Con i risultati delle politiche monetarie finora poco soddisfacenti, la ricerca di provvedimenti volti a far ripartire la macchina economica ha portato alla riscoperta dell’ helicopter money: la “pioggia di soldi dal cielo”. Quanto c’è di vero? Proviamo a distinguere la realtà dalla fantascienza.
L’elicottero monetario
Il vocabolario della finanza negli ultimi anni sta attraversando una profonda rivoluzione, con neologismi e figure retoriche che si accavallano l’uno sull’altro. Siamo passati dallo spread ai subprime, dai PIGS, al Black Swan[1] ed ora sta (ri-)facendo capolino un concetto, un’immagine immediata e (decisamente) popolare[2]: l’helicopter money.
Piovono banconote
Il Nobel per l’economia Milton Friedman per primo descrisse l’elicottero monetario nel 1969 in un suo studio, e negli ultimi mesi il concetto è tornato con forza d’attualità: banconote che “piovono” dal cielo direttamente nei conti dei risparmiatori, o degli Stati, sorpassando l’intermediario bancario. Il nostro connazionale Mario Draghi, presunto pilota dell’ elicottero, avrebbe carta bianca su come, quando e dove portare questa “benevola perturbazione”.
L’idea alla base dell’elicottero monetario vede la banca centrale che, nella lotta contro la deflazione, cerca di stimolare la propensione al consumo (e quindi la domanda) dei risparmiatori attraverso questa nuova massa monetaria.
Una situazione che vi ricorda qualcosa? Forse proprio quella che stiamo vivendo oggi.
Chiamando in causa anche l’ex governatore della Federal Reserve, Ben Bernanke, abbiamo di fronte quello che è meglio conosciuto come “finanziamento monetario della spesa pubblica”. Difatti, oltre alla politica monetaria, manovrata dalle azioni della banca centrale, entra in gioco anche la politica fiscale, costituita dalle azioni dei governi: entrambe operano sinergicamente su due fronti:
- si procede con un acquisto di titoli di Stato, evitando così un eccessivo rialzo dei tassi, da parte della banca centrale
- attraverso la liquidità precedentemente raccolta vengono tagliate le imposte, effettuati investimenti in infrastrutture (e via dicendo), da parte del governo
Ma cosa cambia rispetto al Quantitative Easing?
Ad una prima lettura sembra si stia descrivendo una realtà già conosciuta, ma ho omesso un particolare fondamentale: il QE attuale ha comportato, per lo più, uno scambio con depositi bancari e l’acquisto di debito (i titoli di Stato) da ripagare: “do ut des”. Mentre invece le forze in atto con l’elicottero monetario permetterebbero di influenzare direttamente la domanda aggregata e rilanciare la spesa pubblica, senza creare i presupposti per uno scambio: una sorta di “beneficenza finanziaria”.
Ok, ma nel mondo reale?
Sembra un piano d’azione perfetto. Ma con i voli pindarici non si arriva lontano. La Banca centrale e i governi operano su due piani differenti, soprattutto in termini di tempistiche: l’ottica di medio/lungo termine della banca centrale si scontra con gli effetti di breve (brevissimo) termine ricercati da qualunque governo. Sarebbe necessario quindi un coordinamento tra le due azioni, e di conseguenza si verrebbe a creare uno stretto rapporto tra le due figure, andando a minare le fondamenta di indipendenza e legittimità che caratterizzano la stessa banca centrale.
In un momento storico in cui l’economia mondiale (soprattutto europea e giapponese) pare “abbioccata”, con gli strumenti finora utilizzati (tassi d’interesse negativi sulle riserve e QE) che sembrano piuttosto inefficaci, gli economisti si dividono tra chi vede nell’elicottero monetario una possibile soluzione e chi invece teme un troppo improvviso rinvigorimento dell’inflazione (come successe in Francia nel 1796).
Per il momento, il possibile futuro elicotterista Mario Draghi, ha ribadito:
“L’elicottero monetario è un concetto molto interessante e discusso negli ambienti accademici, ma di cui (in BCE ndr.) non si è mai parlato e pensato”.
Le aspettative (come sempre) guidano il mercato: speriamo siano il più possibile razionali.
[1] Eventi altamente imprevedibili e improvvisi.
[2] Tanto che viene definito come il “Quantitative Easing per il Popolo”.
Soter / Maggio 13, 2016
Argomento molto interessante ma che mi sembra presupponga di rivolgersi a specialisti, in quanto sintetizza troppo proprio l’aspetto più qualificante: la differenza con il QE è che questo ha comportato per lo più uno “scambio con depositi bancari e l’acquisto di debito (i titoli di Stato) da ripagare: “do ut des”. Ma che significa? Non sarebbe stato più opportuno spendere qualche parolina in più per spiegare bene il concetto anche al grande pubblico?
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Daniele / Maggio 13, 2016
Buongiorno,
Ha ragione, La ringrazio per la richiesta di
approfondimento. Indubbiamente è un aspetto da chiarire.
Penso che la grande differenza per capire il QE e l’elicottero
monetario, risiede nell’individuazione delle azioni e soggetti coinvolti:
1)
Nel QE abbiamo la banca centrale, il governo e
le banche: la prima acquista titoli finanziari del secondo (governo) dal terzo
(banche) ricercando quindi di alleggerire il governo (abbassando i tassi sul
debito) e i bilanci delle banche in modo da far ripartire il credito, l’inflazione
e l’economia reale in genere. Ad oggi i rendimenti si sono abbassati e i prezzi
dei titoli sono cresciuti e si è creata un’”inflazione finanziaria”, non utile
ad accrescere l’inflazione reale.
2)
Nell’Elicottero monetario invece i soggetti
sono: la banca centrale e il governo. Nella sua versione più “rigorosa” la
prima, acquista direttamente i titoli di Stato dalla seconda con nuova moneta,
e il governo, attraverso il ricavato, opera una serie di manovre finanziarie
(taglio delle tasse, investimenti, ecc..) per influenzare immediatamente l’economia
reale. Il finanziamento della spesa
pubblica.
La frase del post, evidenzia la realtà che si è venuta a
creare: con il QE le banche hanno preferito depositare nelle riserve della
banca centrale i benefici ottenuti, invece che incentivare la circolazione del
credito nell’economia reale. Inoltre il QE è a “tempo determinato”, implicando
che la nuova moneta stampata dovrà essere ripagata: il bilancio della banca
centrale aumenta e successivamente si riduce una volta concluso il QE.
L’effetto dell’elicottero monetario invece è da considerarsi
“permanente”, la nuova moneta stampata, non figurerà come un credito,
accrescerà definitivamente il bilancio della banca centrale (non avrà bisogno
di essere ripagata). Inoltre, lavorando direttamente col governo, oltrepassa il
vincolo di operare con il sistema finanziario e quello che questo comporta. Entra
in gioco quindi l’aspetto fiscale (di norma di competenza governativa) e non
più solo quello monetario.
Spero di essermi spiegato meglio ora.
Daniele
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