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HomeECONOMIA E MERCATIECONOMIA, POLITICA E SOCIETA'L’Italia davanti all’incubo default. Cosa succederà?

L’Italia davanti all’incubo default. Cosa succederà?

L’Italia può fallire?

Partiamo da alcuni semplici fatti: l’Italia ha un debito pubblico elevato (rapporto debito/PIL del 120%), da qui alla fine del 2014 deve trovare circa 750 miliardi di euro per finanziarsi, ha perso credibilità politica ed ha un’economia che non cresce da troppo tempo. Ovviamente, più alto è il tasso d’interesse da pagare sul debito, peggio è la situazione. In questo momento l’Italia paga il 6,3% sul debito a 10 anni, il 6% abbondante su quello a 5 anni e il 5,3% su quello a 2 anni. Il punto è: se un soggetto perde credibilità con i creditori e non produce reddito, come ripaga il debito? Il problema quindi esiste ed è purtroppo serio. Ma quanto serio?

I mercati finanziari quotano tutti i giorni la probabilità di fallimento dell’Italia tramite il mercato dei CDS, un mercato delle assicurazione sul default (definizione semplificata, ma che coglie l’essenza dei CDS). Ebbene secondo i mercati, l’Italia ha una probabilità di fare default nei prossimi 2 anni pari a 16,5%, mentre a 5 anni tale probabilità balza a 35%.

Non mancano opinioni autorevoli: il Nobel Paul Krugman ci dà praticamente per spacciati. Scrive infatti sul suo blog che gli attuali livelli del tasso d’interesse a 10 anni dei BTP rappresentano “un livello al quale il costo di rinnovare il debito porta forzatamente ad un default, anche se l’Italia ha un avanzo primario” (qui trovate il post in questione). C’è da sperare che si sbagli, ma certamente la possibilità di un default dell’Italia non si può escludere.

Che cosa succede se l’Italia fa default?

Si mantiene valida l’analisi effettuata da Pasquale Rossi in un post pubblicato su questo blog, con un’importante differenza: l’Italia ha un’economia che è oltre sei volte quella greca, l’ammontare delle obbligazioni emesse è quindi enormemente più grande e così pure i danni associati ad un eventuale default.

Un primo problema sorgerebbe a livello bancario. In uno studio della banca Goldman Sachs (che potrà non riscuotere grandi simpatie al momento, ma ha ottimi analisti) apparso a luglio 2012 si afferma che:

l’interconnessione tra Italia, Spagna come emittenti di obbligazioni, le banche dei rispettivi Paesi e il sistema finanziario europeo è tale che l’instabilità può avere estreme conseguenze, ben oltre i confini nazionali”.

Un’efficace rappresentazione grafica del livello di connessione la potete vedere cliccando qui.

La sintesi dello studio di Goldman Sachs è che, se l’Italia fa default, vanno seriamente sott’acqua anche Francia e Germania, non tanto per l”esposizione diretta al BTP (peraltro non trascurabile), quanto per i rapporti sul mercato interbancario e finanziario. Siccome sia le banche francesi, sia quelle tedesche sono troppo grandi per essere salvate dai rispettivi governi e sia la Germania, sia la Francia sono economie troppo grandi per essere salvate dall’FMI (Fondo Monetario Internazionale), se fallisce l’Italia scatta quasi sicuramente l’effetto domino. Forse (sottolineo: forse) un default greco si può contenere, ma è improbabile che si possa contenere un default italiano.

Il default, con annessa crisi bancaria, trascinerebbe l’Italia fuori dall’euro. Perciò, tutti coloro in grado di farlo, porterebbero i loro risparmi in banche estere, per evitare la conversione forzata nella nuova valuta domestica italiana. Il che comporterebbe un forte deprezzamento della divisa, cioè una crisi valutaria.

L’ondata di panico e di avversione al rischio innescata da questi eventi creerebbe una crisi di liquidità: le banche eviterebbero di prestare denaro alle altre banche (si avrebbe una crescita dei depositi presso la BCE, tendenza già in corso e di cui abbiamo già parlato), alle imprese e ai consumatori. Ciò, come intuibile, porterebbe l’Italia e probabilmente l’intera Europa (se non l’economia mondiale) in profonda recessione, viste le interconnessioni esistenti nell’economia mondiale. Quindi disoccupazione e riduzione del reddito delle famiglie, con tutte le conseguenze sociali del caso.

Come si è già visto durante la crisi creditizia del 2008, la scarsa liquidità e la necessità di denaro porterebbero inoltre alla vendita generalizzata di attivi liquidi, in primis le azioni, innescando un’ulteriore discesa dei valori. Questi eventi andrebbero ad intaccare reddito e patrimonio dei risparmiatori. Anche se va detto che è implausibile che un eventuale default dell’Italia comporti il mancato pagamento dell’intera somma dovuta: più verosimilmente, si tratterebbe di rimborsare parzialmente l’ammontare, e/o di variare i termini di pagamento, ad esempio allungando la scadenza.

Succederà davvero?

Sperabilmente no: come mette in luce l’ultimo rapporto di Banca d’Italia sulla stabilità finanziaria, l’Italia ha molti punti di forza, quali:

  • il contenuto livello del disavanzo di bilancio rispetto ad altre maggiori economie,
  • il basso indebitamento del settore privato,
  • la solidità delle banche,
  • il limitato debito estero.

È un Paese che può e deve stare in piedi. Per farlo, l’Italia deve innanzitutto aiutarsi da sola, trovando la forza di uscire dalle secche politiche, dandosi un Governo in grado di fare ciò che va fatto: stimolare la crescita economica tenendo sotto controllo i conti pubblici. Ma l’aiuto può arrivare anche dalla Banca Centrale Europea. Come osserva acutamente il neo-premio Nobel Cristopher Sims , l’abilità di un Paese di stampare moneta è la garanzia che il suo debito verrà sempre ripagato: le banche centrali nascono con il ruolo cruciale di “prestatrici di denaro d’ultima istanza” e garanti della stabilità. I Paesi dell’area Euro hanno perso questo privilegio e la BCE non ha, al momento, questo ruolo. Si tratta forse di recuperarlo. E questo compito grava sulle spalle di Mario Draghi.

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Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    La crisi finanziaria europea provocherà un crack nella Borsa ad ottobre 2012, sarà il crollo dell’economia mondiale, in gran parte d’Europa le banche avranno le casse vuote e saranno chiuse. I sacrifici economici che gran parte della popolazione aveva fatto con la speranza di un futuro migliore si saranno dimostrati inutili. E’ importante essere preparati a questa crisi economica, visto che le banche chiuderanno è necessario prelevare il denaro contante prima del crollo totale, perché dopo sarà impossibile farlo.

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    il problema non è il debito pubblico ma l’essere nella comunità europea! Esempio lampante è il giappone con il 200% di debito pubblico

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      Certo. E, nella sostanza, il problema è la fiducia. Che è mancata quando i mercati hanno realizzato appieno che c’era una falla nel sistema EU: mancava la possibilità di stampare denaro a go-go, garantendo comunque la solvibilità.
      Ma direi che, seppur a fatica, ci si sta muovendo nella direzione giusta.

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    BISOGNA TOGLIERE TUTTI I PRIVILEGI ALLA CASTA,ALLA CHIESA E CHE TUTTI PAGNINO LE TASSE!
    Oltre che liberarsi dal potere della Germania che ci sta mandando tutti quanti alla rovina..

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    io farei una cosa bellissima, azzerare il debito pubblico generato dalla stampa di soldi fittizi …il debito non esiste ricordatevelo, sono solo miseri pezzi di carta, le banche fallissero pure, noi ritorniamo a coltivare la terra, produrre scarpe e magliette, allevare bestiame…tutto in italia,vediamo se veramente moriamo di fame, chi muorira’ di fare saranno le banche

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      E no bello! I debiti esistono eccome. C’è gente che non ha mai pagato una sega di tasse, imposte e tributi in Italia. Tutti in nero, tutto a reddito 0, con pensioni d’invalidità per ogni familiare, soprattutto al Sud; dove passano tutto il giorno a giocare a carte a fumare canne o a sniffare polvere bianca mentre ogni mese lo Stato paga fior di sussidi come finti braccianti o ciechi. Tassa sull’immondizia? Ahahaha! Tassa sulla casa? Ma quando mai…tutti nullatenenti o invalidi impignorabili ma che girano con i SUV, le coupè o i maxi scooter.

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        ei polentone del ca…. ma guardati pure tu al nord, che i ladri sono pure a casa tua, ma il telegiornale lo segui ogni tanto?ignorante che non sei altro

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    lavoro per tutti, tutti lavorano e tutti spendono per prodotti realizzati in italia, consumati in italia, i soldi restano in italia,questo va fatto…se falliamo il petrolio ci costera’ per 100 volte? bene la maglietta per essere prodotta costera’ per 100 volte, ma se ci sono operai che lavorano , che spendono per acquistare merce che un’altro settore italiano produce, tutti possono spèendere perche tutti lavorano..freghiamocene delle banche,dei titoli in borsa, dello spred e di tutto quello che loro vogliono farci credere

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    perche dobbiamo chiedere soldi alla bce se quei soldi poi vanno alle banche che non erogano neanche un centesimo alle imprese ? se li giocano in borsa le banche s.p.a. dove i maggiori azionari sono politici ….andate a f……

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    Diciamo che in linee generali quello riportato nel post potrebbe
    succedere, ma è solo 1 delle ipotesi. Difatti Paesi come L’Argentina, in
    crisi economica nel 2001 con guerra civile annessa, con 3 presidenti
    del consiglio cambiati in 2 mesi, oggi è divenuta il cardine dell’
    Economia Sud Americana. Bastava solo copiare quello che ha fatto questo
    stato Sud Americano, ma secondo voi chi lo potrà mai fare? I miliardari
    politici? Ma nemmeno per l’anticamera. Loro sono attaccati a mamma
    Europa, e sopratutto si fanno comandare a bacchetta dai burocrati, vanno
    a Bruxelles porgendo l’altra guancia, ed intanto la gente muore di
    fame, e la disoccupazione è a livelli di 3 mondo. Le favolette del
    debito pubblico, a me che ho studiato economia non le devono raccontare,
    altrimenti mi incazzo di brutto. Perchp non guardano il Giappone? E’ lo
    stato al mondo con il più alto debito pubblico, quasi il doppio del
    nostro, eppure non vedo che abbia i nostri problemi, sopratutto nello
    Spread, ed anche se ultimamente è in stagnazione sul lavoro, ne ha creato cosi tanto benessere fino
    a qualche anno fa, che resta una super potenza economica, e sopratutto
    ha avuto tante catastrofi natuali, che se fossero successe in europa,
    forse già saremmo annessi all’ Africa. Signori, prima usciamo dall’ Euro
    e dal’ Europa e prima possiamo ripartire.

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      Ecco bravo con l’Argentina hai fatto proprio l’esempio giusto da seguire.

      Sono 30 anni che rotola giù per le scale ed adesso è sull’orlo del fallimento un’altra volta.

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    Non ce bisogno di essere laureati,, altro che crisi ormai Al punto di non ritorno siamo , il debito e alle stelle , lavoro zero, stipendi basi, disoccupazione alta, imprese che chiudono, tasse Alte, speculazione, e questi ancora rompono le balle col porcellum, mattarellum, i saggi, i tecnici, la Salerno Reggio Calabria saranno 30 anni di lavori e non e ancora terminata e questi buffoni devono farci uscire dalla crisi!!! Ci credo poco

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      Il primo che ci sta buttando nella m* fino al collo sei proprio tu. Guardati allo specchio attentamente…

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    Senza entrare troppo in tecnicismi: è auspicabile galleggiare qualche anno (perchè di questo si tratta) per poi ristrutturare comunque?
    Questa scelta fondamentale ora ha basi completamente aleatorie e da qui qualsiasi analisi vale quanto la previsione del rendimento di un’ azione.
    In generale i debiti andrebbero restituiti, e profonde sono le conseguenze delle scelte sinora fatte non solo dalla classe politica, ma anche da una finanza che tiene sotto scacco gli Stati sovrani. Sicuramente il perdurare di questa situazione crea più danni che altro. La proposta quindi di mettere un PUNTO E ACCAPO oggi dovrebbe essere presa quantomeno in seria considerazione: è vero che sarebbe lacrime e sangue, però avrebbe il beneficio di ridare certezze nei tempi di rientro del debito. Il fatto che l’Italia poi riesca a tenere i conti in ordine deve valere in sede di contrattazione nei confronti dei creditori i quali avrebbero qualche certezza in più (in positivo o in negativo ovviamente) in riferimento ai loro investimenti nel nostro paese.
    Poi da qui si potrebbe partire su una base bassa ma solida per poter ridistribuire seriamente la ricchezza (o quel che rimane) a favore del tessuto produttivo nostrano: qui entra in campo la competenza strettamente politica di saper PIANIFICARE quello che l’ Italia vuole essere nel mondo e quindi decidere nell’ economia REALE su cosa puntare. Poi da qui e riattivare le produzioni e riattirare i capitali esteri il passo e breve. Non si può pretendere che si risolva tutto con un ddl senza spostare questo macigno dal groppone, e i mercati internazionali lo sanno.

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    Chi dice di fare defualt così siamo tutti nella m… mi sa che o non ha letto bene l’articolo o non ha capito un tubo di ciò che c’è scritto.
    Ad esempio non ha capito che la casta, in caso di default, avrà il tempo di portare il suo capitale all’estero e nella m… ci restano sempre i soliti fessi..

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      Te non andrai nella m* perchè ti basterà cambiare il pannolone quotidianamente a quella cariatide di uomo che segui solo perchè ha la grana. E attenta alle rughe, si notano molto. Ciao.

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    e nessuno tiene conto di tutti gli extracomunicari che pesano sul bilancio? l’italia continua ad ospitare ed erogare sussidi,fanno creare moschee ecc… non sarebbe ora che tutto questa finisca? che accordi segreti ci sono per rendere l’italia la pattumiera dell’europa… e poi fate pagare anche le tasse alle prostitute e i transex! certo non si risolverebbero tutti i problemi della crisi economica, ma sarebbe gia’ qualcosa…

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      Senza dilungarmi e rimanendo strettamente su temi economici (…diversamente si potrebbe andare molto lontano e non mi va), faccio notare che l’immigrazione è, o forse dovrei dire “sarebbe”, una delle leve da utilizzare per sanare il sistema pensionistico italiano (uno schema Ponzi legalizzato), contribuendo decisamente al PIL. Andando fra l’altro a coprire segmenti occupazionali disdegnati dagli italiani. Per esempio (ma è solo uno degli esempi possibili), quello delle badanti, visto che abbiamo una popolazione drammaticamente vecchia.

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      L’Italia (che si scrive con la maiuscola, ma questo è un dettaglio) ci guadagnerebbe anche ad espellere tutti i pirla xenofobi.

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    italietta è di fatto fallita- 130 % DEBITO PIL ? NON ESISTEREBBE – poi troppi analfabeti straccioni analfabeti terroni preti canottiere infradito pizze chiacchiere merdaio zingari -è un paese di dementi – il popolo piu stupido d europa !!! ogni anno regalano 9 miliardi al vatic-ano per vendere fumo- agli italiani piace prenderlo in c……
    saluti

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      L’Italia è un Paese di dementi, dei quali, evidentemente, c’è un’attiva rappresentanza tra coloro che hanno recentemente commentato questo post.

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    Una cosa e’certa: la classe politica e dirigente europea, non solo italiota va azzerata.

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    La sovranità è la chiave di volta, non illudiamoci che chi la detiene ora abbia a cuore la felicità e il nostro benessere. Guardiamo indietro nella storia, siamo sempre stati presi a pesci in faccia dagli imperatori, re e governi di turno, non illudiamoci.

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    L’Italia affonda? E allora che si salvi pure Berlusconi, ma con tutti gli italiani!
    Ci stiamo arrovellando le meningi per sapere come andrà a finire la vicenda Berlusconi. Per vedere se il Cavaliere la sfangherà oppure no. Se il governo cadrà oppure no. Ma mai nessuno che si chieda: e al popolo chi ci pensa? Chi salverà gli italiani dalle politiche ‘lacrime e sangue’ imposte dalla Troika? Atteso che ‘la capra’ sta per gli italiani che cocciutamente ancora si ostinano a votare certi personaggi, e ‘il cavolo’, neanche a dirlo, sta per il Cav che confidando ancora in un qualche “salvacondotto” che dopo tre gradi di giudizio e relativa condanna ci sta, per l’appunto, come un cavolo a merenda, ecco la soluzione che comunque salverebbe ‘capra e cavolo’: una insana e inconsapevole amnistia!
    Un provvedimento urgente, promulgato a Camere riunite e ratificato dal Quirinale, che resetti tutto: dalle condanne politiche, al debito pubblico, dalle tasse, agli evasori, dai disoccupati, agli occupati strapagati, dalle pensioni sociali a quelle d’oro, dalle divisioni interne degli ottomila campanili italici, alla subalternità alla Germania unita! Sì, un bel colpo di spugna che sia l’esatto contrario del “muoia Sansone con tutti i filistei”: si salvi Berlusconi con tutti gli italiani!
    E chissenefrega se poi Berlusconi resterà a far politica, tanto peggio di così si muore. E poi la ‘speranza di vita’ del Cav mica sarà eterna come vorrebbero farla diventare per le famigerate pensioni dei comuni mortali!
    Insomma, una insana e inconsapevole amnistia politica, economica e sociale che decreti la cancellazione di tutte le condanne politiche, da quelle del Cav, reo di essere un italiano vero, all’insegna del peggior “chiagni e fotti” made in Italy, a quelle di un’opposizione colpevole di aver fatto di tutto e di più, tranne l’opposizione, per finire con l’annullamento di tutti i debiti, sia pubblici che privati, sia personali che sovrani. Insomma, ripartiamo da zero!
    Tanto, il debito pubblico ha assunto dimensioni tali da essere di fatto inestinguibile e per quante manovre finanziarie si possano e si debbano ancora fare, anziché diminuire, aumenta e continuerà ad aumentare.
    Tanto, Silvio Berlusconi ha assunto dimensioni tali da essere di fatto inarrestabile e per quante sentenze lo potranno condannare nessun giudice e nessun leader politico riuscirà mai ad ingabbiarlo.
    E allora ben venga una insana e inconsapevole amnistia che azzeri tutto, che salvi Berlusconi e che liberi tutti gli italiani. Questo sarebbe il giusto epilogo, l’ultimo paradosso, di un Paese sfasciato come il nostro.

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    L’analisi è lucida. Le soluzioni prospettate sono ingenuamente ottimistiche.

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    Io al contrario di qualcuno che si augura il peggio mi auguro che questi 4 politici che ci guidano se ne vadano fuori dai co…oni lasciando il posto a qualcuno che sia in grado di far rinascere l’ITALIA , in quanto Garibaldi e tutti quelli che l’hanno seguito in quell’ideale di uno Stato unito a tutti gli altri che hanno fatto del bene sia all’ITALIA che al popolo si stanno rivoltando nella tomba dalla VERGOGNA . Un po’ di serietà ci vuole

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    noi italiani siamo in default , ma i cinesi, giapponesi, coreani, filippini, romeni, polacchi , che sono qui da anni
    è non hanno mai pagato nulla di tasse, ma portato tutto nei loro paesi, comè lo stato non controlla questa gente
    oltre controllarsi loro stessi

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