Il MIPA (Ministero delle Politiche Agricole), il ministero che governa l’agricoltura italiana, attraverso un numero (imprecisato) di enti, società e agenzie. Inoltre, è azionista di molte imprese agricole, gestore dei fondi agricoli europei e molto altro. Nomi come ISA, AGEA, SIN, SIAN, INEA, ISMEA, AGECONSULT, CRA suonano come scioglilingua, forse per mettere in imbarazzo, e ci riescono.
Ecco un quadro di due enti significativi: AGEA e ISA.
Cosa sono AGEA e ISA
L’AGEA, l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, è demandata a gestire 27 miliardi di euro di aiuti PAC (la Politica agraria comune dell’UE) per gli anni 2014-2020, cioè 4 miliardi di euro annui. Solo che nello stesso periodo è stata commissariata, dopo di che è stata (tardivamente) rilevata una maxi-truffa (dossier falsificati per trattenere fondi), denunciata (inutilmente) da anni sia dalle organizzazioni agricole che dalla Corte de Conti (“conti truccati”, verrebbe da commentare).
L’ ISA, Istituto per Sviluppo Agroalimentare, è una società partecipata al 100% dal Ministero delle Politiche Agricole (MIPA), che interviene nel capitale di società del settore italiane. Sinora ha sviluppato 138 progetti, con oltre 500 milioni di investimenti, generando 91,6 milioni di dividendi per il MIPA nel periodo 2012-2014. Fra gli investimenti effettuati, si annoverano interventi sul capitale e/o sul debito in:
- Bisol (spumanti e vini, partecipata del gruppo Lunelli/Ferrari):
- Granarolo (latticini);
- Conserve Italia (agroindustriale);
- Gruppo Italiano Vini;
- Ferrarini (salumi);
- Orogel (surgelati);
- Italcarni (carni);
- Spreafico (ortofrutticola);
- Amadori (carni);
- Rigoni (cibo biologico);
- Mataluni (olio);
- Carni Coop del gruppo Fileni (avicola) con un aumento di capitale di 10 milioni di euro annunciato a inizio luglio 2015.
A essi si aggiungono ben 38 progetti finalizzati dal 2006 a oggi. Ortofrutta, zootecnia e vino insieme fanno l’80% degli interventi fatti, per il 35% in Emilia Romagna e per il 21,8% in Veneto.
ISA debutta nella distribuzione e logistica dei prodotti agricoli e della pesca, rafforzando l’impegno del MIPA nel settore distributivo-logistico.
ISA è, a tutti gli effetti, la società d’investimento pubblica dell’agricoltura italiana. Un piccolo fondo sovrano che investe solo nell’agricoltura nazionale, che si muove sotto traccia rispetto ai più noti Fondo di Investimento Italiano (FII) e Fondo Strategico Italiano (FSI), ma sempre sotto la occhiuta guida della mano pubblica, chiamiamola MEF e CDP, o MIPA.
Va bene, anzi benissimo, sostenere l’agricoltura nazionale; ma con quale logica? Sulla base di quale disegno industriale e di filiera? E le imprese concorrenti delle 138 best-in-class non avranno nulla da ridire? O vorranno partecipare al banchetto? E i cittadini, che ne sanno e che ne pensano?
Nell’epoca del (primo) Ventennio, vigeva l’aurea regola “Mangia e taci”. Sembra valga ancora.
precilla / Gennaio 8, 2016
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