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Investire sulla Cannabis: tra speculazione e opportunità

Opportunità e rischi di un investimento nel mercato della cannabis

L’uso della Cannabis sativa a livello mondiale non è una novità. Sono infatti note fin dalla notte dei tempi le sue proprietà curative e le sue numerose applicazioni. Durante gli anni Cinquanta, l’oro verde venne però sostituito dall’oro nero e minato dal proibizionismo, ma, dopo quasi 50 anni di oblio, stiamo assistendo ad una progressiva legalizzazione della pianta e anche il mercato azionario collegato ad essa è in forte espansione.

 

Il nuovo business mondiale della marijuana

Da quando la marijuana è stata legalizzata negli USA, il mercato globale statunitense relativo alla vendita della Cannabis ha toccato solo nel 2018 un valore di quasi 12 miliardi di dollari, con un tasso annuale di crescita previsto del 26% nei prossimi quattro anni, che si stima porterà i ricavi a quota 32 miliardi di dollari. Grazie a questa crescita impressionante, molti investitori hanno iniziato a pensare di poter investire in azioni legate all’industria che ruota intorno alla Cannabis. Ma, è sicuro investire oggi in questo settore?

Sicuramente, l’industria è cresciuta rapidamente negli ultimi anni e rappresenta un business che fa gola a molti. Si prevede infatti che entro il 2030 il mercato della marijuana utilizzata per fini ricreativi in America supererà quello delle bibite gassate e insedierà quello di birre e liquori. E se fino a pochi anni fa investire sulla Cannabis era sinonimo di attività illegale, adesso non è più così.

 

La corsa all’oro verde

I settori emergenti come l’industria della Cannabis hanno spesso attirato investitori che sperano di essere tra i primi a capitalizzare sulla crescita potenziale e sugli alti rendimenti di quelli che ritengono siano mercati non sfruttati che potrebbero avere un boom in futuro. Quindi, investire sulla Cannabis è una buona idea? Il mercato è certamente destinato a crescere, ma ci sono svariati rischi da tenere in considerazione.

È certo che, grazie alla legalizzazione della pianta, si prevedono forti crescite in diversi mercati del settore: prodotti per uso ricreativo, cosmetici e benessere, per non parlare dell’industria farmaceutica, del tabacco e delle bevande che stanno già investendo in questo promettente business. Ma, se è vero che alcuni nuovi settori hanno avuto successo per alcuni investitori, è anche vero che le speculazioni sono dietro l’angolo e scommettere su industrie e prodotti senza un record provato può rivelarsi molto rischioso. Ne è convinta anche la SEC, l’autorità che regola il mercato USA, secondo cui le quotazioni potrebbero risultare “drogate”, non escludendo il pericolo di «manipolazione di mercato».

 

 

Bolla speculativa o investimento intelligente?

L’industria della Cannabis è piuttosto giovane, e come per qualsiasi settore emergente i rischi a investire sono elevati e le informazioni finanziarie fornite da molte aziende non sono sempre chiare e dirette. Tuttavia, dopo esser approdato nel 2018 persino al New York Stock Exchange, il mercato azionario della Cannabis sembra essere ben avviato. Da allora, una serie di nuove società legate alla Cannabis hanno iniziato a popolare le principali borse di New York e Toronto, e anche i meno regolamentati mercati OTC (“Over-The-Counter“). Il valore delle azioni ha avuto una crescita esponenziale, paragonabile a quella delle criptovalute nel 2017.

 

Maijuana Index | amCharts
 

Siamo di fronte a una bolla speculativa simile a quella dei Bitcoin? Presto per dirlo, ma c’è da dire che la marijuana è un’altra cosa; le criptovalute rappresentano infatti un’entità virtuale dal valore arbitrario, senza nessun collegamento con l’economia reale. Nel caso della Cannabis, invece, il mercato è reale ed esiste da secoli.

Anche in termini di volatilità annualizzata, primo indicatore di rischio di un asset finanziario, siamo su due piani differenti: quella dell’ultimo biennio riferita al mercato della Cannabis infatti, seppur alta (56%) si dimostra, per ora, nettamente inferiore a quella delle criptovalute (97%). Certo, siamo lontani dal valore medio dell’azionario mondiale (circa 15%), ma stiamo parlando comunque di un asset class “sui generis”. Cosa c’è allora che non va?

 

Una panoramica dei rischi

Come per qualsiasi investimento, non c’è alcuna garanzia di un ritorno positivo. In più, in questo caso, ci sono numerosi rischi, tra cui:

  • rischi economici. Nonostante la rapida crescita delle aziende del settore della Cannabis, non vi è ancora alcuna garanzia che le loro attività siano redditizie o lo saranno in futuro. Molte compagnie di Cannabis stanno basando il proprio successo sulla futura distribuzione e vendita del loro prodotto e nessuna di esse sta macinando utili in questo momento;
  • rischi politici e legislativi. I governi e le autorità di molte giurisdizioni nazionali ne vietano l’uso o devono ancora stabilire un quadro di riferimento per come e dove i prodotti a base di Cannabis possano essere venduti;
  • rischi legali. Le aziende produttrici di cannabis devono rispettare tutte le leggi e i regolamenti delle giurisdizioni in cui operano, che possono variare da Paese a Paese. Se le leggi dovessero cambiare, le aziende potrebbero essere obbligate a conformare le proprie operazioni. In alcuni casi, ciò potrebbe portare alla cessazione dell’attività1;
  • rischi finanziari. Le svariate opportunità di investimento nel settore hanno generato un alto livello di interesse tra gli investitori che cercano di trarre beneficio da questa nuova tendenza. Tuttavia, questi investimenti possono risultare altamente speculativi e il costo di un investimento in una compagnia di Cannabis può essere basato sull’aspettativa del suo futuro successo piuttosto che sui suoi reali risultati2.

 

Come si può investire nel mercato della Cannabis?

Considerando l’alta volatilità delle azioni legate alla Cannabis, c’è da domandarsi se quest’ultime non debbano essere viste come investimenti a breve termine, di carattere speculativo, e non lungo termine, vista l’incertezza del business. In altri termini, potrebbero risultare interessanti per trader esperti che potrebbero cercare di acquistare azioni quando sono al loro apice, per poi rivenderle dopo poche ore, giorni o settimane per un guadagno rapido sulla cresta dell’onda rialzista. Tuttavia, sappiamo che non è semplice. Esistono però delle alternative all’investimento diretto in azioni:

  • investire indirettamente: il miglior modo di investire sulla Cannabis potrebbe essere quello di puntare alle azioni di aziende quotate che si occupano della coltivazione, della trasformazione o della commercializzazione della pianta. In altre parole, investire in società legate alla Cannabis senza investire nella sua produzione o distribuzione diretta;
  • comprare ETF legati al settore: gli ETF sono una valida alternativa all’investimento diretto in singoli titoli azionari e consentono con una sola quota di comprare un paniere di azioni, beneficiando di un enorme riduzione del rischio grazie alla diversificazione del portafoglio3;
  • puntare alle società supportate da multinazionali affermate che stanno investendo nella Cannabis: le maggiori aziende di tabacco e bevande stanno pianificando di entrare nel mercato. Per esempio, Altria (NYSE: MO), l’azienda che produce le sigarette Marlboro, ha investito 2,4 miliardi di dollari per comprare il 45% di Cronos Group, una delle principali società canadesi della Cannabis. Si stanno muovendo anche Heineken, Coca Cola e Ab InBev, l’azienda dietro Budweiser, che vuole sperimentare nuovi drink a base di Thc e Cbd.

Ricordiamo che se si decide di investire, sia in azioni o ETF, è possibile piazzare un ordine solo sul mercato canadese o statunitense, perciò bisogna valutare quali sono le commissioni per la compravendita, perché quest’ultime potrebbero incidere molto sul rendimento finale.

 

Alla fine, conviene investire in marijuana?

Il mercato promette bene e le grandi lobby stanno già attaccando le resistenze dei governi per ottenere la liberalizzazione dei grandi mercati (puntano a ripulire l’immagine della marijuana e a renderla un prodotto di uso comune). Tuttavia, l’intero settore è soggetto a speculazioni, ad ampie fluttuazioni dei prezzi e a molti rischi e, come qualsiasi nuovo settore fiorente, può confondere i singoli investitori, aumentando così il rischio di perdere denaro. Se avete intenzione di investire sulla Cannabis, ricordatevi che gli investimenti sono attività razionali che richiedono prudenza, conoscenze tecniche e un’adeguata diversificazione.

 



1 – Negli Stati Uniti la vendita rimane ancora illegale secondo la legge federale. Le autorità negli Stati Uniti possono scegliere di applicare la legge federale in qualsiasi momento, mettendo qualunque compagnia con attività connesse alla Cannabis a rischio di essere perseguita e di vedere i suoi beni sequestrati.
2 – Esempio: le azioni di Microsoft raggiunsero il picco di 58 $ alla fine del 1999, mentre oggi sono stabili a 36$, ed è improbabile che fluttuino molto nel futuro visto che Microsoft non è più un’azienda in crescita.
3 – Tra gli ETF disponibili nel settore marijuana c’è l’Horizons Marijuana Life Sciences ETF (HMMJ.TO) che replica il The Marijuana Index e l’MG Alternative Harvest ETF che investe in un paniere di società farmaceutiche e del tabacco legate alla cannabis.

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Ultimo commento
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    complimenti per il lavoro,
    condivido l’dea di posizionarsi su ETFs del mercato della cannabis… strumenti finanziari con costi di gestione contenuti e eccellente diversificazione del rischio…. bisogna capire su quali indici questi ETF andranno posizionati visto che il costo per la licenza di un indice da abbinare ad un ETF ha la sua rilevanza.
    interessante la notizia che Altria , l’azienda che produce le sigarette Marlboro, ci abbia messo qualche soldino, e se è vero che anche Heineken, Coca Cola e Ab InBevrazie stanno spendendo sarebbe vantaggioso sapere quanto
    cordialità
    ing giacomo ghirardini

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