Uno degli aspetti più interessanti dello scrivere su un blog indipendente è che la tua opinione può essere subito messa in discussione da un altro utente. Ovviamente questo principio vale anche per noi.
La scorsa settimana Roberto, un nostro utente, ci ha esortato ad occuparci della “bolla” del mercato azionario invece che dare troppo peso alle decisioni della Fed. Facciamo un’analisi dunque.
Il contesto macroeconomico
La decisione della Fed di posticipare il Tapering è solo temporanea e, prima o poi (salvo catastrofi), la Fed inizierà a rientrare dalla sua politica monetaria espansiva. Per questa ragione la nostra convinzione è che stiamo entrando in una fase di aumento dei tassi che penalizzerà nel complesso l’intera asset class delle obbligazioni. In più, il rischio sistemico è nella norma e l’attuale premio al rischio (Earning yield meno bond yield a 5 anni) offerto dal mercato azionario rispetto a quello obbligazionario è particolarmente interessante se considerato rispetto alla media di lungo periodo (3,5% vs 1,3% di media storica negli ultimi 15 anni).
L’economia USA è solida e le imprese generano profitti
Non siamo in grado di dirvi quando il tasso di disoccupazione tornerà sotto il 6,5% oppure se l’attuale tasso di crescita del PIL USA sia in linea con il suo potenziale, sta di fatto che nell’ultimo trimestre il PIL è cresciuto del 2,5% (annualizzato). I dati economici confermano che i consumi tengono, l’attività manifatturiera è in crescita, il mercato immobiliare sta continuando a migliorare e le imprese creano posti di lavoro. Le imprese, hanno sfruttato la crisi per ridimensionare i costi e, comunque si scelga di rappresentare il dato, le imprese hanno aumentato la loro capacità di generare profitti.
Profitti delle società USA (% PIL, dopo le tasse)
Le valutazioni sono in linea con i fondamentali
Prendendo in considerazioni le classiche metriche di valutazione come il rapporto Price/Book, e Price/Earnings di Graham & Dodd il mercato USA è abbastanza in linea con i fondamentali.
Valutazioni rispetto alla media storica = 100%
In conclusione, siamo convinti che non ci sia nessuna bolla sul mercato azionario USA e, in generale, sull’intera asset class. Tuttavia questo non vuol dire che non ci possano essere delle correzioni a breve termine, soprattutto se consideriamo due rischi di instabilità come lo shutdown ed il debt ceiling.
Infine, stiamo entrando nel pieno del periodo delle relazioni trimestrali e presto potremmo constatare se l’ottimismo che imperversa sul mercato azionario negli ultimi mesi verrà confermano dai risultati societari.