L’estate, il sole, la spiaggia e… il calciomercato.
Dopo la delusione della nazionale italiana ai Mondiali di calcio del Brasile 2014, non c’è niente di meglio di l’acquisto di un campione da parte della propria squadra del cuore per risollevare l’umore. Eppure, al di là di qualche giocatore con interessanti prospettive (Iturbe della Roma o Morata della Juventus) i numeri sembrano confermare quanto in realtà già sappiamo: in Italia, in Seria A, le squadre di calcio spendono meno degli altri team europei e si accontentano delle seconde scelte.
Il calciomercato italiano
Quest’anno, dall’inizio del calciomercato, in Italia sono stati trattati 1.152 giocatori, per una spesa complessiva di €241 milioni[1]. La spesa media per giocatore (€0,2 mm) è ben al sotto di quanto speso nella Premier League (€3,1 mm), nella Liga spagnola (€1,5 mm) e nella Bundesliga (€0,8 mm). Al netto degli incassi da trasferimenti, in Serie A si è investito decisamente meno che in altri campionati (€64 mm contro una media tra UK, Germania e Spagna di €122 mm).
Un confronto tra leghe europee di calcio
La Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha appena eletto il suo nuovo presidente, Carlo Tavecchio, che oltre a far dimenticare una serie di esternazioni inappropriate, ha il compito di riformare l’industria del pallone (dai dilettanti alla massima serie), che da parecchio non sembra più al passo coi tempi.
L’industria del calcio europeo è in crescita (+2,0% stagione 2012/13 vs 2011/12), con un fatturato complessivo di quasi €20 miliardi, dove le cinque leghe di calcio più importanti (“Big Five”) rappresentano quasi il 50% del fatturato complessivo. Ma non tutte sono in attivo, anzi.
Le Big Five
Fonte: Deloitte; dati della stagione 2012/2013
Per il sesto anno consecutivo, la Bundesliga (Germania) e la Premier (UK) sono le uniche leghe tra le “Big Five” che possono vantare un discreto margine di profitto (prima delle plus/minusvalenze da vendita dei giocatori e costi finanziari). Secondo l’indagine sul calcio europeo condotto da Deloitte, la Spagna, l’Italia e la Francia stanno sensibilmente riducendo le spese (per lo più in ingaggi di nuovi giocatori) e migliorando i propri margini, tuttavia rimangono ancora in forte perdita.
E l’avvento del fair play finanziario non lascia molte scappatoie all’Italia per migliorare la situazione finanziaria del proprio calcio: o continuare a ridurre le spese oppure aumentare la base ricavi, troppo legata ai contratti televisivi.
Un confronto tra club europei: chi vince?
Tra le prime 20 squadre più ricche del campionati europeo, il Real Madrid si classifica al primo posto per il nono anno consecutivo, seguito da Barcellona e Bayern Monaco. Ma il campionato più rilevante in termini di fatturato e come numero di squadre è sempre la Premier League.
La Serie A è presente in classifica con quattro squadre (Juventus, Milan, Internazionale e Roma), ma in termini di fatturato rimane dietro Premier League, Bundesliga e Liga spagnola. Rispetto alla stagione 2012/2013, la Juventus scala quattro posizioni, classificandosi al nono posto in graduatoria e diventando la squadra più “ricca” del campionato italiano, superando in un solo anno Milan ed Inter.
Al di là delle valutazioni tecniche, in questo momento l’unica squadra italiana che sembra avere un passo europeo è la Juventus, con una squadra da diversi anni competitiva e con un piano industriale ben definito (stadio di proprietà e progetto “Continassa”), che gli permette di diversificare la base ricavi.
Sulla stessa scia c’è la Roma che, con l’arrivo delle nuova proprietà, ha siglato nuovi contratti commerciali con Nike e ESPN, ha in cantiere un nuovo stadio (stagione 2016/2017) e ha raggiunto importanti risultati sportivi (nella stagione 2014/15 parteciperà alla Champions League). Infatti nell’ultimo anno, le azioni AS Roma hanno registrato una performance total return (al 13/8/2014) del 152,75%, ben superiore al 15,39% dell’indice FTSEMIB e al 6,81% del titolo Juventus FC. Tuttavia, la massa di fatturato della Roma resta lontana dalle teste di serie europee.
I dati di Deloitte fanno riferimento alla stagione 2012/2013 e, purtroppo, tenuto conto dei deludenti risultati sportivi di Milan e Inter nella stagione appena conclusa (2013/2014), la classifica complessiva per l’Italia potrebbe in futuro peggiorare ulteriormente.
Temo che prima di vedere il nuovo Cristiano Ronaldo o Lionel Messi giocare in Italia debba passare molto tempo.