Ad oggi la Brexit ha avuto impatti trascurabili sui rendimenti dei titoli di Stato e i mercati si sono ripresi dallo shock, anche e soprattutto grazie alle banche centrali. Ma è presto per cantare vittoria: una buona fetta dell’incertezza è in mano alla politica.
Le banche centrali preservano la stabilità finanziaria
La decisione dei cittadini britannici ha colto un po’ tutti di sorpresa e quando i mercati crollano in quel modo è difficile rimane lucidi. Per fortuna però ci sono le banche centrali.
La rapidità con cui si aggiustano i mercati è davvero impressionante. Se all’apertura delle Borse di venerdì post-Brexit il mercato azionario sembrava sull’orlo del collasso, a distanza di soli sei giorni di contrattazioni, il panico sembra rientrato. Le perdite subite dai principali indici europei sono compatibili con la normale routine dei mercati finanziari.
La buona notizia è che rispetto al 2011, quando i rendimenti dei titoli di Stati italiani toccarono il 7%, il crollo dei titoli bancari dell’ultima settimana non ha influito sui rendimenti dei bond governativi. E lo stesso si può dire anche per i titoli degli altri Paesi Ue. Si è così evitato il peggio: oggi la zona euro sembra più solida di qualche anno fa.
Tassi prossimi allo zero ancora a lungo
Le Banche Centrali si sono attivate con successo nel preservare la stabilità finanziaria e, stando alle prime reazioni, è probabile che i cordoni monetari verranno allentati ulteriormente:
- la Fed dovrebbe allungare i tempi dell’incremento dei tassi;
- la BoE sembra pronta a tagliare i tassi d’interesse per sostenere l’economia;
- la Boj dovrebbe rispondere alla nuova pressione deflazionista di maggio;
- per il 90% degli economisti interpellati da Bloomberg, la BCE aumenterà gli stimoli monetari entro settembre.
Non facciamoci prendere da eccessiva euforia
Come non ci siamo fatti prendere dal panico venerdì, non facciamoci prendere dall’entusiasmo adesso. I mercati sembrano essere sopravvissuti alla Brexit, per ora, ma quando una buona fetta dell’incertezza è in mano alla politica, non bisogna compiacersi troppo.
Rimaniamo prudenti, senza aumentare il peso dell’azionario.