Gli occhi dei mercati e della politica mondiale erano puntati sul piccolo Paese balcanico: la Grecia resterà nell’euro? L’esito delle elezioni (le seconde dopo che lo scrutinio di maggio non aveva permesso la creazione di una maggioranza di Governo) va nella direzione filo-euro e filo-europea.
“Questa è una vittoria per tutta l’Europa” ha dichiarato Antonis Samaras, leader del partito di centro-destra Nea Dimokratia.
Nea Dimokratia è stato il primo partito con oltre il 30% dei voti (130 seggi), Syriza il 26% (71 seggi), terzo il Pasok con il 12,5% (33 seggi), i Greci Indipendenti 7,45 %, Alba Dorata 6,95%, Sinistra democratica 6,1%, Partito Comunista Greco 4,46%.
Ma approfondiamo la situazione con Nikos Frangos, rappresentante della Comunità Ellenica di Milano alla Confederazione delle Comunità Greche in Italia, analista politico-economico della Grecia e relationship manager per un’importante società del risparmio gestito italiana, che già avevamo interpellato per un’intervista.
Nikos, la situazione è più limpida? I Greci hanno scelto di restare nell’euro?
Diciamo che il risultato “mantiene” la Grecia all’interno dell’Eurozona ed anche dell’Europa, dato che la “cancellazione” o “rinegoziazione da zero” del memorandum con la quale Syriza aveva populisticamente cercato il consenso del malcontento del Paese per vincere le elezioni ci avrebbe, di fatto, impedito di sederci a qualunque tavolo per negoziare…
È quindi fondamentale che abbia avuto il premio di maggioranza Nea Dimokratia, che comunque si è dimostrata a favore delle riforme e delle misure di austerità e soprattutto che il Pasok (il partito più filo-europeo tra tutti) sia riuscito ad ottenere un numero di seggi tale da permettere di formare una coalizione di governo “europeista”.
Da sottolineare l’importanza dell’appello di Venizelos (Pasok) ad un governo di coalizione allargato a tutti coloro che sono favorevoli a rinegoziare (e non a rifiutare) il memorandum, rimanendo all’interno dell’Eurozona, tra i quali anche Sinistra Democratica (Dimokratiki Aristera) di Kouvelis, così che addirittura una coalizione a tre (ND+PASOK+DIMAR = 179 seggi su 300) garantirebbe una maggiore solidità e forza costituzionale rispetto ad una coalizione a due (ND+PASOK = 162 seggi su 300). Possibile che si scelga una soluzione non prettamente politica, ma anche tecnica (Papadimos?), stiamo a vedere…