare che i cambiamenti climatici e le emissioni di diossido di carbonio sono problemi destinati ad accompagnare l’umanità per molto tempo.

Le implicazioni di queste dinamiche ambientali sono varie:

  • con ogni probabilità aumenterà ulteriormente la domanda di energia, acqua, cibo e risorse naturali, sempre più scarse;
  • si prospetta un notevole potenziale di crescita per l’agribusiness, non solo per la produzione di cibo per l’uomo, ma anche per gli animali, per via dell’aumento di domanda di carne e pollame nei Paesi Emergenti;
  • dovrebbero affermarsi sempre più le energie rinnovabili, ad esempio quella solare e quella eolica;
  • in generale, prodotti e servizi a basso impatto ambientale, basati sull’utilizzo efficiente di risorse scarse, e fondati su principi di sostenibilità ed etica, dovrebbero avere migliori opportunità.

Tecnologie

La velocità e l’impatto dell’innovazione tecnologica sono in crescita costante. In effetti, secondo la Legge di Moore il cambiamento tecnologico cresce a velocità esponenziale: il numero di transistor in un circuito integrato raddoppia ogni due anni circa, a beneficio della potenza di calcolo. E non sono deliri di fantasia: guardate il grafico (in scala semilogaritmica, per rendere lineare – e più leggibile – la dinamica esponenziale).

L’impatto dell’innovazione tecnologica pervade tutti i settori dell’economia e della vita privata, facilitando l’automazione e l’aumento dell’efficienza. Nanotecnologie, biotecnologie, stampa 3D, block-chain, intelligenza artificiale, robotica, media digitali e connettività sono solo alcune delle forze tecnologiche che stanno cambiando il mondo – ma il panorama tecnologico è davvero ampio.

Investire nei megatrend

Veniamo al dunque. Investire guardando ai trend di lunghissimo periodo ha un indubbio fascino: si punta alla “big picture”, cioè ai grandi cambiamenti del pianeta e della popolazione umana che lo infesta, ops, lo abita. E non si può certo dire che ci sia penuria di trend. Si tratta per lo più di investimenti di natura azionaria; il grafico seguente vi dà un’idea di come sono andati di recente.

Sebbene la media della performance di questi indici di megatrend da dicembre 2003 ad oggi sia del 167%, rispetto al 74% del generico indice azionario MSCI World (che ha rischio del tutto simile), si possono comunque trovare vistose differenze tra i singoli megatrend. Il punto è proprio questo: come cavalcare l’onda giusta e fare il surf sui megatrend? Sarà l’oggetto della prossima puntata.


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Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    Articolo molto interessante e (come sempre) molto chiaro: sarebbe bello che il servizio Ao Tutor inserisse un portafoglio dedicato a queste tematiche…
    Grazie.

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      Ci sarà. Nel giro di un paio di settimane 😉

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        Ottimo!
        Pensavo che con gli etf fosse complicato, ma attendo vostre notizie.
        Grazie 🙂

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        Raffaele, a quando la seconda puntata??? non vedo l’ora di leggerla

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          Settimana prossima, penso. Sicuro non questa. Ma…tranquillo, arriva.

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      Visto il portafoglio? E’ anche in newsletter…

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    La Ishares ha appena coniato un nuovo etf dedicato ai megatrends…aspettiamo sviluppi!

    Un chiarimento però…sarà vero che le persone che invecchiando vanno in pensione avranno tempo e soprattutto denaro disponibile? la mia sensazione è che un sistema pensionistico efficiente sia assolutamente non in grado di permettere uno stipendio paragonabile al vecchio reddito, e in seconda battuta, il fenomeno del figlio unico in Cina (il paese che dovrebbe dominare per crescita procapite del reddito), ha causato un problema enorme sui novelli sposi maschi, i quali dovranno sobbarcarsi i costi di mantenere 4 genitori ed una moglie…vedremo come ne usciranno!

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      Sarà vero? E chi lo sa…certo è che unendo i puntini (crescita reddito pro-capite+ampliamento della classe media+crescita della popolazione anziana, ecc ecc) si arriva lì.

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