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La strada maestra per tornare a crescere? Vincere la corruzione

In questi giorni, la mia consolidata abitudine di saltare le prime pagine dei quotidiani che trattano le vicende legate alla politica italiana, è diventata una vera e propria forma di “prevenzione emetica”, per evitare l’attacco di nausea causato  dalla lettura di certe notizie. Anche per chi ha lo stomaco robusto e pratica yoga quotidianamente, è difficile rimanere indifferenti leggendo le sempre più conclamate manifestazioni mediatiche del malaffare che divora questo Paese.

Mappa della corruzione in Europa per approfondire clicca qui.

Fornisco un succinto estratto delle principali notizie della settimana scorsa:

  • La sanità lombarda, dopo il crac miliardario del San Raffaele, vede emergere una nuova truffa sempre nell’area cattolico-formigoniana: si parla di fondi neri per 60-70 milioni sottratti alla Fondazione Maugeri, una delle più importanti della regione.
  • I partiti politici si arrabattano per non cambiare una legge che consente loro di ricevere finanziamenti che spendono in modo non trasparente, quando non addirittura truffaldino: tutto ciò in barba al referendum radicale del ‘93 che aboliva il “finanziamento pubblico ai partiti”.
  • Alcuni personaggi politici, che hanno fatto della lotta alla corruzione imperante e alle ruberie il loro manifesto ideologico, sono stati beccati con le “mani nella marmellata”, evidentemente il logorio del potere in Italia è letale.

Considerate che questi scandali, quasi all’ordine del giorno, si verificano in una situazione non certo facile per l’Europa e ancor più problematica per l’Italia. Disoccupazione in aumento, cassa integrazione sempre più frequente, piccoli imprenditori in crisi di liquidità perché la pubblica amministrazione non gli salda i crediti… (ci sarebbero molti altri esempi, ma meglio non divagare). Se al nostro cocktail manca qualcosa, perché non aggiungerci la beffa degli “esodati”? Migliaia di lavoratori nel limbo, 150.000 nei prossimi 4 anni secondo l’INPS, i quali – grazie alla modifica delle norme pensionistiche – non percepiranno né stipendio né pensione.

La corruzione imperante, il decadimento delle istituzioni e dei servizi pubblici da un lato e l’inarrestabile impoverimento dei cittadini dall’altro sono le due facce del malessere che hanno portato al dissesto la Grecia, dove la disperazione per la cancellazione di un futuro stampata sui volti dei cittadini nelle piazze è la disperazione di chi non ce la fa più, neanche nel nostro Paese.

Roberto Scarpinato Procuratore generale presso la Corte d’appello di Caltanissetta scriveva in un magnifico articolo su Il Sole 24 Ore che una delle principali cause della corruzione imperante è:

”…un rapporto costi-benefici assolutamente sbilanciato a favore dei benefici, che opera ormai da anni come uno straordinario moltiplicatore della corruzione. Il carcere viene riservato solo agli ultimi, a quelli che occupano i gradini più bassi della piramide sociale, come attesta la composizione sociale della popolazione carceraria…

E poi verso la fine dell’articolo:

“….È tempo di rompere gli indugi e di imprimere una brusca inversione di rotta riaffermando a tutti i livelli quel principio di responsabilità che costituisce nello stesso tempo la pietra angolare della credibilità dello Stato e l’ingrediente principale di quella imprescindibile infrastruttura dell’economia che i tecnici definiscono la «fiducia sistemica»”.

Già la “fiducia sistemica”, il fattore F di cui avevamo già parlato, determina il nostro coefficiente di credibilità ed è approssimato crudamente dallo spread (il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi) o dall’ammontare di investimenti esteri nel nostro Paese.

Cosa fare per ristabilire i pesi e le misure corrette? Forse reintrodurre il reato societario di falso in bilancio, strumento veramente efficace secondo l’Ocse, per combattere la corruzione, l’evasione fiscale e il riciclaggio, come scrive Guido Rossi sempre sulle pagine del Sole.

Non sono un’economista ma ritengo che, per aiutare la tanto auspicata crescita, la rimozione dell’odioso balzello della corruzione (che costa 60 miliardi di euro l’anno) sarebbe già un bel passo avanti. La corruzione non è certo una novità, e oggi, con l’aggravarsi della crisi, il suo peso è diventato inaccettabile. I politici hanno sicuramente le loro colpe, ma anche noi possiamo fare qualcosa: non accettare tale male, non subirlo, non girarsi dall’altra parte quando ci lambisce, non approfittarne. Bisogna fare presto, come correttamente dice il titolo dell’articolo di Scarpinato “il momento di agire è ora, domani sarà troppo tardi”.

Scritto da

È uno dei partner fondatori e Presidente di Advise Only. Laureata in Economia Politica presso l'Università Bocconi, è stata responsabile dell'area commerciale dell'asset management del gruppo Banca Leonardo, occupandosi della ristrutturazione dell'offerta dei prodotti di risparmio gestito. In precedenza ha accumulato significative esperienze dapprima presso l'area Fixed Income Sales & Trading di JP Morgan e poi come Managing Director in Goldman Sachs, area Structured Fixed Income, occupandosi di clientela istituzionale italiana. Ama lo sport (corsa e sci di fondo), i buoni libri e l'opera lirica.

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