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Puzzle politico in Spagna, ecco cosa succede sui mercati

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Rebus sulla formazione del governo

Le elezioni dello scorso weekend in Spagna – che hanno sancito la vittoria del Partido Popular di Mariano Rajoy, ma senza più la maggioranza in Parlamento – saranno sicuramente ricordate per la fine del bipolarismo.

La maggioranza dei quotidiani spagnoli sono usciti con titoli di testa in prima pagina che richiamano all’inizio di una nuova era politica per la penisola iberica. Il sistema del bipolarismo durava dal 1982.

I risultati

PP 123 Seggi (28,7%)Il Partido Popular (PP) è il primo partito in Spagna. Le elezioni amministrative dello scorso maggio sono state il peggior risultato in 24 anni. Nelle precedenti elezioni aveva ottenuto 188 seggi, superando la soglia dei 176 seggi necessari per poter governare. La perdita rispetto alle elezioni del 2011 è stata secca -15,34%.
psoe 90 Seggi (22%)I socialisti sono il secondo principale partito in Spagna, guidato da Pedro Sanchez. Il risultato ottenuto è stato giudicato dai più abbastanza deludente, con una perdita del 6,38% rispetto alle precedenti elezioni nazionali.
podemos 69 Seggi (20,7%)È il partito anti-austerity. Un vero e proprio exploit è stato raggiunto con le elezioni amministrative di maggio. Il partito di Pablo Iglesias è riuscito a recuperare consensi durante gli ultimi giorni di campagna e questo è stato il colpo di grazia al bipolarismo spagnolo.
ciud 40 Seggi (13,9%)Il partito rappresenta l’alternativa liberale e moderata. Nasce in Catalogna, dove ottiene ottimi risultati a maggio ed è capeggiato da Alberto Riviera. Il partito non era presente alle elezioni del 2011 ma il risultato è stato inferiori alle attese.

Il partito del premier Rajoy, con i 123 seggi ottenuti, si trova costretto a cercare alleanze tra gli altri partiti per poter ‘provare a governare’ (come da lui stesso dichiarato). L’affluenza alle urne è stata più che positiva, con un tasso di affluenza del 73,2%, in aumento di oltre quattro punti percentuale rispetto alle ultime elezioni nazionali del 2011 (68,9%).

Cosa succede ora?

Il nuovo Parlamento si insedierà il 13 gennaio, ovvero 20 giorni dopo la pubblicazione ufficiale dei risultati delle elezioni. Se il candidato premier non sarà in grado di ottenere la fiducia entro le prime due votazioni, allora potrà intervenire il re Felipe VI per proporre altri candidati. Qualora l’esecutivo non riesca ad ottenere la fiducia entro due mesi, sarà necessario tornare nuovamente alle urne.

La formazione del governo, dati i risultati elettorali, sembra un puzzle complicato, dove l’arte della diplomazia e delle negoziazioni la farà sicuramente da padrona. Tra le alternative possibili, una grande coalizione PP-PSOE consentirebbe di avere, sulla base dei numeri, una stabile maggioranza al governo. Questa allenza non è mai stata presa in considerazione in tempi passati, in quanto troppo trasversale, e la reazione degli elettori potrebbe farsi sentire alle successive elezioni.

Le altre possibilità contemplano una coalizione di destra formata da PP e C’s o una coalizione di sinistra PSOE-PODEMOS, che però non sarebbero comunque in grado di arrivare alla maggioranza dei seggi richiesti (162 la prima e 160 la seconda) e quindi si richiederebbe un difficile lavoro di intese e alleanze con i partiti regionali. I prossimi due mesi saranno particolarmente intensi.

La reazione dei mercati

Quando vi è incertezza politica, questa automaticamente,e ssa viene trasmessa ai mercati finanziari e la reazione non è mai positiva. I rendimenti dei titoli di Stato spagnoli hanno aperto in rialzo. Il rendimento del bond decennale, il Bonos, è salito all’1,83% dall’1,69% del venerdì sera. All’apertura dei mercati lo spread Bonos-Bund è salito a 127 punti e attualmente gira a 121, un incremento tutto sommato modesto. Per un rapido confronto, lo spread BTP/Bund all’apertura di oggi era di 107 punti e ora si trova introno a 103 punti. Il differenziale quindi tra la nostra penisola e quella iberica si allarga a 18 punti base.

I mercati azionari europei sono tutti positivi, l’Euro Stoxx 50 al momento della redazione dell’articolo segna +0,35%. Il mercato spagnolo è colpito invece dalle vendite: all’apertura l’indice Ibex 35 segnava un rosso del 2,1% e dopo un timido tentativo di recupero, le vendite si sono intensificate, arrivando così a -2,35%.

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