Sono passati quattro anni da quando il Portogallo ha subìto una dura crisi del debito sovrano ed è stato costretto ad accettare un piano di salvataggio che, tra i suoi punti principali, prevedeva un severo controllo del bilancio al fine di riportare l’economia del Paese alla crescita. La nazione è ufficialmente uscita dal piano di bailout nel maggio 2014.
A differenza di Spagna e Grecia, dove i partiti anti-austerity si sono fatti ben sentire, entrambi i principali partiti politici portoghesi, quello democratico e quello socialista, si sono impegnati a mantenere i patti presi allora.
La maggiore flessibilità nel mondo del lavoro e la privatizzazione di un gran numero di enti (poste, società elettrica, compagnia aerea di bandiera) sono state tra le riforme intraprese in questi anni.
Dopo quattro anni è giunto il tempo delle prime elezioni politiche e domenica 4 ottobre 2015 i portoghesi sono chiamati al voto.
Il partito dei conservatori, coalizione uscente, continua a conservare il vantaggio sull’opposizione socialista, ma esiste la possibilità che non sia in grado di ottenere una maggioranza assoluta in Parlamento. Gli ultimi sondaggi danno il premier uscente Pedro Passos Coelho al 38% contro il socialista Antonio Costa al 32%. L’ipotesi di un governo di coalizione è la più accreditata, ma non bisogna scartare la possibilità di un’alleanza tra i diversi partiti di sinistra.
La situazione economica in Portogallo
L’economia del Portogallo è cresciuta sia nel primo che nel secondo trimestre del 2015 e attualmente le previsioni sul PIL del 2015 prevedono una crescita dell’ 1,6%, superiore quindi alla crescita prevista per l’Eurozona (e, ovviamente, alle previsioni per l’Italia).
L’economia portoghese è in movimento e le esportazioni sono migliorate, registrando un vero e proprio balzo in avanti del 6% tra maggio e giugno. L’agenzia di rating Standard & Poor’s ha rivisto al rialzo il rating da BB a BB+, con un outlook stabile e questo giudizio è stato confermato anche dalle altre agenzie che sottolineano come il vincitore di queste elezioni non cambierà la rotta delle politiche economiche sociali imposte durante l’intervento della Troika.
Il mercato del lavoro sembra in ripresa: il Paese è riuscito ad ottenere nel secondo trimestre del 2015 il più alto aumento del tasso di occupazione (+1,3%) rispetto al primo trimestre dell’anno. Il tasso di disoccupazione è ancora elevato e si assesta al 13%, ma è in discesa rispetto al 16,2% registrato nel 2013. Il tasso di disoccupazione giovanile è del 31%, inferiore a quello italiano (pari al 40%).
Cosa dicono i mercati
Il principale indice azionario del Portogallo (PSI 20) da inizio anno guadagna più dell’8% ed è riuscito, a differenze di tanti altri Paesi a contenere le perdite dovute ai forti timori per il rallentamento dell’economia cinese, rimanendo quindi in territorio positivo.
Dal grafico è possibile evidenziare la riduzione del rendimento del titolo di Stato decennale e dello spread con il Bund rispetto ai massimi raggiunti all’inizio dell’estate. Attualmente il rendimento si aggira intorno al 2,36%, mentre lo spread si attesta a circa 180 punti.
Da inizio settimana, con l’avvicinarsi quindi delle elezioni, il rendimento è diminuito di ben 140 punti base, segno che i mercati non sembrano percepire alcuna “minaccia” da questa tornata elettorale.
GABRI____ / Ottobre 10, 2015
Il Portogallo è sempre stato in grado di riprendersi… ho fiducia in questo paese.
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