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Grexit o Gerxit: la Germania fuori dall’euro può essere una soluzione?

Ieri mi è stato segnalato su Mauldin Economic, un blog di economisti indipendenti di levatura stellare, un interessante dibattito sul tema del futuro dell’euro, leggete soprattutto “It may be time to say Auf Wiedersehen” di Anatole Kaletsky. L’economista propone una teoria, forse impraticabile, ma davvero intrigante: l’uscita della Germania dall’euro. Dopo le elezioni greche, si legge nel post, l’epicentro dell’attenzione sulla crisi andrà sempre più spostandosi da Atene a Madrid, a Parigi e soprattutto a Berlino.

Le difficoltà della Grecia e quelle della Spagna rendereranno ancora più evidente la contraddizione intrinseca all’euro: non esiste la possibilità di sopportare la valuta unica senza un’unione politica e fiscale che consenta la mutualizzazione e la monetizzazione del debito, argomenti che la Germania si rifiuta persino di ascoltare.

In questa situazione è probabile che le condizioni di permanente depressione dei Paesi più deboli, imposte dalla politica tedesca, li costringano a lasciare l’euro uno dopo l’altro.

L’ unica soluzione sarebbe spostare l’attenzione sulla Germania che, sempre più, si mostra come il Paese più “ostico” per la risoluzione della crisi. La Germania si oppone alla mutualizzazione del debito degli Stati e delle banche  e al “quantitative easing” e scoraggia la svalutazione dell’euro contro dollaro, inficiando la competitività dell’area europea.

Kaletsky ipotizza inoltre che le posizioni di opposizione della Germania alle sopracitate misure per risolvere la crisi si accentuino con l’approfondirsi della crisi stessa. A questo punto i Paesi del cosiddetto “Club Med” potrebbero chiedere di comune accordo un ultimo ammorbidimento della posizione tedesca in nome della sopravvivenza dell’euro e dell’interesse degli stati membri.

Se Angela Merkel rifiutasse anche questa opzione gli altri stati potrebbero:

  1. chiedere alla Germania “diplomaticamente” di fare un passo indietro
  2. estromettere la Germania laddove non è richiesta l’unanimità, cioè nella sede del consiglio della BCE, dove una mozione per un quantitive easing illimitato sarebbe sicuramente osteggiata dallla Germania e probabilmente seguita da Austria, Finlandia e Slovacchia per un totale di 6 voti su 23!

Di fronte ad una simile decisione probabilmente potrebbe essere la Germania stessa a ritirarsi e a dare il segnale alle rotative per tornare al caro vecchio marco, che si apprezzerebbe immediatamente.

A questo punto, dice Kaletsky, potremmo trovarci davanti a due scenari:

  1. Le banche e le assicurazioni tedesche subirebbero immense perdite per lo sbilanciamento tra i loro attivi denominati in euro e i loro passivi denominati in marchi
  2. Lo Stato tedesco non avrebbe problemi a ricapitalizzarle, in quanto libero dal carico “debitorio” del resto d’ Europa

Questo tipo di Breakdown dell’euro sarebbe sicuramente meno traumatico di quello causato dalla svalutazione della Grecia o della Spagna. Nel caso della “rivalutazione” tedesca non ci sarebbe contagio o fuga di capitali come nel caso precedente.

Le conseguenze possibili sarebbero:

  • Una valuta europea molto più accettabile per i Paesi rimasti
  • La possibilità di ridare competititività all’Europa attraverso una naturale svalutazione dell’euro contro dollaro, yen e renminbi
  • La BCE potrebbe comprare titoli di stato senza limiti come la Fed e la maggior inflazione indotta avrebbe dalla svalutazione avrebbe effetti comunque positivi in termini di competitività e sollievo dal debito.

La rottura dell’euro causate dall’uscita tedesca sarebbe “bullish” per tutte le asset class rischiose (eccetto le banche e le esportazioni tedesche), anche il bund potrebbe subire ingenti perdite se la Germania decidesse di ripagare i titoli in circolazionein euro anzichè ridenominarli in marchi.

Sul Blog Mauldin Economic molte sono state le repliche all’articolo. Per molti, infatti, questa soluzione non ha senso e l’euro ha un futuro solo nella sua integrità. Personalmente tendo a concordare con l’idea di salvare la banda dell’euro tutta insieme, ma devo dire che questo pezzo mi ha davvero intrigato e, grazie all’innsonnia causata dal caldo, ci ho pensato tutta notte.

Lascio a voi il giudizio e la lettura di “pensiero laterale” di altissimo valore e dico: se non riusciamo a “sbattere” la Germania fuori dall’euro, sbattiamola almeno fouri dall’ Euro-PEO!

Scritto da

È uno dei partner fondatori e Presidente di Advise Only. Laureata in Economia Politica presso l'Università Bocconi, è stata responsabile dell'area commerciale dell'asset management del gruppo Banca Leonardo, occupandosi della ristrutturazione dell'offerta dei prodotti di risparmio gestito. In precedenza ha accumulato significative esperienze dapprima presso l'area Fixed Income Sales & Trading di JP Morgan e poi come Managing Director in Goldman Sachs, area Structured Fixed Income, occupandosi di clientela istituzionale italiana. Ama lo sport (corsa e sci di fondo), i buoni libri e l'opera lirica.

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