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È possibile eliminare l’IMU? La tassa sugli immobili e la sagra della demagogia

Il Governo Letta appena insediato sta lavorando ad un’ipotesi di sospensione della rata di giugno dell’IMU per decreto. Il dibattito politico è accesissimo, perché l’IMU è diventato un vero vessillo politico per il quale combattere con tutte le energie, tanto da far dichiarare a Renato Brunetta:

“la posizione del PdL sull’IMU prima casa è limpida: bisogna eliminarla per tutte le famiglie”.

A onor del vero, già durante la campagna elettorale, vari leader politici italiani hanno dichiarato di essere favorevoli alla riduzione dell’imposta sull’abitazione, compresi Beppe Grillo, Mario Monti e Susanna Camusso (sic!).

Insomma parliamo di una tassa “bipartisan”, nel senso che è odiata proprio da tutti. Sicché l’idea di eliminare l’IMU sulla prima casa raccoglie consensi a destra e a manca. Ciò non stupisce, visto che gli Italiani sono grandi possessori di abitazioni e le tasse non fanno certo piacere a nessuno.

Su questo blog, come saprete, cerchiamo però di dare consigli sugli investimenti e di aiutare a capire l’economia in modo il più possibile neutro. Proviamo perciò ad “affettare piano piano il salame” e vedere com’è fatto all’interno.

Senza troppi giri di parole, andiamo dritti al punto chiave della faccenda: l’Italia va malissimo, il tempo stringe e i conti pubblici devono quadrare.

Dunque se si elimina una tassa e il relativo gettito che andava a finanziare spese dello Stato, occorre capire a quali risorse attingere per recuperare il mancato gettito fiscale. Dove si trovano i soldi?

Essenzialmente, le alternative sono:

  1. aumentare il debito pubblico (e questa è una cosa niente affatto banale, da trattare in sede europea, visto che ciò implica una variazione di accordi comunitari siglati nell’autunno 2011 dall’allora Presidente del Consiglio Berlusconi);
  2. si  tagliano le spese oltre a quanto già fatto o in programma (e si è tagliato già moltissimo, tant’è che sono terminati i soldi per la cassintegrazione, il welfare praticamente non esiste più, istruzione e ricerca sono malridotte, arte e cultura idem), indicando chiaramente le voci di spesa che si intendono colpire;
  3. si introducono altre tasse: questa è per me l’ipotesi più verosimile.

Credo inoltre che ci sia un certo accordo nell’affermare che il principale problema economico dell’Italia sia la mancanza di crescita e, conseguentemente, la disoccupazione crescente.

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disoccupazione-giovanile-italia

Ora, a fronte dell’ipotesi d’introduzione di nuove tasse, c’è da domandarsi: siamo sicuri che la cosa migliore per la ripresa del nostro Paese sia eliminare una tassa progressiva (cioè una tassa che cresce all’aumentare della ricchezza) sugli immobili come l’IMU, introducendo magari imposte che colpiscono i consumi, come l’IVA, o i redditi di famiglie ed imprese?

La domanda mi pare retorica. Ma ragioniamoci su: l’IMU è una tassa  che colpisce le rendite immobiliari. Gli immobili non producono crescita economica, sono ricchezza “ferma” e il denaro investito in immobili è denaro potenzialmente distolto da realtà produttive, magari giovani ed innovative, che fanno davvero crescere l’economia italiana. Risulta quindi giusto tassare gli immobili se si vuole far cassa da un lato e stimolare la crescita dall’altro: chi vuole evitare la tassa, anziché comprarsi immobili, può investire (per esempio) in start-up (società giovani e innovative, come Advise Only per intenderci), con i relativi benefici fiscali, aiutando ad innovare questo Paese ammuffito. Scienza delle Finanze 1.0.

Ci sono poi dei corollari. Parliamo dei Comuni, per esempio: per molti di essi il gettito dell’IMU è cruciale, ma, anche qui, non è chiaro come esso venga sostituito. Il rischio è che i soldi risparmiati dalle famiglie sull’IMU escano poi dalla finestra per aggravi di altre tasse comunali o per tagli a servizi comunali essenziali.

Probabilmente, in un Paese di buon senso, l’IMU andrebbe ripensata e riformata per tenere conto di alcune sue storture, per evitare situazioni di crisi di liquidità che alcune famiglie sperimentano (ricordiamoci che l’Italia è un Paese con ricchezza relativamente elevata, ma reddito basso, attualmente). Sarebbe auspicabile rendere al contempo più liquido il mercato della casa, facilitando così la vendita dei patrimoni immobiliari e magari cartolarizzare il mercato del credito, cioè fare sostanzialmente in modo che le famiglie possano usare la casa come garanzia per ottenere liquidità, come avviene negli USA.

Insomma ristrutturare in modo ragionevole un’imposta e aiutare il mercato immobiliare è ben diverso dall’eliminare l’IMU. Altre sono le cose da fare.

Tutto questa attenzione delle forze politiche sull’IMU temo sia demagogia, della quale l’Italia si è abbondantemente nutrita negli ultimi anni, fino ad arrivare all’overdose che ci sta uccidendo. Ora è tempo di essere seri e pensare alle cose veramente importanti.

Scritto da

Uno dei fondatori di AdviseOnly, responsabile del Financial & Data Analysis Group. Esperto di finanza e gestione dei rischi, statistico Bayesiano, lunga esperienza in Allianz Asset Management, è laureato in scienze economiche con indirizzo quantitativo-statistico all'Università di Torino. Docente di Quantitative Portfolio Management al Master in Finance dell'Università di Torino, ha pubblicato vari articoli su riviste finanziarie (fra le altre: Journal of Asset Management, Economic Notes, Risk), contribuendo a libri su investimenti e gestione dei rischi. Ex-triathleta, s'ostina a praticare apnea, immersioni e skyrunning.

Ultimi commenti
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    Aggiungo per glia appassionati del tema il link a un ricco documento di Eurostat “Taxation trends in European Union 2013” http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_OFFPUB/KS-DU-13-001/EN/KS-DU-13-001-EN.PDF Esiste una sezione sull’Italia a pag. 100 e si evince che la tassazione sugli immobili sembra essere più o meno in linea. Sono altissime le tasse su lavoro (al secondo posto in Europa!) e impresa, energia. e sono basse le tasse su consumi e inquinamento. Buona lettura!

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      Qua ci scappa un altro post…

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    A parte il fatto che apprezzo sempre la chiarezza con cui vengono esposti fatti ed idee, sono d’accordo su tutto tranne sul fatto che l’immobile “immbobilizzi” il capitale. Cio e’ vero solo nel caso di beni lasciati vuoti, per averne una ridotta disponibilità o per mancanza di volontà (ed e’ giusto che vadano tassati in quanto improduttivi). Non trovo giusto invece etichettare come improduttivo chi affitta o da in locazione un bene immobile a chi ne ha bisogno, sia esso residenziale, commerciale, industriale o altro.

    L’Imu, a mio avviso, va rimodulata in modo che non colpisca le classi meno abbienti, ma e’ anche vero che in Italia tutti si lamentano ma l’83% ha casa e in media un locale di 130 metri quadri paga circa 300 € di imu all’anno (se senza figli), che non mi sembra tanto.

    Ricordiamoci inoltre che con l’IMU non vengono piu’ applicate le imposte dirette Irpef/Ires (a parte in caso di locazione), cosa che nessuno ricorda, per la serie W la demagogia.
    Per quel che riguarda le risorse e la crescita, si fa facile a dire, e viene in mente anche a me, semplificazione della burocrazia, controlli fiscali, e da parte della popolazione, imparare a chiedere scontrino/fattura. Un domani la nostra classe dirignte imparerà a fare lo stesso magari.

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    non sono d’accordo perchè nei dati medi si perde sempre la concezione reale delle cose. io a torino con 60 mq in periferia ho pagato 813 euro di IMU e nessuna detrazione potrà mai riequilibrare questa assurdità. il problema dell’IMU è che viene conteggiata sulla rendita patrimoniale, calcolata sulla rendita catastale totalmente differente da città e città, ma sopratutto tutalemte forviante atteso che case in periferia di nuova costruzione hanno una rendita catastale doppia rispetto a case in pieno centro accatastate molti anni fa. Così com’è strutturata è una tassa che colpisce le case di scarso valore salvando le case signorili in pieno centro.

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      E’ vero, ogni città fa caso a sè. E i discorsi fatti in media, se non si entra nel merito, sottostimano i casi come il tuo. Io ad esempio ho gli stessi dati di rendita per un appartamento in centro e uno inperiferia, l’unica cosa che cambia e’ l’aliquota decisa dal comune. Ma la mia città e’ piccola pur essendo provincia, e non ci sono grosse differenze.

      Rivedere gli estimi faceva parte del piano originario, poi hanno optato per un più semplicistico aumento tout court del valore catastale. 🙁

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        Mi pare che siamo tutti d’accordo che, più che abolirla, vada solo modulata meglio…

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          Indubbiamente. Non possiamo pensare di abolire le Imposte quando vogliamo i servizi. Il problema e’ che se io pago 10 di imposte/tasse e mi torna indietro 9 in servizi, mi sta anche bene! Ma se mi torna indietro solo 1 come sembra sia sempre o quasi in Italia, col cavolo che io sono invogliato a fare il mio dovere di cittadino!

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    Ma l’IMU resterà comunque progressiva, si parla di togliere solo quella sulla prima casa, ma il ricco propritario di 100 case pagherà l’IMU (forse pure maggiorata per compensare la prima casa) sulle altre 99.
    L’Italia poi è un paese di vecchi pieni di case. L’unica cosa che mi auguro è che i prezzi degli immobili si dimezzino ancora così finalmente una giovane coppia non sarà costretta a comprarsi casa nelle provincie più sperdute la famosa casa pubblicizzata come “a 2 passi dal centro”.

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      Se i prezzi delle case si dimezzassero le conseguenza sarebbero abbastanza atroci per tutti quelli che hanno un mutuo in essere.

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    Imu va abolita. È incostituzionale. Un immobile ha capacità contributiva solo quando è affittato, locato, venduto. Gli immobili in italia sono già super tassati con imposte ipocatastali 11% e 18% su terreni agricoli. Imu all’1% crea svalutazione immobili del 40% se saggio interesse al 2.5%. Significa che svaluta il patrimonio immobiliare italiano di 2000 miliardi. Il problema non è imu primacasa di 4 miliardi, ma i restanti 20 miliardi su capannoni, terreni, negozi. L’edilizia ha reso ricchi gli italiani. Ora invece vogliono dirottare investimenti nella finanza malata, quella dei fondi che comperano , spremono ,distruggono aziende, quella dei banchieri ed affaristi con stipendi da decine di
    milioni. Se mettiamo 100.000€ in
    banca non siamo tassati,
    Se con gli stessi 100.000 acquistiamo immobile siamo tassati 11% (18% se terreno) più imu 1%. Disparità di trattamento eborme per medesima capacità contributiva

    banca non siamo tassati, se con gli stessi soldi comperiamo appartamento abbiam

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