“Nel nostro paese la forma più comune di imprudenza è quella di ridere, ritenendole assurde, delle cose che poi avverranno.” – Ennio Flaiano
L’Europa e il mondo ci guardano. Con attenzione e preoccupazione.
Sappiamo tutti come è andata: un Parlamento frammentato, dove la maggioranza del Centrosinistra (con o senza Centro) è debole, il Movimento 5 Stelle è forte e il Centrodestra ha conseguito più voti del previsto. Si è materializzato lo scenario maggiormente temuto dai mercati: quello dell’ingovernabilità.
Poche storie: si sapeva da mesi che le elezioni politiche italiane sarebbero state uno dei principali fattori di rischio del 2013. Ora il rischio si è manifestato, si è tornati a parlare di spread, di rischio contagio, di crisi dell’Eurozona, e non si sa se torneremo sul benigno percorso di miglioramento del clima finanziario iniziato la scorsa estate (vedi grafico del Barometro del Rischio) che consentirebbe all’UE di concentrarsi sulla crescita economica e sul (lento) cammino verso l’integrazione politica e fiscale.
Gli elettori hanno inviato due messaggi forti all’Italia e all’Europa: un rigetto della “vecchia” classe politica accompagnato da un rifiuto delle misure di austerità (messaggio già inviato in precedenza dai Francesi con l’elezione di Hollande). Le conseguenze sono pesanti.
Perché, fatti e numeri alla mano, in Italia i grossi eventi politici negativi muovono i mercati finanziari: in particolare, tendono a far salire i tassi d’interesse e ridurre il valore delle azioni. Siccome l’Italia è un importante snodo dell’Eurozona, questa volta l’impatto della politica italiana travalicherà i confini nazionali. Andando all’essenza della faccenda, la domanda che più preoccupa i mercati (che in aggregato, visto il debito pubblico del Paese, sono nostri creditori) è:
Riuscirà l’Italia a rilanciare la sua economia, ritornando a crescere, così da essere in grado di ripagare i suoi debiti?
La bontà delle risposte che verranno date a questa domanda troverà riscontro immediato sui mercati. Vediamo come può evolvere questa situazione e che effetto può provocare sui mercati finanziari. Non avendo la sfera di cristallo, stiamo chiaramente disegnando scenari probabilistici.
Lo scenario
È evidente l’attuale difficoltà nel formare un Governo stabile. Ma rammentate che l’Italia è un Paese “too big to fail and too big to bail out”.
In tale contesto, nelle prossime ore il Presidente Napolitano potrebbe chiedere ai politici di formare una grande coalizione con l’obiettivo minimo di definire una nuova legge elettorale, eleggere il nuovo Capo dello Stato prima di tornare a votare tra qualche mese (in perfetto stile Grecia 2012), oltre naturalmente a portare avanti l’ordinaria amministrazione.
In una situazione assai ottimistica questo Governo, di natura tecnica, potrebbe anche portare avanti l’agenda europea. Ma, viste le posizioni di partenza delle differenti coalizioni e partiti in gioco, ciò non è molto probabile.
Il caso peggiore si ha se tale Governo nemmeno prende forma, oppure ha durata infima (nota storica: mi risulta che il Governo più breve sia stato il primo sotto la guida di Andreotti, nel 1972, durato nove giorni… vediamo se si batte questo poco invidiabile record).
Spread
La volatilità sui mercati sarà il riflesso del grado di caos politico (ma non dimentichiamo che, sebbene l’occhio di Mordor sia fisso sull’Italia, esistono altri fattori a muovere i mercati).
Quindi se 1) verranno date dagli esponenti politici chiare indicazioni sulla strategia di gestione di questa difficile situazione e 2) tale strategia sarà credibile, beh, lo spread sarà sì volatile, ma forse non salirà moltissimo (segui l’andamento dello spread dell’Italia e degli altri paesi europei sul nostro sito). Altrimenti lo vedremo salire, anche sensibilmente, con possibilità di toccare nuovi massimi nel caso dello scenario peggiore. Il ritorno di fiamma del rischio contagio.
Titoli di Stato
Per i rendimenti dei titoli di Stato (anch’essi presenti e aggiornati quotidianamente sul sito), vale il discorso fatto per lo spread, del quale essi sono un addendo. Perciò, se le cose peggiorano, attendetevi una scivolata dei prezzi dei BTP, CCT, CTZ su tutte le scadenze. Se dovete o volete comunque detenere obbligazioni italiane, i BTP del segmento 1-3 anni e i CTZ sono da prediligere in questa fase di crisi, perché se la BCE dovesse intervenire per difendere l’Italia secondo il programma OMT, si concentrerebbe proprio sulle emissioni fino ai 3 anni.
Azioni
Impatto negativo sui listini dell’Eurozona, in particolare su quello italiano, proporzionale all’ingovernabilità dell’Italia (provate voi stessi a confrontare le performance azionarie mondiali). È ragionevole aspettarsi una migliore tenuta dei settori più difensivi e meno esposti al rischio contagio (es. beni di largo consumo, sanità) rispetto a quelli più sensibili, in particolare il settore finanziario. Infatti, i prezzi delle azioni delle banche, che detengono molti titoli di Stato italiani, reagiscono negativamente alla risalita dello spread.
Inutile dire che, se si pensa che la traiettoria dell’Italia non si concluda con uno schianto, nel tempo si presenteranno occasioni di acquisto a prezzi interessanti, sia sul fronte obbligazionario che su quello azionario.
Se avete timori e volete proteggere i risparmi o, al contrario, intravedete opportunità d’investimento, credo che i portafogli Anti-Crisi potranno esservi d’ispirazione.
Gianni / Febbraio 27, 2013
Ma Enno Flaiano fa qualche esempio, perché a me sembra che in Italia non rida più nessuno se non per disperazione.
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