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È ufficialmente iniziata la stagione dei “cat bond”

Cosa sono i cat bond e perchè se ne parla tanto in questo mento

Gli investitori in obbligazioni catastrofali si stanno preparando a subire perdite consistenti, dal momento che, come sottolinea oggi Bloomberg, la forza distruttiva combinata degli uragani Helene e Milton sembra destinata a far scattare clausole di pagamento di dimensioni mai viste negli ultimi anni. L’arrivo di Milton è previsto per giovedì, e la tempesta potrebbe rientrare tra le maggiori perdite riassicurative di sempre.

Le obbligazioni catastrofali, note come cat bond, sono emesse da assicuratori e riassicuratori per fornire protezione finanziaria contro i disastri naturali più gravi. Gli investitori che acquistano le obbligazioni possono ottenere grandi guadagni se un evento predefinito non si verifica, ma possono perdere una grossa fetta del loro capitale se si verifica. Le perdite vengono utilizzate per coprire le richieste di risarcimento dell’assicurazione.

Tempo fa, ci siamo occupati proprio di questo tipo di bond. Il nostro articolo uscì su questo blog poco più di cinque anni fa (era il 4 settembre 2019).

Lo riproponiamo qui di seguito.

Buona lettura!

 

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Sta diventando ormai un grande classico. Come ogni estate, la stagione degli uragani nell’Atlantico settentrionale è cominciata, minacciando le isole del Mare Caraibico e gli Stati meridionali degli USA. Quest’anno è la volta dell’uragano Dorian, che ad oggi ha causato – e sta causando e causerà – i maggiori danni: nel suo passaggio ha devastato l’arcipelago della Bahamas e ora si dirige verso la Florida.

La forza con cui fenomeni atmosferici, di qualunque tipo, si abbattono sul nostro pianeta è di anno in anno in aumento. Questo è uno degli effetti collaterali del cambiamento climatico in corso, cambiamento che necessita di interventi e forme di prevenzione da parte dell’uomo sempre più puntuali e radicali.

 

Cat bond, figli del nostro tempo (di cambiamenti climatici)

Tra queste, è possibile sfruttare un prodotto figlio dell’ingegneria finanziaria: i “catastrophe bond”. Non va dimenticato infatti che il prezzo di queste catastrofi, anche a livello strettamente economico, può essere estremamente alto. Per farsi un’idea della portata di questi eventi, basti pensare che i costi stimati per la ricostruzione in Giappone a seguito del terremoto del 2011 si aggirano intorno ai 250 miliardi di dollari, mentre i danni provocati dall’uragano Katrina nell’area di New Orleans si aggirano sui 100 miliardi di dollari.

Il costo economico delle catastrofi si riversa soprattutto sui bilanci dei governi, e quindi sulla popolazione, ma non solo. Anche per le società di assicurazioni possono esserci importanti implicazioni: garantire il pagamento degli indennizzi sottostanti a eventi sì molto rari, ma estremamente “cari”, può essere un grosso problema.

I cosiddetti “catastrophe bond” (cat bond) sono nati proprio per risolvere questo problema, offrendo una sorta di tutela alle compagnie assicurative che possono così distribuire sui soggetti che acquistano tali prodotti parte del rischio di non essere in grado di far fronte alle conseguenze di devastanti fenomeni naturali. Sono quindi prodotti finanziari con una determinata percentuale di rischio legata al tipo di evento e alla zona interessata. L’andamento di questa (relativamente) nuova asset class risulta ben rintracciabile sul mercato, dove si comporta come qualsiasi altra obbligazione: più rischio vuol dire più rendimento e prezzo in discesa.

 

Un capitale per la ricostruzione dopo il disastro

Ma non finisce qui. Oltre a proteggere dal rischio le assicurazioni, nel caso in cui l’evento meteorologico si verifichi, il capitale raccolto può essere utilizzato per finanziare le spese di ricostruzione. Un valido aiuto quindi per governi e società di assicurazione, i cui successivi diretti beneficiari sono le “vittime” di questi fenomeni.

L’acuirsi della frequenza dei fenomeni (e della loro forza) sta mettendo a dura prova l’indice che rappresenta l’asset class ora in esame. Sintomo di una maggiore rischiosità percepita dalle assicurazioni nel riuscire a ripagare gli ingenti danni causati da queste catastrofi naturali.

 


 

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