Quest’anno il numero di nuove aziende quotate in Europa è sceso al livello più basso dal 2009, momento di crisi finanziaria globale, sottolineando lo stato precario del mercato europeo delle offerte pubbliche iniziali (le cosiddette Ipo, appunto).
Stando ai dati, solo 34 nuove aziende sono state quotate in Europa nel primo semestre di quest’anno. Molte imprese scelgono di quotarsi negli Stati Uniti, attratte dal loro ampio capitale disponibile e dagli investitori più propensi a correre rischi e finanziare nuove attività.
Secondo i dati dell’Associazione per i mercati finanziari in Europa, nel primo semestre del 2023 le aziende hanno raccolto solo 2,4 miliardi di euro tramite offerte pubbliche iniziali, il totale più basso degli ultimi 14 anni in Europa. Il capitale raccolto ha segnato un calo del 42% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
La crisi europea
L’aumento dei tassi di interesse e l’inflazione record hanno costretto molte imprese a rinviare la loro quotazione in Borsa: è il caso del fornitore tedesco di componenti Renk.
Sostenuta dai feedback positivi degli investitori e dall’ottimismo dei mercati, Renk era in procinto di debuttare a Francoforte all’inizio di ottobre. Fino a quando ha deciso di ritirare la sua quotazione, adducendo come motivo le condizioni di mercato.
La scelta di Renk ha evidenziato le sfide che i nuovi emittenti devono affrontare, accompagnate da una recente ondata di volatilità sui mercati azionari e obbligazionari. All’inizio di questo mese, la società di software Planisware ha lanciato quella che sembrava essere la più grande Ipo in Francia degli ultimi anni. Subito dopo il passo indietro di Renk, però, è arrivato anche il conseguente ritiro dell’offerta pubblica iniziale di Planisware.
Secondo gli analisti, questo contesto mostra che gli investitori sono disposti a scommettere su nuove aziende solo se sono considerate azioni “must-own” (da tenere per forza in portafoglio) o se sono offerte con uno sconto significativo.
Inoltre, le prestazioni sui mercati delle società recentemente quotate sono state piuttosto scadenti, un fattore che ha dissuaso anche l’ingresso dei gestori di fondi. Per esempio, le azioni di Cab Payments, quotate a Londra, sono scese del 10% al loro primo giorno di negoziazione.
Destinazione Usa
La supremazia di New York nei confronti delle capitali europee è diventata ancora più evidente quest’anno: tra i casi che hanno suscitato maggiore scalpore c’è stata la società britannica di semiconduttori Arm, che ha scelto di quotarsi oltreoceano invece che a Londra. Ma non solo: anche imprese già quotate nelle Borse europee stanno considerando di accasarsi negli Stati Uniti.
In comparazione, il mercato delle Ipo negli Stati Uniti ha affrontato un rallentamento molto più contenuto quest’anno, con 75 aziende che si sono quotate nel primo semestre, raccogliendo 11,5 miliardi di dollari, come riportato da Dealogic. Il marchio di calzature tedesco Birkenstock, per esempio, ha scelto New York per la sua emissione da un miliardo di dollari.
Nonostante la Brexit, le Borse europee e la piazza di Londra sembrano avere gli stessi problemi, tra cui una scarsa liquidità e un pool di investitori nazionali al di sotto delle dimensioni necessarie.
Il Regno Unito e gli altri Paesi europei sono costretti a frenare la tendenza o ad assistere al trasferimento verso gli Stati Uniti, che porta con sé un intero ecosistema di fornitori di servizi e competenze, insieme ai loro posti di lavoro e al capitale.
Le contromisure in Europa
Per queste motivazioni, la crisi delle Ipo in Europa preoccupa molto il settore e la politica sta provando a varare le prime contromisure. Il Regno Unito sta pianificando una serie di riforme, con l’obiettivo di spingere il settore pensionistico a canalizzare i fondi verso aziende ad alto potenziale di crescita.
L’Unione europea punta a semplificare il processo di quotazione sui mercati comunitari e migliorare la ricerca sugli investimenti, in modo che le piccole e medie imprese siano più visibili agli investitori.
Le nostre fonti per questo articolo:
1 – European IPOs fall to lowest level since 2009.
2 – European companies confront IPO risks as Renk cancels float.
3 – Jeremy Hunt to set out City reforms to drive UK growth and investment.
4 – European companies halt IPO plans on concerns over market conditions.
5 – It’s not just London: the struggle to reanimate Europe’s IPO market.